Attualità

​Qualcosa è andato via con l'acqua..

Sono passati tre anni ma il ricordo di quello che è successo è ancora scolpito nella memoria di un paese che non può dimenticare e, forse, fa bene

Si dice che quando una parte del corpo ti viene portata via, anche a distanza di tempo si ha come l'impressione che sia lì. Che tu riesca a sentirla. Si chiama “fantasma sensoriale”. A Campo, quella mattina di tre anni fa, qualcosa è stato portato via e quell'evento traumatico è ancora lì. Un fantasma della memoria. Memoria individuale che si fa collettiva quando basta uno sguardo per capirsi. Te ne accorgi ascoltando i silenzi dei campesi quando cominci a parlare di quel sette novembre. I toni di voce cambiano, lo sguardo si allenta appena qualche secondo. È lì che le immagini sono conservate e da lì, difficilmente se ne andranno. Ognuno ha la sua storia e quella storia è sempre, ancora, ricca di particolari. Ogni campese sa cosa stava facendo quella mattina, cosa aveva mangiato a colazione, a che livello esatto è arrivata l'acqua quando ha deciso che doveva entrare e non c'è stato verso di fermarla. Ogni campese ricorda la sensazione di non poter fare nulla e vedere il proprio paese sommerso, devastato da una furia troppo più grande. Dopo c'è stato il resto: la ricostruzione, il fango ai gomiti e quel bicchiere caldo portato da un viso sconosciuto e spesso così giovane. Dopo c'è stato da rimettersi in piedi, contare i danni e ricostruire. Come si può, perché si deve. La grandezza di quello che era successo ha fatto sentire un intero piccolo paese ancora più piccolo ma questo ha portato le persone che lo abitano a stringersi di più. Vuol dire poco, perché poi passa ma, a volte, è abbastanza per farlo passare. Le storie di quel giorno, di quella mattina nella quale l'acqua veniva giù dalla parte sbagliata, si raccontano ancora. L'un con l'altro, anche se le hai già sentite e le hai viste quelle cose perché c'eri. Ascolti e racconti la tua, di nuovo. Perchè bisogna ricordare e fare in modo che un paese intero non dimentichi. E il fantasma di quel giorno continua a galleggiare.

(Ringraziamo Giorgio Giusti per il materiale fotografico)