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La memoria di Pizzolungo presentata a Campo

Si è conclusa da poco la presentazione di Sola con te in un futuro Aprile, il libro dell'elbana Gargiulo che racconta la strage di Pizzolungo

"L'ultima cosa che ho detto a mia madre è di comprarmi le fette biscottate. Pensavo di trovarla al mio ritorno, invece ho trovato tre bare. Vuote".

Questo straziante ricordo racchiude tutto l'orrore che Margherita Asta ha vissuto dal 2 Aprile 1985 quando un'autobomba destinata al giudice Carlo Palermo esplode colpendo l'auto che trasportava Barbara, sua madre, e i fratellini Salvatore e Giuseppe.

Questa storia, e molte altre storie, sono contenute nel libro (Sola con te in un futuro Aprile, ed. Fandango) che Margherita ha scritto insieme a Michela Gargiulo, giornalista ed esperta di cronaca giudiziaria. Una vicenda che anticipa, e forse inizia, in molti aspetti la famigerata stagione stragista di Cosa Nostra, culminata poi con gli attentati di Capaci e via D'Amelio.

Nel libro la cronaca nera e giudiziaria si intrecciano con la vicenda umana e personale di Margherita, con quella del giudice Palermo, in un inno al coraggio di raccontare per non dimenticare, al coraggio di non tacere per cambiare un mondo che non è così lontano geograficamente nè così indietro nel tempo quanto ci piace credere.

Lo hanno presentato, insieme al sindaco Lorenzo Lambardi e al giornalista del Tirreno Luca Centini, nel centro storico di Campo.

"Sono 900 le vittime di mafia - attacca Michela Gargiulo - per me l'incontro con Margherita è stato un incontro d'amore perchè di fronte ad una perdita del genere non si può fare a meno di voler proteggere chi l'ha subita".

"Di solito vengo all'Elba per rilassarmi - racconta Margherita - questa volta è un po' diverso. Quel giorno non capii subito cosa era successo, me ne resi conto quando, sul luogo dell'esplosione, vidi una macchia sul muro e capii che era mio fratello".

Il racconto prosegue ripercorrendo i tratti salienti della vicenda, del difficile rapporto con il giudice Palermo, con la comunità stessa di Pizzolungo, fino ad oggi: "Non mi accontento delle verità che sono emerse dalle sentenze - dice ancora Margherita - non mi bastano. Ci sono ancora molte domande: chi ha fornito l'esplosivo? Chi ha aiutato la mafia? I magistrati ancora oggi non sono lasciati liberi di portare a processo quei segmenti di mondo politico che fanno affari con la mafia".

Conclude la Gargiulo: "Quella che raccontiamo in questo libro è una mafia che non c'è più, era una mafia facile da individuare e più semplice da controllare. Adesso è molto meno violenta perchè non ha bisogno di uccidere, ha trovato i canali finanziari per fare a meno della politica: la mafia è ancora presente ma indossa abiti molto più raffinati".