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Pazienti reumatologici, "non sospendere terapie"

I consigli del dottor Cecchetti, primario di Medicina e presidente Sir, per la gestione della patologia reumatologica durante l'emergenza coronavirus

Riccardo Cecchetti

“Non sospendere le proprie terapie anche in caso di farmaci potenzialmente immunosoppressivi e mantenere uno stretto contatto con il proprio medico di riferimento”. 

Sono solo due dei consigli che in questo momento di apprensione sanitaria generalizzata legata alla diffusione del coronavirus, Covid-19, si sente di dare Riccardo Cecchetti, presidente della sezione toscana della società italiana di reumatologia (Sir) e direttore della reparto di Medicina Interna e servizio di Reumatologia dell’ospedale di Portoferraio, alle tante persone, soprattutto anziani, che in questi giorni si stanno rivolgendo a lui per consigli.

“La sospensione generalizzata delle terapie farmacologiche per le patologie reumatologiche è un atteggiamento ingiustificato – dice Cecchetti – e rischia di generare una moltitudine di riattivazioni cliniche che sarebbero molto pericolose per la maggior parte dei pazienti. Questa è una indicazione contenuta anche nei principi di comportamento stabiliti a livello nazionale dal presidente della Sir, Luigi Sinigaglia. I pazienti reumatologici in trattamento con farmaci potenzialmente immunosoppressivi devono attenersi alle disposizioni ministeriali per la prevenzione delle infezioni. Può essere incoraggiata, quando possibile e quando ritenuta utile, la pratica del lavoro a distanza per le persone ancora lavorativamente attive. A tutti i medici che seguono questi pazienti, in considerazione della prevedibile riduzione generalizzata delle attività ambulatoriali, di day hospital e infusionali è sempre consigliato di mantenere uno stretto controllo su tutti i pazienti e in particolare su quelli in trattamento con farmaci biologici”.