Piove e l'acqua si infiltra nei locali della scuola media "Pascoli" di Portoferraio.
"Questa è la condizione della scuola. - ha scritto su Facebook il docente e rappresentante sindacale Michele Intorcia su Facebook, allegando un video - L’altro giorno ne abbiamo parlato anche in Collegio dei docenti, per la prima volta, dove ovviamente ho preso la parola riscuotendo il sostegno e l’approvazione della stragrande maggioranza dei miei colleghi, del personale ATA, solo chi vuole negare, non sa".
"Qua c’è poco da stare tranquilli. - ha aggiunto - La voce è unanime: è deprimente, vergognoso, avvilente venire a lavorare in queste condizioni. E il problema dell’edilizia scolastica in capo al Comune di Portoferraio è un problema diffuso, visti gli interventi delle maestre al Collegio l’altro giorno, che ringrazio per avere aperto la discussione, finalmente, dopo anni ho visto una classe docente critica e indignata di fronte a una situazione che va avanti da anni. Ora siamo stanchi. Questo è ciò che ho da dire come docente, come Uil e sigla sindacale informerò tutti gli organi di competenza, se c’è da scrivere al segretario nazionale scrivo anche a lui".
"Di selfie e passerelle siamo disgustati. Vogliamo un piano d’investimento serio sull’edilizia scolastica nel Comune di Portoferraio, dalla manutenzione alla progettazione. Mi dispiace dirlo, ma la scuola non è la vostra priorità, tant’è che non rispondete alle mail ufficiali dell’Istituto, avete tagliato anche quei 4mila euro che in passato arrivavano nelle casse scolastiche destinando attualmente 0 euro. Personalmente, è un anno che sto cercando di avere un contatto giornalistico per riprendere la questione dell’ascensore con il blog su cui scrivo, bMagazine, grazie al quale anni fa sollevammo la mancanza di un’ascensore per le persone diversamente abili, andatelo a cercare, vi pubblico i link al primo commento. Ho scritto sia a Zini sia a Nocentini, mi ha risposto via mail solo Zini. Siamo a un bivio. È una situazione, riporto le parole dei miei colleghi che mi fermano e mi chiedono di fare qualcosa: “da terzo mondo”. Giorni fa parlai in Calata con alcuni commercianti del posto e feci loro questa domanda: “ma se nelle scuole ci piove dentro, con 160mila euro da spendere, cosa fai? Aggiusti i tetti e fai manutenzione straordinaria o metti le luci?” La risposta: “Dio Bono, la scuola, ci vanno i ragazzini”", conclude Intorcia.