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De Santi: "Non possiamo perdere altro tempo"

Il sindaco di Rio Elba spiega le ragioni della protesta e tiene aperto il presidio fino a quando dalla Regione non arriveranno impegni scritti

"Questa non è una protesta contro qualcuno ma per far sentire la voce di un territorio dimenticato". Lo ripete spesso Claudio De Santi per chiarire che il presidio non vuole avere colore politico ma se il messaggio è lanciato, il destinatario è chiaro ed è il governatore Enrico Rossi.

Da lui, e dal finanziamento che dovrebbe garantire, dipendono le sorti di un intero versante dell'isola. "Questa attività che abbiamo voluto svolgere - spiega De Santi - serve a far capire che abbiamo bisogno di energie economiche. Finora sono stati spesi 450mila euro ma non hanno prodotto risultati concreti: la strada del Piano è chiusa, non c'è uno studio che ci dica l'entità precisa del problema e la bretella costruita per collegare i due paesi è già disastrata".

Sulla bretella in verità dovrebbero partire dei lavori di manutenzione già domani - secondo quanto annunciato dal vice sindaco di Rio Marina - ma non è una soluzione al problema, ben più grave, della sicurezza dei cittadini che in quella zona abitano.

"Si doveva partire subito con lo studio - continua de Santi - che fra le altre cose richiederà un anno. Rischiamo di rimanere così ancora per altre tre stagioni come minimo, è inutile promettere cose diverse. Stiamo parlando del secondo porto elbano, un luogo strategico che rifornisce di acqua ed elettricità il resto dell'isola. A Gennaio ci fu detto che i soldi non c'erano, poi che forse si sarebbero trovati a Maggio mail punto è che noi non possiamo aspettare, rischiamo già ora di perdere un'altra stagione".

"Do atto ai sindaci dell'isola di aver dato a disponibilità ad un finanziamento attingendo dalla Gestione Associata del turismo ma è la Regione che deve garantire il rientro del prestito. Capisco che questa manifestazione possa dare fastidio a qualcuno e non è un caso che proprio oggi si promettano fogli in volo da Firenze ma non dobbiamo abboccare, ce ne andremo solo quando potremo disporre materialmente dei soldi per lo studio che ci serve".