Attualità

Terra nostra: "Si faccia il porto a Vigneria"

Per lo sviluppo del territorio il gruppo di minoranza "Terra nostra" chiede all'amministrazione Corsini di riprendere alcuni progetti del passato

I consiglieri del gruppo "Terra nostra"

Il crollo del pontile minerario di Vigneria ha suscitato un intervento del Gruppo di minoranza del Comune di Rio "Terra nostra", che ripropone all'amministrazione, guidata dal sindaco Corsini, di riprendere alcuni progetti del passato mai attuati.

"Il perimento del pontile di Vigneria - scrive il Gruppo "Terra nostra" - pone con forza il problema dell’identità del nuovo Comune. Il grande dispiacere per aver visto la fine ingloriosa di uno dei manufatti più prestigiosi del circuito culturale minerario deve determinare un’approfondita riflessione sulle cose da fare per uscire dalla grave crisi, che dalla chiusura delle miniere, attanaglia il versante orientale dell’Isola. La lista Terra nostra, fin dalla sua nascita, ha avuto sempre ben chiara la direzione da intraprendere con ricette mirate e precise, ed il nostro programma elettorale ne dà conferma. 

Purtroppo, vorremmo dire la stessa cosa della maggioranza che governa il comune di Rio, che si dibatte fra tentennamenti e assenza di vedute prospettiche: non è vivendo alla giornata che si darà uno sviluppo al nuovo paese, bensì pianificando strategie di medio periodo, cominciando a costruirle fin da subito, soprattutto credendoci, e coinvolgendo i paesani nelle scelte da compiere. Il pontile di Vigneria, che la colpevole incuria e l’incapacità di dare una visione a tutto tondo al paese, ha fatto miseramente crollare, negli intendimenti di una pianificazione culturale seria si poneva come elemento strategico di una visione turistico- culturale che non andava soltanto a salvaguardare la memoria storica e collettiva, bensì si trasformava esso stesso da strumento di lavoro minerario, ad elemento prospettico di rivincita economica. 

Così noi lo abbiamo sempre visto, assieme al palazzo governativo, da inserire in un circuito minerario di area vasta; e così l’avevamo prospettato solo poche settimane fa sia ai tecnici dell’Autorità di Sistema Portuale, sia al sindaco Corsini. Rivalutare la presenza del ponte, inserendolo in un progetto che lo contenesse all’interno del nuovo porto di Rio Marina, che spostasse la nave a Vigneria, dando respiro ad un vero e proprio porto turistico, ed allo stesso tempo recuperasse questo manufatto all’interesse dei passeggeri e dei visitatori. 

Questo progetto, ci è stato detto, sarebbe stato fattibile, e con gli stessi denari di ciò che si andrà a fare fra breve, purtroppo depauperando ancora il nostro paese di risorse utili: un nuovo approdo di ampio respiro, per ciò che abbiamo visto, non nascerà davvero e l’Amministrazione Corsini non potrà stavolta incolpare nessuno, se il porto si sminuirà fino a diventare poco più di un bicchiere d’acqua. 

Allora, che cosa fare? Riprendere in mano quel progetto, ricostruire il ponte in termini di memoria all’interno di un terminal portuale non faraonico, ma che susciti l’interesse di chi viene da fuori, progettare un vero porto turistico, spostando la nave a Vigneria ed assumendo una nuova viabilità ai limiti del Parco Minerario. Otterremmo quindi tre obbiettivi in un colpo solo, fondamentali per lo sviluppo del Comune: turistico, portuale, culturale. 

Presenteremo ancora al sindaco questa strategia globale, nell’auspicio che ci sia apertura fra le forze politiche e non chiusura, perché Rio non ha bisogno di conflitti e polemiche, bensì di mettere insieme le energie migliori, pur nella diversità dei ruoli che ad ognuno spetta, per uscire dalle secche della crisi in cui versa".