Attualità

Aeroporto, opportunità ed ostacoli

"Il modello Elba ed il sistema dei trasporti" nel Blog ELBA OMNES di Antonella Danesi

A margine dell’intervista con il campione europeo di mountain bike, Alexey Medvedev, la conversazione è scivolata sulla frequentazione da parte dei russi dell’isola e, come è inevitabile, sulle difficoltà di trasporto e sulla mancanza di un aeroporto funzionante. Problema che riguarda anche i ricchi mercati del nord Europa, potenzialmente un bacino ideale per l’offerta turistica elbana, ma non effettivamente raggiungibili dalle nostre proposte. 

E’ banale sostenere che qualunque sia la linea tenuta ed il mercato di riferimento, avere una opzione in più sarebbe sicuramente utile, soprattutto in un momento di crisi come quello che avvolge il mercato italiano ed in particolare quello di “prossimità”, con il rischio concreto che il turismo balneare continui a soffrire. Ovviamente è facile a dirsi, meno a realizzarsi ed in ogni caso bisognerà scegliere, perché le risorse sono limitate, anche solo per indirizzare una promozione adeguata. I nostri interlocutori si stupiscono, perché la loro esperienza riporta che tutte le isole caratterizzate da un forte sviluppo turistico, lavorano tramite i loro aeroporti. 

Però la storia dell’Elba è particolare: la vicinanza alla costa e la millenaria consuetudine ai trasporti marittimi, hanno sicuramente influito sul modello di trasporto della prima crescita turistica, che si è sviluppata in concomitanza con l’ultima fase del “boom” economico nazionale. Modificare oggi questo sistema, con i costi attuali, senza essere Dubai, è sicuramente molto difficile e ci riporta allo stesso punto evidenziato in tutte le uscite in questa rubrica settimanale, e cioè che nessuno lo farà per noi, è nostra responsabilità ed insieme potenzialità e beneficio. Non possiamo contare su soggetti sovraordinati, lo dimostra il fatto che per il momento non riusciamo nemmeno ad avere la continuità territoriale, che pure è un diritto costituzionale e non una opportunità economica. 

A quanto pare, anche la speranza riposta nel nuovo bando gestito direttamente da ENAC e con compensazioni per il gestore aumentate, è andata delusa. Dobbiamo essere noi come territorio (ovviamente non può essere il comune di Campo, che già deve affrontarne le difficoltà sul territorio comunale, tra espropri e viabilità), quantomeno a progettare e sostenere il percorso, recepire le risorse e canalizzarle e, nei limiti delle nostre disponibilità, cofinanziare. Francamente, se guardiamo agli atteggiamenti ed alle esperienze passate, sembra irrealizzabile, ma può darsi che l’esigenza di rispondere ad un mercato che proprio fermo non ci vuole stare e che ci costringe a sfide sempre nuove, spinga a superare le divisioni ataviche e finalmente a decisioni condivise.