Attualità

Professionisti per gestire il fenomeno tartarughe

Lo chiedono i consiglieri regionali Tommaso Fattori e Paolo Sarti, di Sì Toscana a Sinistra. "Attivare l'Osservatorio Toscano delle Biodiversità"

Un uovo di tartaruga

"Un evento eccezionale, ma che non può essere affidato nella gestione al solo volontariato". Questo, in sintesi, affermano i consiglieri regionali Tommaso Fattori e Paolo Sarti, di Sì Toscana a Sinistra.

“Per il quarto anno consecutivo - si legge in una nota -  le tartarughe marine Caretta caretta hanno scelto i litorali della Toscana per nidificare, ed è una bellissima notizia. Si tratta di un evento eccezionale, poiché normalmente la nidificazione avviene nel Mediterraneo centro-orientale, al massimo sulle spiagge calabresi o pugliesi. In questi giorni invece uno stupendo esemplare di tartaruga di quasi cento chili, con uno stupefacente carapace, ha risalito la spiaggia tra gli ombrelloni di uno stabilimento balneare a Marina di Campo. La Tartaruga ha nidificato proprio lì e le uova si schiuderanno a metà agosto, nel bel mezzo della stagione balneare. Potranno uscirne tra i 60 e i 150 esemplari, che dovranno poi trovare la strada fino al mare. La tartaruga ha fatto poi ritorno nella notte de 5 luglio sulla spiaggia di Marina di Campo, ma la sua perlustrazione non ha dato esito a una nuova deposizione, che forse è avvenuta in una spiaggia vicina. Fino a questo momento, il coordinamento della situazione a Marina di Campo è stato in pratica tutto sulle spalle di Legambiente Arcipelago Toscano che ha ricevuto l’aiuto dei gestori dello stabilimento balneare, di altre associazioni locali e di TartAmare, e la collaborazione del Comune di Campo nell’Elba, del Parco Nazionale dell’Arcipelago, della Protezione Civile", affermano i consiglieri regionali Tommaso Fattori e Paolo Sarti, di Sì Toscana a Sinistra.

“Sono state peraltro avvistate tracce di un altro esemplare nei pressi di Castiglion della Pescaia, un ulteriore bel segnale. In ogni caso, la delicatezza della situazione di Marina di Campo è evidente a chiunque, hanno quindi ragione TartAmare e Legambiente Arcipelago Toscano ad affermare che il monitoraggio e la tutela non possono essere affidate esclusivamente a personale volontario, per quanto preparatissimo. Occorre anche l'intervento di professionisti formati e scientificamente preparati per gestire la fase della schiusa delle uova e dell’entrata in acqua, deve cioè finalmente attivarsi l’Osservatorio Toscano della Biodiversità, per coordinare gli operatori professionali e i preziosi volontari di TartAmare. E' questo che chiediamo con urgenza alla Giunta Regionale con la nostra mozione. Un esito positivo della vicenda sarebbe un orgoglio per tutta la Toscana”.