Attualità

La scia del motoscafo

Benedetta Cappa, una visita futurista all’Elba

Ripetiamo da tempo che la nostra piccola isola è uno scrigno non solo di biodiversità ma anche di storia, di storie e di varietà culturale, una stratificazione così profonda che a volte rischia di nascondere aspetti anche a chi è abituato a raccontarli. Così colpisce un’insolita visione futurista dell’Elba, “Aeropittura di un Incontro con l’Isola” di Benedetta

Avevamo accennato su queste pagine alle frequentazioni intellettuali, anche al femminile, che caratterizzeranno l’Elba nel tardo ottocento-inizio novecento. Lavorando ad un redazionale su alcuni pittori è emersa anche un’attrazione eccezionale da parte dello scoglio verso i talenti dell’arte, soprattutto dalla fine dell’ottocento agli anni cinquanta. Un dato noto, in qualche modo metabolizzato ma, visto nella sua interezza, fa comunque impressione, fa riflettere. Sul valore paesaggistico e sociale, il connubio con la natura ed i suoi ritmi che, se in un’isola possono essere dei limiti, sono anche un valore e ciò che separa a volte protegge. Ed inoltre, tutto ciò costituisce un lascito, un’educazione all’arte, un coinvolgimento che come recita G. Clooney in “monuments men”, rappresentano i conseguimenti di un popolo, di una civiltà. 

Gruppo Artisti Elbani e non solo, con una produzione che subisce la crisi della pittura ma che continua e riprende in questi ultimi tempi e anche qui, con connotazioni al femminile. Come femminile è l’impronta lasciata nell’anteguerra da una personalità notevole come Benedetta Cappa, sposata a Marinetti creatore del futurismo, in arte solo Benedetta, cofirmatrice del manifesto dell’aeropittura con Balla lo stesso Marinetti ed altri, eclettica come il futurismo chiedeva, ammirata e stimata “mia eguale non discepola” dirà di lei il marito. 

Negli ultimi anni, con alcune mostre al Museo Guggenheim di New York, in particolare i grandi pannelli decorativi che si trovavano nella sala del consiglio del palazzo delle poste di Palermo, sta ricevendo molte attenzioni dagli americani: secondo loro precorre e anticipa la pop art. Prescindendo dalle valutazioni che ciascuno vorrà fare in merito al legame ed anche del valore del periodo e della stessa pop art (chi vuole può leggere l’interessante dialogo tra l’affermato critico Morosini poco prima della sua morte con il pittore Luciano Regoli, figura imprescindibile dell’arte elbana, pubblicato su “lo scoglio” inverno ’86), rimane il fatto che l’Elba ispira e influisce anche nella produzione di artisti internazionali coinvolgendoli nei propri ritmi e riti, inclusi i piccoli incidenti della vita quotidiana: la seconda figlia dei Marinetti, Ala (le altre sono Vittoria e Luce, ovviamente) cadrà dal muro della villa di Capocastello al Cavo, forse grazie al nome aereo o agli arbusti, si salverà e sarà soccorsa anche da Giuseppe Pietri, che era lì a comporre ispirandosi al mare (!). 

Questi incontri ci consentono di vedere la nostra realtà attraverso gli occhi sensibili degli artisti, di specchiarsi nella loro interpretazione, che poi rimane come un prezioso regalo. A noi il compito di cavalcare l’onda, di seguire la scia, come in uno dei più famosi quadri di Benedetta, “velocità di motoscafo”.