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Eurit a rischio chiusura per un parere

L'allarme dei sindacati: "Alle autorizzazioni della cava parere negativo del Parco anche se siamo fuori dal suo territorio". Domani un'assemblea

L'ampliamento Eurit visto dall'alto

I lavoratori della Eurit si riuniranno in assemblea Martedì 27 marzo con all'ordine del giorno il loro futuro, poiché se non verrà autorizzata in tempo la variante richiesta per la miniera non avranno più grandi prospettive di conservare il proprio posto. I lavoratori sanno che vi potrà essere solo un epilogo:  infatti la richiesta di ampliamento non è legata ad un incremento delle vendite ma è un discorso di sopravvivenza, la concessione data all'Eurit scade nel 2031 ma non si potrà più continuare a coltivare il fronte di scavo esistente poiché vi è materiale di cui è praticamente impossibile la commercializzazione. Quindi nella malaugurata ipotesi di chiusura dell'Eurit sull'isola d'Elba perderebbero il lavoro 18 fra operai e impiegati con contratto a tempo indeterminato più una sessantina di ditte di trasporto e servizi, un pezzo di realtà economica dell'Elba che potrebbe finire nell'arco di qualche mese. 

"Bisogna che le istituzioni si assumano le responsabilità, questa la realtà - dice una nota delle RSU Cgil dell'Eurit -  vi sono quasi tutti i pareri positivi, la soprintendenza archeologica, poi a seguito di integrazioni spedite il parere positivo della Direzione urbanistica e politiche abitative settore tutela riqualificazione e valorizzazione del paesaggio giunta regionale Toscana, parere positivo anche del comune di Porto Azzurro , del Settore Minerario Regione Toscana e dell'Unione Comuni Montana Colline Metallifere.
Resta l'incognita del settore tutela della natura e del mare della Regione Toscana,che sta esaminando le integrazioni inviate ma che vorrebbe l'approvazione del Parco Nazionale Arcipelago Toscano.
In pratica il settore tutela non vuole concedere un esito positivo se non dopo previa autorizzazione del Parco che a sua volta ha espresso parere negativo nonostante siano state inviate diverse integrazioni e nonostante il loro parere non sia assolutamente vincolante poiché l'Eurit è fuori dal territorio del Parco e quindi dalle sue competenze. Ci appelliamo  - dicono ancora i sindacati - alle forze politiche sane,quelle che tutelano la dignità delle persone e delle famiglie attraverso il lavoro,forze che governano la nostra regione affinché si adoperino a decidere per porre fine a questa grottesca situazione di rimpalli di responsabilità, obbligando i funzionari di competenza a esprimersi secondo quello che prevede la legge oppure che dicano veramente quali sono i motivi per cui si chiude un'azienda fino a questo momento florida, che esiste sull'Elba dal 1974 e non si nascondano su motivazioni ambientali,che dopo tutte le integrazioni prodotte, sono veramente risibili. Le maestranze quindi in assemblea il 27 decideranno quali sono le iniziative che metteranno in campo per difendere il loro posto, malgrado si faccia un lavoro sicuramente usurante, noi non siamo lavoratori garantiti chiediamo quindi  - conclude la nota del sindacato - che gli enti del territorio, Comuni e Ente Parco si facciano carico della nostra ricollocazione nell'ipotesi in cui il buon senso non prevalga".