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Torna l'iniziativa "Un giorno da poliziotto"

Il primo incontro fra gli agenti di polizia è avvenuto con gli alunni della Scuola Primaria "Battisti" di Portoferraio. Focus sui pericoli delle chat

Gli alunni delle IV con una volante della polizia

Dedicata quest’anno ai bambini del quarto anno delle scuole Primarie Elbane, ai quali sono stati consegnati i Diari della Polizia di Stato, prosegue l’iniziativa “Un Giorno da poliziotto” giunta alla sua seconda edizione con gli stessi presupposti dello scorso anno scolastico.Ieri gli alunni della classe quarta della scuola primaria "C. Battisti" di Portoferraio hanno potuto interagire con i poliziotti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Portoferraio ed assistere a proiezioni di brevi filmati. 

Molto seguita la lezione sul web, sui cellulari e sul loro uso consapevole. La vera domanda,che è emersa parlando con i bambini, è se i genitori siano preparati. Ad esempio, Whatsapp non è indicato sotto i 16 anni. Ma i genitori lo sanno? Hanno letto i termini di utilizzo prima di regalare il nuovo smartphone? “WhatsApp - come hanno spiegato gli agenti - non è indicato per i bambini sotto i 16. Se hai meno di 16 anni di età, non è consentito utilizzare il Servizio WhatsApp. Proteggere la privacy dei bambini è particolarmente importante. 

Per questo motivo, WhatsApp non raccoglie né conserva dati personali o informazioni non personalmente identificabili sul sito o WhatsApp non da servizio a persone sotto i 16 anni di età, e nessuna parte del Servizio WhatsApp è diretto o destinato ad essere utilizzato da persone sotto i 16".

In verità Whatsapp lo usano tutti, anche dal telefono dei genitori in terza elementare, ma non potrebbero. Precisamente, lo usa il 70 per cento  dei ragazzi sotto i 16 anni ed è curioso che il mezzo più utilizzato nel cyberbullismo per diffondere immagini o video sia in realtà un’applicazione vietata ai bambini e ragazzi sotto i 16. 

Quindi occorre che i genitori vigilino. Secondo una recente statistica molti ragazzini, anche di soli 11 anni, si danno appuntamento con persone conosciute solo in qualche gruppo Whatsapp per poi scoprire in moltissimi casi che la persona incontrata non era ciò che diceva di essere. Come dimostrano recentissimi fatti di cronaca, una buona parte di ragazzini preadolescenti condivide messaggi, foto o video con riferimenti sessuali a gruppi di cui non conosce tutti i partecipanti. "E non si pensi che queste cose capitano solo agli altri, quindi facciamo attenzione", spiegano dal Commissariato.