Cronaca

Diserbante nocivo per l'acqua, sanzione pesante

I carabinieri del Reparto Parco Nazionale Arcipelago Toscano mettono in guardia sul corretto uso dei diserbanti vicino a pozzi e falde acquifere

Lo scorso mese di marzo, a seguito di una segnalazione di una associazione ambientalista elbana sull’uso di un noto diserbante, i carabinieri forestali della Stazione Parco di Portoferraio sono subito intervenuti in loc. Mola per verificare le modalità con cui era stato utilizzato un noto erbicida.

I carabinieri forestali, come fanno sapere attraverso una nota, hanno accertato che a farne uso era stato un agricoltore titolare di regolare patentino fitosanitario ( o “patentino veleni”), documento indispensabile per poter utilizzare ad uso professionale i fitofarmaci nel settore agricolo (stiamo parlando di giardinieri, manutentori del verde, agricoltori ed utilizzatori professionali) e hanno approfondito la verifica sul tipo di prodotto utilizzato e sull’eventuale presenza di pozzi pubblici per la captazione delle acque per il consumo umano.

La presenza di un punto di captazione e della relativa area di salvaguardia (200 metri) prevista dalla legge, ha fatto sì che l’agricoltore sia stato sanzionato per 6.600 euro per aver violato le misure stabilite a tutela dell’ambiente acquatico e delle fonti di approvvigionamento di acqua potabile.

Il comandante dei carabinieri forestali del Parco Stefano Cipriani

“Si ricorda - dichiara il comandante dei carabiniero forestali, Ten. Col. Stefano Cipriani - che prima di tutto occorre conoscere bene la composizione del prodotto fitosanitario e le corrette modalità e tempistiche della sua distribuzione poiché gli effetti nocivi sono notevoli anche su insetti pronubi ed acari utili e poiché il prodotto deve essere specifico per l’avversità che si vuole combattere”. 

“Senza patentino fitosanitario non è possibile acquistare ed utilizzare in agricoltura antiparassitari, anticrittogamici, fungicidi, diserbanti, etc.”, aggiunge Cipriani.

“Per quanto riguarda, invece, la salvaguardia delle acque superficiali, la Regione ha individuato aree di salvaguardia distinte in zone di tutela assoluta e zone di rispetto. Tutelare qualitativamente e quantitativamente la risorsa idrica captata - soprattutto in un contesto idrografico come quello elbano - riveste una importanza prioritaria. Ricordo che nelle aree di rispetto sono vietate tutta una serie di attività, tra cui lo spandimento di concimi chimici, fertilizzanti o pesticidi”, conclude Cipriani.