Nell’ambito delle celebrazioni del 70esimo anniversario dalla nascita l’Associazione Italia Nostra organizza in Val d’Orcia una festa che raccoglie i risultati del Progetto “Minore”.
Si tratta di un progetto incentrato su beni cosiddetti “secondari” ma non per questo meno importanti sui quali 32 sezioni hanno realizzato dei sottoprogetti finanziati dal Ministero del Lavoro e della Promozione Sociale.
La Sezione Arcipelago Toscano presenterà i lavori di studio sul Mausoleo Tonietti di Cavo realizzati dagli studenti dell’ISIS Foresi guidati dalla competenza della professoressa Enza Viceconte.
Qui di seguito la presentazione del Mausoleo scritta dal professor Gianfranco Vanagolli, Presidente Onorario della Sezione Arcipelago Toscano.
MAUSOLEO TONIETTI
"Il Mausoleo Tonietti può essere considerato come la testimonianza più iconica della fisionomia socio-culturale dell’isola d’Elba fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Nell’Italia dei notabili”, esso rimanda a un’élite che tiene in pugno tutte le dinamiche di maggior rilievo dell’universo locale ormai proiettato verso la modernità. Si parla della famiglia Tonietti, con Giuseppe e Ugo Ubaldo, e di Pilade Del Buono, ai vertici dell’industria del ferro, rappresentata dalle miniere, da tempo immemorabile la prima ricchezza dell’Elba, e dagli altiforni di Portoferraio, realizzati a partire dal 1899.
E’ la morte di Giuseppe, avvenuta nel 1894, che fa concepire a Ugo Ubaldo, suo figlio, l’idea di una tomba tale da celebrare degnamente la memoria di un uomo la cui vita si è spesa dapprima come valoroso capitano di mare e armatore, noto all’intera marineria nazionale, e poi come grande imprenditore. Dal canto suo, Pilade Del Buono, direttore delle miniere dal 1887 al 1897, parlamentare nel 1898 e amministratore delegato della “Società Elba di Miniere e Altiforni”, individua l’architetto destinato a trasferire nella realtà l’idea di Ugo Ubaldo, Adolfo Coppedè. Figlio di Mariano, titolare di una delle botteghe più prestigiose nell’arte dell’intaglio del legno e delle decorazioni di Firenze, e fratello di Gino, anch’egli architetto, Adolfo comincia praticamente a svolgere la sua attività, che troverà col tempo un numero sempre maggiore di estimatori, all’Elba. Qui Del Buono gli commissiona, tra l’altro, le sue residenze di Portoferraio e di Poggio, nonché la tomba di famiglia e lo presenta e raccomanda a Ugo Ubaldo.
Lo stile abbracciato da Adolfo è quello eclettico, che fa coincidere per certi aspetti con il Liberty, nel quale vuole riconoscersi l’élite elbana, il cui motto, “Novus seclorum ordo”, lanciato come una parola d’ordine, ripete un’enfasi tutta interna alla”Belle Epoque”.
Esso si riscontra in toto nel nostro mausoleo, che svetta imponente nei suoi 25 metri di altezza a dominare dal Colle Lentisco la costa dell’Elba nord-orientale, con l’abitato di Cavo, una sorta di feudo lasciato da Giuseppe Tonietti ai figli Ugo Ubaldo e Giuseppina, le cui proprietà si estendono anche a due sontuose ville. Il manufatto si identifica con un torrione a forma di faro, ben visibile dal mare, impiantato su un solido basamento quadrangolare preceduto da una scalinata marmorea. Al suo interno si accede attraverso un arco a tutto sesto fiancheggiato da semicolonne tuscaniche sormontate da protomi leonine sul quale campeggia un cartiglio in marmo che recita “Famiglia Tonietti”.
Al marmo si alternano altri materiali lapidei, tra cui il calcare grigio, e la combinazione dà luogo ad effetti di grande suggestione sotto la mutevole luce del giorno, mentre l’osservatore avverte il fascino che promana da una parata di prore rostrate e di protomi antropomorfe altrettanto ammonitrici. Sopra di esse il disegno si semplifica e il suo centro, nell’alzato che va rastremandosi, diviene un reiterato motivo circolare dai probabili molteplici significati, nel solco di un simbolismo che propone altresì un uccello notturno come la civetta.
Il culmine è un corpo cilindrico ornato da raffigurazioni zoomorfe che sostiene un cratere, dove idealmente arde la fiamma amica dei naviganti.
Sopravvissuto al precipitare delle fortune dei Tonietti, già compiuto sullo scorcio degli anni Venti del secolo scorso, il mausoleo, negato alla sua funzione, vive da decenni una storia di progressivo degrado, conseguenza dell’opera erosiva degli agenti atmosferici e più ancora di dissennati atti di vandalismo.
Ciò costituisce un affronto alla storia e al nome di un artista dalla prestigiosa carriera, protagonista del milieu culturale della sua epoca. E’ negli auspici di Italia Nostra Arcipelago Toscano il ritorno della mano che cura e che custodisce laddove l’artiglio dell’oblio non può che portare la distruzione".