Attualità

Da Bernasconi un quadro per i carabinieri

L'artista elbano ha voluto donare una sua opera in occasione della 80esima ricorrenza di un fatto tragico per i carabinieri romani

Bernasconi consegna il quadro ai carabinieri

Ricorre oggi l’ottantesimo anniversario della deportazione dei carabinieri romani nei campi di concentramento nazisti. Ordinata il 6 Ottobre del 1943, iniziò nelle prime ore della mattina successiva.

All’origine della decisione la convinzione delle gerarchie naziste che l’Arma potesse costituire un significativo intralcio ai loro propositi bellici. Poco più di una settimana dopo, le SS avrebbero dato avvio al rastrellamento della popolazione ebraica della Capitale. 

Circa 2.500 carabinieri furono arrestati e deportati e centinaia di loro non fecero ritorno. In ricordo di questa tragica pagina di storia e come tangibile segno di gratitudine e fiducia nell’Arma dei Carabinieri, questa mattina, presso la caserma sede della Compagnia e della Stazione Carabinieri di Portoferraio, alla presenza del Comandante della Compagnia e di una rappresentanza dei carabinieri elbani, l’artista Pierluigi Bernasconi, in arte “de Bernascon”, ha donato all’Arma il dipinto intitolato: “deportazione dei Carabinieri di Roma”.

Il pregevole dipinto, che sarà collocato al primo piano dello stabile, non distante da un'altra opera realizzata dallo stesso autore e raffigurante il sacrificio del vicebrigadiere Salvo D’Acquisto, raffigura gli istanti in cui gli allievi carabinieri di Roma, alle prime ore del 7 ottobre 1943 vennero fatti salire sui treni merci con la falsa notizia – fatta circolare ad arte per tranquillizzarli – che sarebbero scesi a Fidenza per essere impiegati nei territori del Nord Italia.

In realtà i carabinieri catturati furono deportati in campi di lavoro o di internamento in Austria, Germania e Polonia, da dove oltre 600 non tornarono più e gli altri riuscirono a fare ritorno soltanto dopo circa due anni di fatiche, sofferenze e stenti. Forte l’emozione dell’artista, ringraziato dal Capitano Boccia per il suo legame, autentico e sentito, all’Arma dei Carabinieri.