Cultura

I relitti di Capo Sant'Andrea, ne parla Zecchini

Porta la firma di Michelangelo Zecchini lo studio pubblicato su Academia.edu dedicato ai due relitti rinvenuti nelle acque di Capo Sant'Andrea

Terzo appuntamento con l’archeologia sottomarina dell’Elba. Dopo i relitti di Procchio e di Chiessi, oggi Michelangelo Zecchini pubblica on line, su Academia.edu, i due relitti di Capo Sant'Andrea a Marciana.

Il primo, trovato nel 1958 dai collaboratori del grande archeologo Nino Lamboglia, si trovava addossato alla scogliera a pochi metri di profondità e anche per questo fu ben presto saccheggiato a piene mani. Il secondo fu scoperto nel 1969, a 45 metri di profondità, circa 200 metri a nord della punta. Era completamente insabbiato e fu parzialmente indagato da una équipe di subacquei inglesi sotto il controllo della soprintendenza alle antichità. Entrambi i relitti portavano un carico di anfore piene di vino. La loro datazione risale all’epoca tardorepubblicana, tra la fine del II e gli inizi del I secolo avanti Cristo.

Nelle intenzioni di Zecchini c’è la costruzione di una rassegna scientifica, dalla preistoria al XVIII secolo, dei giacimenti subacquei che fanno da cornice al perimetro costiero dell’Elba. Lo scopo è quello di approfondire le cognizioni e di valorizzare, mediante pubblicazioni on line, un immenso patrimonio culturale che conta oltre 100mila pezzi finora sconosciuti ai più.

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