Politica

Minoranza ritira mozione di sfiducia a Ferrari

Dura la replica del sindaco Ferrari che commenta l'atteggiamento tenuto dalle Minoranze anche sulla questione del ritiro della mozione di sfiducia

Durante la  Conferenza dei Capigruppo consiliari di  giovedì 11 ottobre svoltasi nella sede comunale di Portoferraio per  fissare la data del prossimo Consiglio comunale si è verificato un passo indietro dei gruppi di minoranza di Portoferraio (Brandi, Del Torto e Gruppo PD) sulla mozione di sfiducia al sindaco Mario Ferrari. A poche ore infatti dalla discussione in Consiglio, che sarebbe comunque avvenuta nei tempi previsti dal regolamento, i sei firmatari della mozione hanno deciso di ritirarla, riservandosi di presentarne una successiva con alcuni approfondimenti.

“Questa mozione di sfiducia - ha commentato il sindaco Mario Ferrari - è stata ritirata dopo che per mesi era stata sbandierata ai quattro venti e ripetutamente sollecitata anche con esposti alla magistratura per una improponibile accusa nei nostri confronti di ritardarne volutamente la discussione".

"Si parla di una sua successiva ripresentazione più dettagliata – ha aggiunto il sindaco - ma appare più logico supporre che tutta la manovra sia solo finalizzata a screditare la mia figura nell’approssimarsi della nuova campagna elettorale e, sicuramente, a rallentare l’attività di governo particolarmente frenetica per l’approssimarsi di scadenze improrogabili che costringono in questo periodo l’amministrazione ad un superlavoro. Quello dei consiglieri di minoranza pare dunque un susseguirsi di giochetti infantili di bassa lega con atteggiamenti di protagonismo a tutti i costi senza tenere in considerazione alcuna valutazione politica".

"Proprio la politica - ha concluso Mario Ferrari - da sempre è rimasta distante dai loro atteggiamenti solo demagogici e strumentali, finalizzati a demonizzare l’avversario più che a contrastarlo su progetti e programmi; mai una discussione nel rispetto delle parti, mai la presentazione di un progetto ma solo considerazioni su squallida cronologia della tempistica e inadempienze formali. Insomma, niente sostanza e nessuna disponibilità al dialogo”.