Cronaca

Villette di Lacona, chiesti tre rinvii a giudizio

Il Pm ha chiesto il rinvio a giudizio per il costruttore Alain Croci, il progettista Carlo Alberto Ridi e il dipendente comunale Vincenzo Rabbiolo

Sono tre le richieste di rinvio a giudizio che il Gip livornese Mosti dovrà valutare nella prossima udienza fissata per l'11 dicembre  riguardo al caso delle villette di Lacona. Le indagini dei sostituti procuratori Daniele Rosa e Gianfranco Petralia hanno infatti portato alla formulazione per Alain Croci, Carlo Alberto Ridi e Vincenzo Rabbiolo dei reati che vanno dalla violazione del vincolo paesaggistico, all'abuso di ufficio e falso ideologico in atti pubblici. 

La nota vicenda è quella delle tre villette costruite in località Colle delle Vacche che già lo scorso gennaio furono oggetto di un provvedimento di sequestro da parte degli agenti del Corpo forestale ma che trae origine già dal 2013 quando, in seguito alle segnalazioni di Legambiente, ci fu un primo blocco dei lavori (peraltro ignorato secondo le accuse dei magistrati).

La costruzione del complesso immobiliare rientrava in una convenzione con il Comune di Capoliveri che prevedeva la costruzione del canile comprensoriale, opera che tuttavia non è mai stata realizzata mentre i tre caseggiati hanno visto presto la luce.

Le responsabilità sono ora attribuite dalla magistratura inquirente a Alain Croci, titolare della Nicole Immobiliare "proprietaria dei terreni e committente dei lavori e della Edilcostruzione esecutrice materiale dell'opera", Carlo Alberto Ridi "progettista e direttore dei lavori" nonchè ex assessore comunale all'ambiente di Capoliveri e Vincenzo Rabbiolo, responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Capoliveri.

Tutti e tre sono imputati in concorso di aver "realizzato l'opera sulla basi di provvedimenti illegittimi e quindi da ritenersi nulli in quanto non idonei in relazione alla tipologia delle opere realizzate", il provvedimento descrive poi "un fabbricato di modeste dimensioni trasformato in tre villette con un imponente sbancamento e corredato da una strada di accesso". Viene loro poi imputata "una mancanza di controllo e verifica da parte dei competenti uffici comunali".

La posizione più delicata pare essere quella di Vincenzo Rabbiolo che, in qualità di ufficiale comunale, è imputato per abuso d'ufficio e falso ideologico in atto pubblico. A lui i Pm contestano di "di aver agevolato i reati con più azioni consecutive seguendo un preciso disegno criminoso" e di aver rilasciato documenti "da ritenersi ideologicamente falsi". Per Croci e Ridi invece l'accusa ritiene che abbiano rilasciato "relazioni da ritenersi ideologicamente false in quanto basate su presupposti del tutto infondati oltre che inverosimili". 

Legambiente non commenta la richiesta di rinvio a giudizio ma annuncia che si costituirà parte civile e invita il Comune di Capoliveri a fare altrettanto.