E' stata effettuata nei giorni scorsi l'autopsia sul corpo di Sabine Fischer, la 35enne turista tedesca rimasta uccisa nel terribile schianto del Suv in località San Giuseppe a Rio Elba.
Gli investigatori attendono con ansia i risultati che dovrebbero arrivare presto perchè saranno fondamentali per fare luce sulla dinamica dell'incidente che, dopo giorni di indagine, appare meno chiara di quanto inizialmente ipotizzato.
Se in un primo momento infatti pareva che alla guida del Suv bianco che si è abbattuto contro il muro di una villa all'alba del 16 luglio ci fosse il compagno della donna, Boris Ebraim Gooran, adesso tale supposizione è stata messa in dubbio dagli inquirenti.
Decisive saranno anche le analisi che il Ris sta effettuando sulle tracce di sangue trovate sugli airbags che sono scoppiati al momento dell'impatto. La posizione del 42enne tedesco, uscito miracolosamente illeso dall'incidente, rimane libera e nessuna accusa è ancora stata formulata a suo carico ma, da quanto si apprende, non sarebbe stato completamente lucido al momento dell'impatto.
Qualche dubbio è stato sollevato anche sul comportamento tenuto da Gooran nei momenti successivi all'incidente che è costato la vita a Sabine Fischer: rimasto sul posto per oltre un'ora mentre il medico della Misericordia tentava di salvare la compagna, si è poi allontanato, in preda allo choc, facendo perdere le proprie tracce. Solo a mattina è stato poi ritrovato nelle campagne vicine.
L'assenza di testimoni sul luogo dell'incidente renderà quindi ancora più decisive le prove mediche che scaturiranno dal referto autoptico. Nel frattempo le indagini proseguono, affidate al comando dei carabinieri di Portoferraio.
I due avevano trascorso una serata nel versante orientale dell’isola, stavano rientrando a Capoliveri, in un appartamento di loro proprietà e sarebbero dovuti ripartire il giorno dopo per la Germania, dopo un periodo di vacanza trascorso sull’isola.