Cronaca

Rete di 70 metri recuperata nei fondali dell'Elba

La rete è stata recuperata tra S.Andrea e Le formiche della Zanca dai militari della Capitaneria di porto in collaborazione con i sub dei diving

Durante le operazioni di recupero della rete

Personale della Capitaneria di Porto di Portoferraio e dell’Ufficio Locale Marittimo di Marciana Marina, ha partecipato, garantendone la sicurezza, nella giornata dello scorso 8 Luglio, ad una operazione di recupero di una rete sommersa abbandonata in pessime condizioni su fondale nello specchio acqueo compreso tra Sant’ Andrea e le Formiche della Zanca.

Alle operazioni di recupero, svolte con l’impiego del battello veloce G.C.131, hanno partecipato attivamente i subacquei del Diving Il Careno di Sant’ Andrea e dell’Elba Diving di Marciana Marina, che nei giorni precedenti avevano individuato e segnalato alla Capitaneria di porto di Portoferraio l’attrezzo da pesca abbandonato, contribuendo fattivamente a rimuovere dal mare la rete dannosa che si trovava su fondale marino di profondità variabile dai 15 ai 38 metri.

Al termine della bonifica la rete della lunghezza di circa 70 metri circa, per un peso di oltre 50 chili è stata recuperata e quindi sottoposta a sequestro amministrativo da parte di militari della Guardia costiera 

Il fenomeno delle “Reti fantasma”, come spiegano dalla Capitaneria di porto di Portoferraio, al cui contrasto la Guardia Costiera è impegnata in prima linea da tempo, ha assunto dimensioni importanti con la crescita della flotta nazionale di pescherecci e l’impiego di attrezzi da pesca realizzati industrialmente e in materiale sintetico.

Negli ultimi anni accade infatti sempre più spesso che queste reti, se non utilizzabili, siano abbandonate volontariamente (talvolta accidentalmente) sul fondo del mare.

I danni delle reti fantasma sono procurati dall’oggetto fisico “rete”, che una volta sul fondo è da considerarsi al pari di un rifiuto plastico non degradabile ma anche dall’attività di pesca passiva che la rete continua indiscriminatamente ad attuare sui fondali marini e dall’incidenza della rete sul processo di cambiamento dei fenomeni naturali, sia nel punto dove le reti risultano appoggiate che nelle aree circostanti.

Di minor frequenza, ma non di minor impatto, l’abbandono di reti pelagiche che, una volta lasciate alla deriva, diventano trappole per tartarughe, uccelli marini e mammiferi acquatici. Inoltre queste reti rappresentano un rischio per la sicurezza dei subacquei.

Proseguirà nei prossimi giorni l’impegno della Guardia costiera elbana nell’operazione “Mare sicuro” a tutela del sicurezza della balneazione e dell’ecosistema marino.