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Sovraffollamento delle carceri. Il Sappe fa la sua proposta per superare il problema

ISOLA D'ELBA - Il problema del sovraffollamento delle carceri in Italia si fa sempre più importante e coinvolge anche il penitenziario di Porto Azzurro, dove la situazione, come denunciato dal Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria, si fa sempre più grave. A Cagliari nell'incontro dei giorni scorsi, durante il convegno sul ruolo degli agenti della Penitenziaria, Donato Capece, segretario generale del Sappe ha presentato una proposta di rfiorma per tentare di arginare, in maniera strategica, il problema e dare nuova dignità alle strutture carcerarie italiane. Capece ha parlato di un sistema penitenziario basato su tre livelli, distinti sulla base del tipo di reato ascritto e le conseguenti pene detentive. L'ipotesi operativa del sindacato prevede tre livelli: il primo, per i reati meno gravi con una condanna non superiore ai 3 anni, caratterizzato da pene alternative al carcere, quale l'istituto della "messa alla prova"; il secondo riguarda le pene superiori ai 3 anni, che inevitabilmente dovranno essere espiate in carcere, ma in istituti molto meno affollati per lo sgravio conseguente all'operativita' del primo livello e per una notevole riduzione dell'utilizzo della custodia cautelare; il terzo, infine, e' quello della massima sicurezza, in cui il contenimento in carcere e' l'obiettivo prioritario. Per il SAPPE, il sovraffollamento è problema storico comune a moltiPaesi europei, che hanno risolto il problema in maniera diversa - sottolinea Capece -L'osservazione della tipologia dei detenuti e dei reati consente di affermare che il sistema dellarepressione penale colpisce prevalentemente la criminalita' organizzata e le fasce deboli dellapopolazione. Il carcere - ha concluso Scapece - e' lo strumento usato per affrontare problemi che la societa' non e' in grado di risolvere altrimenti"