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"Sanità al limite, necessario assumere personale"

Cisl-Fp e Uil-Fpl segnalano che le criticità dell'ospedale elbano e chiedono un piano di assunzioni frutto di un confronto con operatori e sindacati

Foto di repertorio

Sulla situazione della sanità con una nota congiunta intervengono Cisl-Fp e Uil-Fpl che segnalano ancora una volta carenza di personale e servizi che vanno avanti in modalità ridotta rispetto alle potenzialità. Una nota che arriva all'inizio della stagione estiva quando la sanità elbana diventa punto di riferimento non solo per i residenti ma anche per tutti i turisti ospiti sull'isola.

“Qualcosa è stato fatto, ma evidentemente non è abbastanza”, afferma Francesco Redini, segretario provinciale della Cisl-Fp. “E’ sotto gli occhi di operatori e cittadini che la situazione all’Elba non è più sostenibile”, rincara Emilio Chierchia, segretario provinciale della Uil-Fpl. 

Nella nota congiunta dei due sindacati viene sottolineato che "la situazione nel presidio di Portoferraio è davvero critica. L’Elba si sta avviando a riavere i numeri storici della stagione estiva e il presidio risponde con un’offerta di 7 posti letto in medicina media intensità, a fronte degli storici 21 posti e 10 di alta intensità, palesemente insufficienti. La conseguenza è che gli utenti della medicina vengono appoggiati in chirurgia, tornando a quello che abbiamo sempre osteggiato e cioè le degenze multidisciplinari. Si perché in chirurgia, appena riaperta e già in difficoltà di personale infermieristico e oss, ci sono già posti di ospedale di comunità, chiuso nei mesi scorsi per emergenza Covid. Si aumenta il rischio di errori e un carico psico-fisico degli operatori". 

"Di fatto - prosegue Redini - l’emergenza Covid all’Elba l’abbiamo affrontata aprendo la bolla e chiudendo tutto il resto, cioè a costo zero o quasi, a differenza di altri presidi della Usl nord ovest, dove il potenziamento è stato reale e sensibile.

Chierchia aggiunge: “Il nuovo pronto soccorso è stato un bell’evento per l’isola, peccato che manca un vero potenziamento del personale, che permetta per esempio di aprire la degenza breve, presente in tutti i pronto soccorso, e che farebbe da filtro ai ricoveri. Infine l’ospedale di comunità, vero sostegno alle famiglie e al territorio, non può essere riaperto perché il numero di operatori sull’isola non lo consente e quelli che ci sono sono impegnati in una bolla che non può essere chiusa, in quanto i reagenti per individuare i positivi covid sono insufficienti per garantire una diagnosi veloce". 

"Tutto questo a 5 mesi dall’emergenza Covid, non è più ammissibile. - conclude Redini -  Di fatto assicurare i check point all’ospedale, ai distretti e al carcere sottrae operatori all’assistenza e rimanda sempre al nocciolo del problema: i numeri sono insufficienti. Per l’Elba occorre una volta per tutte un piano assunzioni specifico e frutto di un confronto con operatori e sindacati, che possa dare una risposta reale a problemi ormai storici. Il ricorso agli interinali ormai non è più una soluzione. Le assunzioni ci sono state in Usl nord ovest, ma all’Elba sono arrivate con il contagocce e sono chiaramente insufficienti".