Cronaca

All'ultimo controllo il pacemaker era al 69%

L'Usl NordOvest precisa sul caso del decesso di Magda Sanguinetti: "Al controllo effettuato a novembre la batteria del defibrillatore era al 69%"

"L’Azienda USL Toscana nord ovest, in merito al caso della signora Magda Sanguinetti deceduta nei giorni scorsi all’Isola d’Elba, tiene a porgere sentite condoglianze alla famiglia, confermando la piena disponibilità a fare emergere con chiarezza quanto accaduto".

Comincia così la nota dell'Usl sul caso di Magda Sanguinetti, la 77enne di Rio Marina deceduta lo scorso 24 novembre e sulle cui cause indaga la magistratura per scoprire se il defibrillatore al quale era collegata abbia funzionato correttamente o meno. 

Magda era stata sottoposta a impianto di ICD (defibrillatore cardioverter) nel 2012 ed eseguiva i normali controlli periodici. A seguito della segnalazione ricevuta dalla ditta fornitrice degli impianti, la multinazionale americana St.Jude, l’Azienda ha proceduto a richiamare la signora per una visita straordinaria eseguita a Portoferraio l’11 novembre scorso e in quella occasione la paziente e la figlia sono state informate della problematica emersa a livello internazionale.

"Al momento del controllo - continua la nota dell'Azienda - la memoria dell’impianto non ha evidenziato aritmie e/o terapie erogate (la signora non era pacemaker dipendente) e il device aveva ancora il 69% di capacità residua ovvero aveva una carica in grado di assicurare il suo regolare funzionamento"

Nel corso dell’incontro era stata segnalata la presenza di un allarme a vibrazione che si sarebbe attivato nel caso di esaurimento della batteria ed erano state date indicazioni alla signora e ai familiari sul comportamento da seguire in caso di avviso. 

"Conformemente alle indicazioni - fa presente l'Usl - condivise dal Ministero della Salute e dalla Associazione Italiana Aritmologia e Cardiostimolazione (Aiac) era stato programmato un nuovo controllo a tre mesi".

In Azienda USL Toscana nord ovest risultano attualmente 207 persone con tali dispositivi impiantati attivi. Dal momento dell’alert 195 persone sono già state controllate o hanno controlli programmati, mentre i restanti 12 lo saranno nei prossimi giorni.

Se il malfunzionamento fosse confermato, verifica possibile solo in seguito all'autopsia che si terrà fra qualche giorno, quello elbano sarebbe il primo caso in Europa di morte collegata all'apparecchio difettoso, al momento solo altri due casi negli Usa sono stati acclarati come tali.