Politica

"Barbagli riconsegni il posto che ci spetta"

Il gruppo "Terra nostra" sottolinea che i cittadini con questo passaggio di in maggioranza sono privati di una voce e che la maggioranza è traballante

Umberto Canovaro, capogruppo di Terra nostra

"È stato un fulmine a cielo sereno apprendere che la consigliera Barbagli transitava in maggioranza, visto che dentro il Gruppo non c’è mai stato uno screzio o una difformità di giudizio su quanto abbiamo fatto finora".

Questa la reazione dei due consiglieri rimasti del gruppo di minoranza Terra nostra del Comune di Rio dopo l'annuncio del passaggio alla maggioranza della consigliera Valeria Barbagli (vedi gli articoli correlati).

"Ognuno è padrone delle proprie scelte, - spiegano da Terra nostra - anche se nutriamo forti dubbi che le cose cambieranno: non è mai successo che in politica la visione di una rondine facesse la primavera, e anche stavolta abbiamo l’impressione che saremo facili profeti. Per questo ci sentiamo di rassicurare i Riesi, che la nostra linea di condotta non si sposterà di un millimetro. Ma non ci interessano le posizioni personali, quanto quelle politiche. Terra nostra ha ottenuto alle elezioni tre posti in Consiglio, perché così hanno deciso gli elettori del comune, con i loro 700 voti. Che sono di lista e non personali. Non si può privare l’opposizione di una voce, per il solo fatto che fa comodo ad un sindaco che dopo aver sgangherato la sua maggioranza in appena due anni, adesso va alla questua dei voti per sostenersi sulla poltrona". 

"Dimostri che non fa operazioni da basso impero, - aggiunge Terra nostra - valorizzi pure le qualità personali e politiche della consigliera come gli pare, smentendo le voci che circolano in paese che ha chiesto anche ad altri, prima che a lei, offrendo posti e deleghe, ma non si serva del suo voto; e se ha coraggio, faccia restituire alla minoranza ciò che gli spetta di diritto. La dignità, in politica, è ciò che c’è di più alto, e che qualifica il giudizio della gente su un amministratore. Se l’avv. Corsini ritiene così di rinsaldare la sua inefficace maggioranza, i cui limiti politici e funzionali sono sotto gli occhi di tutti, faccia pure: l’impressione è che con questa operazione si sia scavato un altro pezzo di fossa con le proprie mani: il bostik, in politica, non ha mai retto più di tanto".