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Catalizzatori e normativa: cosa sono, come funzionano e quando sostituirli

​La comunità Europea si esprime spesso in merito alle faccende che riguardano la circolazione dei veicoli a motore, con lo scopo di regolare le emissioni inquinanti da questi prodotte.

La comunità Europea si esprime spesso in merito alle faccende che riguardano la circolazione dei veicoli a motore, con lo scopo di regolare le emissioni inquinanti da questi prodotte.

Tra le normative europee di maggior spicco in fatto di veicoli, c’è sicuramente quella riguardante il catalizzatore che ha la funzione di mitigare la produzione di particolato da parte dei motori a combustione interna.

Così, la Direttiva 91/542/CEE (che modificava la precedente direttiva 88/77/CEE) ha introdotto la classificazione ambientale EURO, uno standard per la quantificazione delle emissioni dei veicoli a motore, in vigore dal 1° gennaio 1993.

Inoltre, a partire da questa data, le case automobilistiche sono obbligate a produrre veicoli con alimentazione a iniezione e con la cosiddetta marmitta catalitica o catalizzatore.

Cos’è il catalizzatore e come funziona

In generale, con il termine catalizzatore si indica una qualsiasi sostanza che genera la catalisi, un fenomeno che velocizza una reazione chimica.

Nello specifico, infatti, i catalizzatori delle auto (e dei motocicli) sono dei dispositivi che sfruttano il fenomeno della catalisi per ridurre l’inquinamento prodotto dal motore. Tali dispositivi di conversione catalitica sono installati all’interno dell’impianto di scarico, nella sezione terminale.

Immagine su catalizzatore da auto-doc.it

Il catalizzatore funziona grazie al supporto ceramico contenuto al suo interno che contiene anche dei metalli che funzionano da catalizzatori, come il palladio, il rodio o il platino. La struttura dei catalizzatori mediante questi metalli preziosi ha fatto sì che ci fosse un’impennata di furti di catalizzatori, fenomeno al quale Toyota e altre case automobilistiche stanno rispondendo “tracciando” i dispositivi.

Grazie alla sua struttura e all’azione di questi metalli, il catalizzatore funziona modificando gli elementi inquinanti in maniera diversa a seconda che si tratti di motore a benzina o a diesel. Nel primo caso, l’ossido di azoto viene scisso in azoto e acqua, mentre nei motori diesel, il monossido di carbonio viene trasformato in anidride carbonica e acqua.

Ciascun veicolo, in base alle proprie specifiche tecniche (carburante impiegato, potenza, livelli di compressione, eccetera) avrà un proprio catalizzatore che consentirà di ridurre le emissioni e di essere in regola con la normativa stradale.

Quando sostituire il catalizzatore

Solitamente il catalizzatore nelle automobili può durare fino a 200.000 km percorsi, ma accade anche che questo smetta di funzionare prima. Spesso questo accade perché il catalizzatore è stato contaminato dalle impurità dei carburanti di bassa qualità o perché i cilindri del motore mancano di compressione.

Gli aspetti positivi sono che la maggior parte delle automobili segnala il malfunzionamento dei catalizzatori e che la loro sostituzione non è eccessivamente gravosa. Per sostituire il catalizzatore, infatti, non è necessario rimpiazzare anche lo scarico.

Inoltre le normative consentono di rimpiazzare questo dispositivo con un componente di serie oppure con uno diverso, purché sia omologato e compatibile con il veicolo su cui verrà montato.