Cultura

Chiesa del Forte, rientrano i dipinti

Concluso il restauro di alcune opere collocabili stilisticamente tra le scuole pittoriche fiorentine del XVII e XVIII secolo

Uno dei dipinti restaurati

Una valorizzazione concreta del patrimonio artistico spagnolo: ecco l’obiettivo che l’Amministrazione Comunale di Porto Azzurro sta perseguendo. Nella tarda mattinata di venerdì 13 luglio, infatti, sono rientrate dal restauro altre opere di notevole pregio artistico provenienti dall’antica chiesa del Forte e collocabili stilisticamente tra le scuole pittoriche fiorentine del XVII e XVIII secolo: “L’Assunzione di Maria”, “La Vergine tra i santi Francesco e Luigi di Francia” e una particolare “Madonna del rosario”.

A darne notizia è Fabrizio Grazioso, Presidente del Consiglio Comunale, il quale, già dallo scorso anno, in collaborazione con la Soprintendenza di Pisa e Livorno, aveva curato il progetto e predisposto il rientro post-restauro. Da settembre 2017 son già sei le opere “riportate a casa”; adesso ne mancherebbe soltanto una, il gigantesco “San Giacomo a cavallo”.

Per quanto riguarda la futura collocazione delle tele (che presenteranno comunque il 3 agosto), l’Amministrazione non ha ancora sciolto la riserva; i luoghi individuati sarebbero due, ma ciò non toglie che dopo il restauro della chiesa del Forte gli stessi dipinti, in accordo con le Belle Arti, possano tornare direttamente nel luogo originario.

Tutte le opere, sino al 2014, erano custodite all’interno dell’edificio sacro; a salvarle dal pietosissimo degrado cui erano abbandonate ci ha pensato il funzionario della Soprintendenza Amedeo Mercurio, il quale interverrà all’inaugurazione della mostra prevista per venerdì 3 agosto.

Dopo la rimozione dal Forte, la lunga ricerca di fonti e scuole di restauro, una fra tutte la SACI (Scuola di Restauro Americana), il cui capo dipartimento è Roberta Lapucci, la restauratrice che da tempo lavora sull’Elba.

Dallo scorso anno, comunque, l’impegno e la vicinanza del Comune di Porto Azzurro ha aperto la via del rientro e la ricerca si è allargata su più fronti.

E come ricorda Fabrizio Grazioso, delegato alla Cultura, questa dovrebbe essere una soddisfazione per tutta la comunità, una comunità che ritrova, dopo secoli, i doni con cui la corte granducale aveva reso omaggio ai governatori del Presidio Spagnolo. "Adesso - conclude l’Amministratore – abbiamo tutte le carte in regola per allestire un vero e proprio “Centro di interpretazione della città” aperto più mesi l’anno. E’ dunque abbastanza chiaro che l’impegno per rendere nuovamente pubblico il patrimonio ereditato dalla Corona Spagnola parta proprio da qua".