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Progetto "Ciclovia tirrenica", c'è anche l'Elba

Il Comune di Portoferraio ha redatto un progetto preliminare coinvolgendo tutti i Comuni. La Ciclovia coinvolge tre Regioni e 11 province

L'incontro fra tecnici e amministratori dei Comuni elbani

Si è tenuta venerdì 1 Febbraio la prima riunione comprensoriale a Portoferraio sul tema della Ciclovia tirrenica, progetto frutto dell’accordo fra Regione Toscana, Liguria e Lazio e che collegherà 11 province, da Ventimiglia a Roma. 

Il costo totale del progetto si aggira intorno ai 300 milioni di euro in parte finanziato con fondi europei ed in parte dal Ministero dei Trasporti.

La ciclovia non è solo un percorso naturalistico ma attraversa anche siti patrimonio dell’Unesco e siti archeologici contribuendo a sviluppare la mobilità cosiddetta “dolce”.

Anche l’isola d’Elba è stata inserita nel percorso. Nella riunione è stato presentato un progetto preliminare redatto dal Comune di Portoferraio che tocca tutti i comuni dell’isola. 

Nell’incontro tecnico-politico sono stati studiati i percorsi e sono state proposte delle varianti per venire incontro alle esigenze del territorio. 

Per quanto riguarda Portoferraio la ciclovia ha come punto di partenza il porto e andando verso il versante occidentale arriverà fino alla residenza napoleonica di San Martino, mentre dalla parte orientale attraverserà San Giovanni fino a congiungersi alla vecchia strada militare, acquisita con il federalismo demaniale. 

Da questo punto proseguirà ad est per congiungersi verso Porto Azzurro, Capoliveri e Rio mentre, verso ovest, il percorso prosegue seguendo quello che è il Gte.

“Questa riunione – afferma l’assessore alle politiche comunitarie Angelo Del Mastro – è un passo importante ed un’opportunità irrinunciabile per il territorio elbano perché favorirà il turismo ambientale e soprattutto la destagionalizzazione, tanto auspicata in questi decenni ma che è rimasta solo sulla carta. Se vogliamo un’isola ad alta vocazione ambientale, l’escursionismo in bicicletta unito al turismo storico-archeologico e a quello enogastronomico, possiamo dire che l'Elba è sulla giusta strada”.