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Il dissalatore, un problema di tutta l'Elba

Adesioni da tutti i comuni al comitato per il "no". Sapere: "Chiederemo un incontro con la conferenza dei sindaci, il problema è comprensoriale"

La zona dove dovrebbe sorgere il dissalatore

Il dissalatore è un problema di tutta l’Elba. E’ questo quanto emerso dalla riunione che si è tenuta nel pomeriggio di martedì 10 ottobre a Mola, convocata dal “Comitato per la Salvaguardia di Mola e Lido – No al Dissalatore”, alla quale hanno partecipato un centinaio di persone. Sul tavolo, fra le proposte del comitato, la sensibilizzazione della popolazione elbana su quanto sta accadendo e le possibili iniziative legali per contrastare la realizzazione di un dissalatore nella piana di Mola, con pompaggio dell’acqua e rilascio dei residui salini in prossimità della spiaggia di Lido di Capoliveri.

“Stiamo ricevendo adesioni da tutta l’isola – ci ha detto il presidente del Comitato Italo Sapere – le ultime in ordine di tempo arrivano da Marina di Campo e da San Piero, a dimostrazione del fatto che la gente sente come proprio il problema anche se non è geograficamente e fisicamente toccata in maniera diretta da quello che è stato progettato di fare. Perché solo ora la nostra opposizione , dirà qualcuno: semplice – ha voluto sottolineare Sapere – la pubblicità e la partecipazione sono stati assolutamente insufficienti. La presentazione pubblica dello scorso 8 giugno fatta a Capoliveri vide presente pochissimo pubblico, sia per il periodo sbagliato con la stagione turistica già iniziata, sia per la poca pubblicità e l’impossibilità di documentarsi. La presa di posizione di questi giorni di due sindaci (Papi e Ferrari, ndr) rafforza questo concetto, e la reazione scomposta di Asa e del sindaco di Capoliveri Barbetti non è altro che la conseguenza della nascita del nostro comitato e della sua attività”.

Intanto l’annunciato incontro del 25 ottobre per approfondire l’argomento è stato annullato dallo stesso primo cittadino capoliverese. “La riunione avrebbe riproposto lo stesso progetto e - secondo Sapere - non avrebbe spostato niente, visto che ormai è stato tutto approvato. Le minacce di requisire i pozzi? Certo la cosa sarebbe possibile, ma basteranno 15 milioni per mettere in rete i 4mila pozzi elbana?”

In questa situazione di stallo, fra una provocazione e l'altra,  il Comitato continua per la sua strada: “Abbiamo due obiettivi – ci ha detto ancora il presidente – continuare a sensibilizzare la popolazione elbana sulle negatività di un dissalatore nella ubicazione e nel modo in cui è stato progettato, e nello stesso tempo perseguire tutte le azioni legali per bloccarne l’iter. Fra l’altro – ha aggiunto ancora Italo Sapere – è praticamente certo che a livello urbanistico la pratica non è ancora completa, perché dovrà passare comunque dal consiglio comunale e seguire l’iter di adozione e approvazione, con le relative osservazioni”.

Al di là delle considerazioni in punta di diritto, restano comunque le recriminazioni del comitato: “Quando siamo andati a palare con l’Autorità Idrica Toscana - ci racconta ancora Italo Sapere – ci siamo sentiti dire che si trattava di un gioiello tecnologico; ci è venuto in mente che lo stesso termine era stato usato in passato per il gassificatore di Buraccio, e sapete tutti come è finita. Non vogliamo trovarci di fronte a un altro caso Buraccio: il carico antropico dell' Elba è fluttuante fra le presenze estive e i consumi del resto dell’anno, e la soluzione del problema, in assenza di grandi depositi idrici per non disperdere le risorse, non è il dissalatore. Questo progetto, oltretutto, insieme all’impatto ambientale nella piana di Mola e sulla spiaggia di Lido, produrrà nonostante le schermature 73 decibel continui di inquinamento acustico, con un rumore continuo h24. Avevamo proposto all’AIT una variante al progetto, interrandolo e spostando il pescaggio dell’acqua marina a Mola. Ci è stato risposto che ormai il progetto era quello, e che avremmo potuto anche accettare un ‘piccolo sacrificio’ per il bene della collettività”.

“A questo punto – conclude il presidente del comitato Italo Sapere – saremo noi a chiedere un nuovo incontro, e lo chiederemo alla conferenza dei sindaci dell’isola d’Elba. Le adesioni al nostro comitato dimostrano che la gente ha capito che ci troviamo di fronte a un problema comprensoriale, e crediamo dunque che ad assumersi le responsabilità di una decisione come questa debba essere tutto il territorio”.