Attualità

Nuova svolta sull'ipogeo, non era una zecca

La Soprintendenza di Pisa smentisce il parere dei colleghi fiorentini e appoggia l'ipotesi dell'associazione Ilva. E ora che fare del museo?

Alla fine l'unico modo per venirne a capo sarà quello di fare una seduta spiritica e chiederlo direttamente a chi l'ha costruita. Già, perchè la vicenda dell'ipogeo di Marciana sta prendendo i contorni del giallo storico degno del miglior Umberto Eco.

E' successo che la Soprintendenza di Pisa, per bocca dell'architetto Paola Raffaella David, sconfessando di fatto sia l’operato del Comune di Marciana e dei suoi consulenti (architetti Silvestre Ferruzzi e Luciano Giannoni), sia le opinioni dei colleghi altrettanto soprintendenti di Firenze, nega che la struttura sia mai stata una zecca o altra opera a servizio della comunità, come ghiacciaia o cantiere navale.

Si torna quindi alla casella di partenza, cioè al parere dell'associazione Ilva Isola d'Elba che l'identificava come tomba etrusca. La nota della soprintendenza pisana specifica che: 

1) “non appare credibile la destinazione dell’ipogeo a zecca, evidentemente bisognosa di spazi più idonei per le lavorazioni del metallo”;
2) “per l’ipogeo è anche poco credibile il riferimento al castello medievale sovrastante per l’eccessiva distanza da esso e per la mancanza di collegamenti diretti”;
3) “appare poco credibile l’enorme lavoro di scavo nella roccia granitica per il solo recupero di ambienti, così angusti e particolari, destinati alla sola conservazione o all’immagazzinamento di beni o cibi o bevande”;
4) “è da escludere l’ipotesi di una cantina di epoca moderna ancora per l’assoluta diversità di tipologia costruttiva e materiali usati e per la totale difformità di concezione e di spazialità rispetto alle opere post rinascimentali”;
5) “l’ipogeo costituisce forse il vano di una tomba etrusca con tanto di dromos come anche prospettato nel libro di Michelangelo Zecchini ‘Elba isola, olim Ilva”.

Si tratta quindi di cancellare i manuali di storia antica appena scritti e riscriverne di nuovi fino al prossimo colpo di scena che, siamo certi, non tarderà ad arrivare.

Nel frattempo c'è da sistemare una faccenda dei giorni nostri: a Marciana alla storia della zecca dei principi Appani avevano fatto la bocca al punto da inaugurare pochi mesi or sono il "Museo della Zecca" che, pare adesso, non esserci mai stata. Museo finanziato con fondi pubblici e che adesso dovrà, almeno, cambiare ragione sociale...

Vatti a fidare dei fiorentini...