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Tasse doppie al volontariato, il grido di protesta

A lanciare l'appello è la Federazione della Misericordie della Toscana per voce del presidente Corsinovi che chiede al governo di fare marcia indietro

Foto di repertorio

La manovra di bilancio del governo raddoppia l’aliquota Ires al volontariato, che passa da quella ridotta del 12 per cento a quella ordinaria del 24 per cento, e dalla Toscana parte il grido di protesta delle Misericordie della regione.

Ad intervenire sulla vicenda è il presidente della Federazione regionale delle Misericordie della Toscana, Alberto Corsinovi.

"Le Misericordie della Toscana - ha dichiarato Corsinovi - sono l’espressione forse più radicata, certamente la più antica, del volontariato nella nostra regione e nel corso della loro secolare storia hanno visto sommovimenti, rivoluzioni, guerre". 

"Eppure - ha sottolineato Corsinovi - mai ci saremmo aspettati che, in un momento in cui ancora sono forti ed evidenti gli effetti di una crisi che ha aumentato i bisogni e le povertà della gente, il governo decidesse una manovra di bilancio che voleva essere di rilancio e che invece ci penalizza così gravemente".

"Se rilancio ci sarà, - ha aggiunto il presidente - certo non riguarderà chi ha più bisogno, le persone verso cui è diretta tanta parte dell’impegno delle Misericordie e delle altre realtà di volontariato, perché il raddoppio delle tasse che ci è stato gettato sulle spalle renderà più difficoltosi gli interventi e in alcuni casi li metterà a serio rischio".

"In questi giorni - ha proseguito Corsinovi - abbiamo ricevuto tante attestazioni di vicinanza, anche da esponenti politici di tante parti diverse, che evidentemente non sono d’accordo con questa iniqua misura decisa dal governo centrale; per questo chiediamo con forza che chi ha voluto questo intervento ci ripensi". 

"Intanto - ha dichiarato Corsinovi - stiamo valutando come manifestare la denuncia e la forte protesta, nostra e di tutto il mondo del volontariato, che punta non certo a difendere interessi corporativi, ma i bisogni della nostra gente, delle nostre comunità e in modo particolare dei più deboli ed emarginati".

"Siamo tradizionalmente abituati a prestare il nostro servizio in silenzio, - ha concluso il presidente - un tempo i nostri volontari portavano aiuto con il cappuccio per restare anonimi, ma stavolta sentiamo l’obbligo, come più antica associazione di volontariato, di lanciare un grido di protesta e un accorato appello a cancellare questa ingiustizia, nella consapevolezza che tanti possono unirsi alla nostra voce".