Cronaca

Troppe multe, scoppia la protesta dei diving

Manifestazione pacifica dei titolari dei diving campesi contro il regolamento comunale. Mammi: "Per noi è questione di sopravvivenza"

Ogni giorno almeno una multa e così diventa impossibile lavorare. E' stata questa la scintilla che ha fatto esplodere la protesta dei diving di Marina di Campo, costretti a sbarcare attrezzature e ospiti a notevole distanza dal molo per non incorrere nella contravvenzione che manda in fumo l'incasso della giornata.

Come annunciato questa mattina sul porto di Marina di Campo si sono dati appuntamento i cinque titolari dei rispettivi diving del paese per chiedere di restaurare la possibilità di parcheggiare sul molo come gli altri operatori portuali.

Una titolarità concessa fino all'anno scorso ma che da quest'anno si sono visti negare, come spiega Massimiliano Mammi, presidente dell'associazione dei centri di immersione di Marina di Campo e organizzatore del presidio: "Se nulla cambia noi siamo nell'impossibilità di lavorare. Noi siamo cinque aziende che occupiamo in stagione dalle 10 alle 15 persone, sono tutte aziende familiari, in più sviluppiamo una mole di turismo subacqueo a Marina di Campo intorno alle 7mila persone data la vicinanza con i fondali più belli".

"Noi così non possiamo lavorare e siamo destinati a chiudere. Noi non chiediamo un favore ma vogliamo che questa situazione sia regolamentata come si deve. Sembra assurdo arrivare a dover manifestare per ottenere cinque posti auto su una banchina commerciale, una cosa piccola ma che per noi è vitale".

I manifestati lamentano anche di aver avuto poche orecchie disposte ad ascoltarli: "Oggi non si sono visti i candidati a sindaco - attacca Mammi - nessuno si è interessato a cinque famiglie e ai loro problemi, ai problemi di un settore che durante la stagione porta migliaia di turisti che muovono l'economia locale. Zero anche dal commissario prefettizio. I dirigenti comunali ci hanno ascoltato ma fino a quando non hanno direttive diverse non possono fare nulla".

"Oggi abbiamo messo in scena una protesta silenziosa e civile - conclude Mammi - ma non possiamo escludere di adottare altre forme di protesta per farci ascoltare perchè per noi, lo ripeto, è questione di sopravvivenza".