Cultura

Centauro: "Elbani, salviamo l'Ipogeo"

Il presidente dell'associazione Ilva Isola D'Elba Giuseppe Centauro lancia un appello sulla pagina Facebook dell'associazione per salvare l'Ipogeo

"Il colpo di coda del sindaco Bulgaresi, conseguente alla nota ufficiale della Soprintendenza ai Beni Architettonici di Pisa che boccia la sua ipotesi di Zecca, è davvero indicibile: non trovo altre parole al momento, scusate. Di certo la Signora ha usato espressioni anacronistiche e villane, frutto di un maldipancia che nasce dalla reiterata superficialità che trova riscontro persino oggi con quelle argomentazioni fuorvianti per giustificare una replica davvero inopportuna (specie se consideriamo che le parole come pietre vengono dal primo cittadino), addirittura spregevoli nelle valutazioni di merito nei confronti di terzi, o meglio dell'associazione Ilva, laddove il silenzio sarebbe stata la giusta reazione dopo i tanti errori commessi in questa triste vicenda.

Affido quindi a voi ogni ulteriore giudizio, non prima di rivolgermi a tutti gli amici elbani, in primis ai consoci dell'associazione Ilva che, non solo meritano tutto il rispetto possibile, ma semmai anche un plauso speciale per l'attenzione riposta anche in questa circostanza, per aver difeso i diritti di una testimonianza culturale fin qui sconosciuta e da valorizzare qual è l'ipogeo marcianese. Una gemma preziosa per la storia isolana. Invece oggi, siamo al centro di un tendenzioso attacco diffamatorio per il solo fatto di aver voluto proteggere ed amplificare il valore di un bene culturale da condividere oltre i confini isolani.

La signora Sindaca mi chiede dove fossi quando hanno ripulito i locali, poi infelicemente adibiti ad un qualcosa che niente aveva a che fare con quell'ambiente, ossia a un museo della zecca di Marciana. Dove, guarda caso, non c’è nemmeno una monetina coniata nella assai presunta zecca né piccoli o grandi strumenti di coniazione trovati nei locali dell’ipogeo. Nulla di nulla che abbia attinenza diretta con la zecca di Marciana.

Niente invece avevo saputo sul progetto di trasformarlo in “zecca”, finché la scorsa estate, a luglio, è stato inaugurato il museo. Allora capii che le cose non stavano andando bene e puntualmente, pochi giorni dopo, seppi
dall'amico prof. Garzonio che le mirabili incisioni parietali, che pure
avevo visto in buono stato di conservazione, si stavano sbriciolando a causa della condensa dovuta agli scambi termici indotti dagli allestimenti e dal flusso incontrollato dei visitatori. 

Fu allora che, come conservatore e restauratore, manifestai il mio completo disappunto per un qualcosa che, con maggiore attenzione e cura, poteva essere stato evitato. Di contro con grande tempestività, per quei giudizi e soprattutto per avere offerto aiuto non richiesto al fine di porre rimedio al progredire del disfacimento, il giorno 28 agosto 2014, mi trovai sbattuto, insieme allo stesso Zecchini, in bacheca comunale ed in prima pagina sui giornali, nominato in una delibera di consiglio comunale a dir poco indecente nei contenuti e nel rispetto della legge sulla privacy. 

In questa occasione si recavano accuse gratuite quanto offensive nei confronti della mia onorabilità di docente universitario. Adesso, si viene a dire che le ingerenze non sono gradite, quando in realtà si è sempre ed esclusivamente trattato, da parte della nostra associazione, di un'azione mossa per salvare da sicura distruzione un bene culturale