Cultura

La genetica animale per conoscere gli etruschi

​Incontro pubblico a Forte Inglese il 10 febbraio ore 16 con Marco Pellecchia dell’Istituto di Zootecnia dell'Università Cattolica di Piacenza

Con questo incontro dedicato ai risvolti della genetica, prende il via una nuova serie di appuntamenti dedicati alla scienza, promossi dal Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano insieme all'assessorato alla Cultura del Comune di Portoferraio per Inverno nel Parco, che entra ora nel vivo. 

"Il genoma degli animali domestici e le tracce delle antiche migrazioni umane è il titolo della conferenza del dr. Marco Pellecchia dell’Istituto di Zootecnia dell'Università Cattolica del Santo Cuore di Piacenza.

La capacità delle specie di sopravvivere adattandosi ai cambiamenti ambientali dipende dalla variabilità genetica. Il mondo della ricerca italiana e mondiale è molto attento a queste tematiche e lavora per tutelare e conservare la biodiversità. 

Marco Pellecchia svolge la sua attività presso il Centro di Ricerca sulla Biodiversità e sul DNA antico (BioDNA) dell’Università Cattolica di Piacenza. Dall’’esame della variabilità genetica del DNA dei bovini toscani di razza Chianina e Maremmana, è stato stabilito un collegamento tra i bovini e la civiltà etrusca e la loro comune provenienza dal Medioriente.

"Bos taurus, l’antenato selvatico delle vacche e dei buoi è stato addomesticato a partire da circa 10.000 anni fa - dice il direttore del Parco Franca Zanichelli - dopo la domesticazione la presenza di Bos taurus (nome scientifico del bue) è stata dipendente dall’uomo. 

Da sempre si è sospettato che gli Etruschi, insediati nel centro Italia nel primo millennio avanti Cristo, fossero un popolo di origine semitica. Lo stesso Erodoto attribuiva la loro provenienza dall’oriente. 

Studiando il DNA dei mitocondri di origine esclusivamente femminile poichè è il corredo informativo trasmesso in linea materna si comprendono affinità e diversità di parentela tra diversi soggetti animali e umani. In particolare controllando il DNA mitocondriale delle ossa degli antichi Etruschi e confrontandolo con quello dei toscani attuali si verifica una somiglianza maggiore rispetto a quella che emerge da popolazioni del Nord e Sud Italia. 

In parallelo, le vacche dell’Italia centrale hanno una elevata variabilità genetica maggiore di quanto non si verifichi nei capi presenti altrove nel nostro Paese. Questa ricchezza lascia supporre che in Italia centrale si siano stabiliti i primi stock riproduttivi di animali provenienti da altre terre. 

Nell’incontro proposto dal Parco al Forte Inglese venerdì 10 febbraio saranno quindi illustrate le possibili vicende che hanno visto Etruschi e chianine, a fianco a fianco, nella epopea di colonizzazione verso occidente, avvenuta con tutta probabilità, solcando il Mediterraneo a partire dall’Asia Minore".