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L'Espresso premia la Banca dell'Elba

Un'inchiesta del settimanale l'Espresso colloca l'istituto di credito elbano fra quelli a basso rischio di fallimento

L’Espresso torna ad occuparsi di banche locali e, analizzando un campione di 377 istituti di credito, passa in rassegna casse rurali, casse di risparmio e popolari, comprese quelle che hanno modificato il loro status giuridico in società per azioni.

Fra queste, l'autore Giuseppe Oddo, analizza anche la Banca dell'Elbai suoi bilanci al 31 dicembre 2015. I dati sono stati elaborati da R&S, la società di ricerche e studi di Mediobanca.

Il campione è ordinato in base a un punteggio, a un ordine di gravità, cui corrisponde un colore. Sono indicate in rosso le banche a più alto rischio fallimento, in giallo quelle a medio rischio e in verde quelle a basso rischio

Alla formazione del punteggio concorrono quattro indicatori: l’incidenza dei crediti deteriorati netti sul patrimonio netto tangibile della banca, l’incidenza delle sofferenze sullo stesso patrimonio netto, la svalutazione dei crediti deteriorati sui ricavi e il cosiddetto cost/income, cioè il rapporto tra costi operativi e ricavi, il principale indicatore di efficienza.

Quando i crediti deteriorati superano il 100 per cento del patrimonio netto tangibile, spiega Oddo, l’equilibrio delle banca comincia ad essere compromesso. Quando arrivano a rappresentare, come in taluni casi, tre, quattro, cinque, sei o anche sette ed otto volte il patrimonio netto, significa che la banca è ad alto rischio di fallimento, se non già fallita. 

I dati della banca elbana sono: 51,4% nel rapporto tra crediti deteriorati netti e patrimonio netto tangibile della banca, 4,5% nel rapporto tra le sofferenze sullo stesso patrimonio netto, 3.8% nella svalutazione dei crediti deteriorati sui ricavi.