Cultura

Il cappello dell'Imperatore, viaggio fra i cimeli

Viaggio alla scoperta dei cimeli napoleonici nel libro di Arianna Arisi Rota: fra le curiosità un bidè di argento dorato che voleva lasciare al figlio

Busto di Napoleone esposto al Museo Palazzina Villa dei Mulini a Portoferraio

Si intitola Il cappello dell'Imperatore. Storia, memoria e mito di Napoleone Bonaparte attraverso due secoli di culto dei suoi oggetti, il libro di Arianna Arisi Rota, docente di Storia contemporanea presso l'Università degli Studi di Pavia e pubblicato da Donzelli Editori.

Il libro è stato pubblicato in occasione del bicentenario della morte di Napoleone, avvenuta il 5 Maggio 1821, bicentenario che vede molto iniziative all'isola d'Elba dedicate all'Imperatore che sull'isola trascorse circa 10 mesi del suo primo esilio (leggi qui l'articolo sugli eventi elbani di Luglio).

Il titolo del libro Il cappello dell'Imperatore, come ha spiegato la stessa autrice in una intervista su Rai Radio Due, è dovuto al fatto che proprio il cappello è il segno iconografico che più ha contraddistinto Napoleone Bonaparte.

Come si legge nella presentazione del libro "Il collezionismo napoleonico cominciò all'alba del 19 Giugno 1815 sul campo di battaglia di Waterloo e da allora non si è più fermato, contagiando per due secoli le personalità più disparate, da Lord Byron fino a Stanley Kubrick, che per il suo film mancato, quello appunto su Napoleone, realizzò una monumentale ricerca. Del resto, basta scorrere i cataloghi delle case d'aste e delle mostre per cogliere la persistenza del flusso emotivo, oltre che del valore economico, veicolato dai reperti del political drama più avvincente del XIX secolo". 

"Ma gli oggetti ossessionarono lo stesso Napoleone, - prosegue la presentazione - il quale nel testamento elencò gli effetti personali che desiderava fossero consegnati soprattutto al figlio: oltre a oggetti prevedibili come armi, uniformi e libri, orologi e argenteria varia, anche una collezione di tabacchiere, e poi il lavabo della camera da letto, un bidè d'argento dorato, i letti e i materassi usati a Sant'Elena, sino alla biancheria intima".

Arianna Arisi Rota è professoressa ordinaria di Storia contemporanea nel Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università degli Studi di Pavia. Si è occupata di diplomazia nell’Italia napoleonica, di mobilitazione politica giovanile nell’Ottocento europeo, di costruzione della memoria post-risorgimentale.  Tra le sue monografie: I piccoli cospiratori. Politica ed emozioni nei primi mazziniani (il Mulino, 2010), 1869: il Risorgimento alla deriva. Affari e politica nel caso Lobbia (il Mulino, 2015), Risorgimento. Un viaggio politico e sentimentale (il Mulino, 2019).