Politica

Volantini di protesta, un altro punto di vista

Con una lettera firmata un cittadino di Capoliveri contesta la narrazione su quanto accaduto in merito alla rassegna letteraria che non condivide

"Qualche giorno fa, l'affissione di volantini a Capoliveri contro i finanziamenti pubblici di Autori in Vantina ha scosso la sinistra elbana, che, non abituata alle opposizioni, si è sentita censurata. Hanno subito etichettato questa protesta come “omofoba”, quando in realtà nel testo del volantino (“no propaganda gender con i soldi dei cittadini”), non c'è traccia di omofobia visto che non essere d'accordo con le teorie gender non significa odiare gli omosessuali; infatti, molte persone omosessuali sono schierate in prima linea contro queste teorie a tratti folli".

Lo scrive in una lettera firmata un cittadino che dà una sua interpretazione a quanto avvenuto a Capoliveri nei giorni scorsi.

"Chi si è sentito attaccato da questa azione, si è difeso concentrandosi solo sulla prima parte del testo: “no propaganda gender”, come se l'obiettivo annunciato fosse quello di tappargli la bocca, cosa falsa, ignorando completamente la seconda parte del testo: “con i soldi dei cittadini” - prosegue la lettera firmata - Ovviamente, non si tratta di una distrazione, ma di pura strategia politica. Così facendo hanno potuto fare leva sulla denuncia di un atto di omofobia inesistente e giocare la carta del vittimismo, senza pronunciarsi sul fatto che i castelli in aria delle loro idee siano stati pagati dai lavoratori capoliveresi". 

"Eppure, - prosegue la lettera firmata - sarebbe stato un duro colpo per i loro avversari se avessero dimostrato che la maggior parte dei contribuenti fosse d'accordo con questa spesa per il loro evento. Perché non affrontare anche questa parte della critica e annientarla una volta per tutte? Ovvio, non possono dirlo perché non è così".

"Autori in Vantina, purtroppo, si è spesso rivelato il megafono capoliverese di una visione del mondo (la teoria gender è solo la punta dell'iceberg) - prosegue la lettera firmata - che riguarda una piccolissima minoranza della popolazione, intrisa fino al midollo di ideologia neomarxista, e che a livello nazionale è guardata con diffidenza dai più (la stessa assessora che ha ideato la rassegna, sul suo profilo Facebook ci tiene a far sapere a tutti che i suoi idoli fin dalle superiori sono Marx e i dittatori comunisti genocidi Lenin e Stalin)'.

"A Capoliveri, come in tanti comuni piccoli, - si legge nella lettera firmata - abbiamo la fortuna di avere un quadro politico in cui non speculano i grandi partiti di destra e di sinistra, e proprio dal momento che queste tematiche ideologiche non rappresentano la struttura portante ed identitaria della attuale amministrazione, sarebbe bene liberarsi di quelle parti interne iper-ideologizzate, che sfruttano la loro posizione non per il bene disinteressato del paese, ma solo per portare avanti agende politiche distopiche internazionali".


"Si possono pensare delle novità per il 2026: i 33mila euro, o anche di più se l'amministrazione lo reputerà giusto, potranno essere utilizzati per eventi letterari e culturali non di parte, - prosegue la lettera - con ospiti veramente di fama nazionale e non famosi solo nel mondo della sinistra come succede a molti degli appuntamenti di adesso. O addirittura, giusto per fare un esempio delle infinite opzioni a disposizione, organizzare degli incontri nella forma del dibattito, in cui due visioni preparate e opposte possono scontrarsi a parole senza esclusione di colpi: un format anche più contemporaneo, divertente e che attirerebbe più pubblico. Così, chi lavora e paga le tasse ottiene dei veri servizi in cambio, e non una propaganda faziosa".


"È questa una proposta omofobica, fascista o ignorante? Decidete voi senza farvi influenzare da politicanti maliziosi. - prosegue ancora la lettera firmata - Poi, entrando nello specifico delle mistificazioni fatte dalla sinistra elbana, non si può non notare l'utilizzo della loro arma più amata e più spuntata: l'affibbiare etichette non veritiere e diffamanti (perché essere omofobi è realmente sbagliato, nessuno ha mai affermato il contrario) all'avversario, allo scopo di far associare immediatamente ad esso un'opinione negativa, prima ancora che il cittadino possa interfacciarsi con il messaggio veicolato dai volantini e sviluppare una propria opinione in modo autonomo. La stessa cosa vale per l'utilizzo di parole esagerate come “vandalizzato”, “imbrattato”, “deturpato” per indicare dei pezzi di carta attaccati col nastro adesivo".

"Tutti, quando ci siamo imbattuti nei vari comunicati, ci siamo aspettati foto di graffiti, di vernice spruzzata chissà dove o, aimè, del murales di Bolano distrutto, per poi ritorvarci lo scatto di un semplice foglio di carta. - prosegue la lettera firmata - Si è sicuramente visto di peggio.
Distribuendo queste etichette orrende, si autolegittimano a dare giudizi morali agli altri, ingannando il cittadino a fargli pensare che loro si trovino al di sopra della discussione politica, nel livello dove o si è giusti (loro) o si è sbagliati (tutti gli altri), compromettendo così qualsiasi processo democratico".

"In democrazia, infatti, tutte le idee hanno il diritto di battersi nell'arena politica, senza che una venga squalificata a priori perché giudicata sbagliata dalla sinistra. Visto che è lecito pensare che si tratti di pochissimi elementi all'interno di una maggioranza seria, l'amministrazione comunale, forse, dovrebbe prendere in considerazione di non prestare più il fianco e non farsi più veicolo di questi giochi politici ideologici che niente hanno a che fare con il bene dei capoliveresi.
P.S.: per attaccare l'iniziativa, i soliti noti si sono giustamente schierati in decisa difesa del murales di Italo Bolano, ma mentendo (o, almeno, scegliendo male la parola da utilizzare) nel dire che fosse stato “vandalizzato”. Sorge spontaneo di chiedersi se faccia parte di quest'installazione artistica anche la schiera di bottiglie di alcolici, bottiglie di plastica, bicchieri e mozziconi che abbelliscono una sera sì e l'altra pure i gradoni della Vantina, senza che nessuno abbia mai invocato alla caccia all'uomo, al dispiegamento di tutte le forze e al setaccio delle telecamere", si conclude la lettera firmata.