Attualità

Piano spiagge, osservazioni di Legambiente

Legambiente Arcipelago Toscano: "La nidificazione delle tartarughe marine pone la necessità di una nuova e più sostenibile gestione delle spiagge"

"Pur dando un giudizio sostanzialmente positivo rispetto al Piano di utilizzazione degli arenili (PUA) del Comune di Campo nell’Elba che – a differenza della normativa regionale – fissa le percentuali di occupazione delle spiagge con concessioni, nelle sue osservazioni al PUA, Legambiente Arcipelago fa diversi rilievi e presenta precise proposte per un utilizzo delle spiagge davvero sostenibile e moderno, come si legge in una nota.

Il Cigno verde fa rilevare che “Anche la Valutazione Ambientale Strategica e Studio di Incidenza (VAS) fanno un elenco esaustivo dei vincoli e delle tutele, anche se poi si propongono solo misure di gestione che sembrano parziali e che non tengono conto della vera novità ambientale (pur richiamata in poche righe della VAS), la nidificazione delle tartarughe marine Caretta caretta, che pone la necessità di una nuova e più sostenibile gestione delle spiagge”.


Le osservazioni di Legambiente Arcipelago Toscano evidenziano le seguenti situazioni:


"Spiaggia di Marina di Campo: Si definisce al 26% il rapporto attuale fra spazio in concessione e spazio totale dell’arenile dimenticando che questo è il rapporto relativo alla sola superficie demaniale (mq 30982/8006). Considerando nell’insieme dell’arenile anche le superfici definite come privata e dunque sottratta alla libera fruizione (mq 7137), comunale (mq 1052) della quale non sappiamo se e in che parte sia stata data in concessione, e demaniale idrica (mq 727) abbiamo un reale rapporto percentuale del 60,2 di superficie libera contro il 39,8 di superficie di non libera fruizione.
Inoltre, e questo vale per tutte le spiagge del PUA, per evitare che la libera superficie subisca ulteriori riduzione sono necessari controlli efficaci sulle reali dimensioni delle attività in concessione, compreso il rispetto della fascia di mt. 5 lineari dalla battigia (3 mt sulle spiagge ridotte) (che viene istituzionalmente considerato come spiaggia libera, pur non essendolo completamente). Apprezzabile in questo senso la decisione dell’Ente Locale di ridurre, sia pure in maniera quasi
simbolica, la superficie in concessione, a maggior ragione vista l’assenza di normative in merito di livello Regionale.


Utilizzazione degli arenili – Aree di proprietà privata. “Interventi eccedenti la ristrutturazione edilizia conservativa potranno essere attuati unicamente attraverso la formazione di un progetto unitario di riqualificazione e riorganizzazione complessiva delle aree interessate dall’attività, nel rispetto delle limitazioni previste dal PIT-PPR per la fascia costiera e delle disposizioni previste per le strutture in concessione di cui al successivo articolato.” La formula citata integralmente appare poco chiara e lascia spazio a interpretazioni di parte che possono rendere plausibili nuove volumetrie.
Per queste aree, in particolare quelle dunali e di pineta si dovrebbe pensare a un piano di recupero al patrimonio pubblico.


Strutture e servizi per la balneazione. “Qualora nell’area oggetto di concessione non siano già presenti edifici e/o manufatti di proprietà demaniale, per l’erogazione dei servizi è ammessa l’installazione di manufatti realizzati con strutture di tipo leggero e l’uso di tecniche e materiali eco-compatibili, rimovibili e riciclabili, al fine di garantire il ripristino delle condizioni naturali. Tali manufatti potranno essere collegati alle reti di urbanizzazione principale solo con opere e impianti a carattere provvisorio. Alla cessazione dell’attività/concessione dovranno essere rimosse tutte le opere compresi gli impianti tecnologici.” Al fine di evitare che il costo di eventuali ripristini ricada sulle casse comunali sarebbe utile definire le procedure di garanzia necessarie (fideiussioni, garanzie ipotecarie o altro).
lì dove si parla di "MIGLIORAMENTO DEI PUNTI DI ACCESSO ....." e si specifica di fare interventi di ristrutturazione vialetti .... con opportune opere di arredo e segnaletica (pag55, punto 1 del doc VAS - PUA studio di incidenza), si dovrebbe realizzare una cartellonistica dedicata per ogni accesso, nella quale descrivere l'impegno del Comune i Campo nell’Elba nel salvaguardare, valorizzare l'ambiente e la biodiversità autoctona.


Rispetto alle misure di tutela della biodiversità costiera richiamate più volte nella VAS e nello stesso PUA, si propone che il Piano di utilizzazione degli arenili del Comune di Campo nell’Elba faccia proprie le buone pratiche contenute nel “Protocollo d’intesa Comuni amici delle Tartarughe marina” già adottato e attuato da diversi comuni della Toscana e in tutta Italia che si sono impegnati a :
- Garantire il rispetto della normativa vigente a tutela del mare e degli ambienti costieri, come ad esempio il divieto di sosta e transito sulle spiagge dei mezzi a motore, l’accensione di fuochi o falò, l’abbandono di rifiuti, che rappresentano anche una grave minaccia per la vegetazione dunale e un pericolo per la nidificazione/schiusa delle tartarughe marine;
- Favorire la pulizia manuale delle spiagge, tutelando così la vegetazione dunale e tutti i potenziali siti di nidificazione;
- Occorre stabilire una moratoria sull’uso dei mezzi meccanici durante il periodo di nidificazione e nelle ore di balneazione, il divieto stabile nelle aree naturali protette con controlli regolari da parte di Guardia Costiera e Carabinieri Forestali, e sanzioni adeguate per i recidivi. Il PUA e i bandi per le concessioni devono incentivare la pulizia manuale e sostenere chi sceglie di gestire le spiagge nel rispetto dell’ambiente. 

Se proprio si rende necessario, per un qualche motivo urgente intervenire con mezzi meccanici sulle spiagge, occorre iniziare i lavori dopo le ore 6,30, quando le possibili nidificazioni di tartarughe marine sono meno probabili.
- Evitare gli interventi di sbancamento e spianamento delle dune che possano alterarne il contorno e minare l’integrità dell’ambiente costiero;
- Scoraggiare l’abbandono dei rifiuti sulle spiagge mediante adeguato posizionamento di isole Ecologiche adeguatamente realizzate e capienti;
- Incentivare il coinvolgimento e la partecipazione civica dei cittadini organizzando giornate primaverili di pulizia del litorale ed informando sulle semplici attenzioni da fare per lasciare le spiagge più pulite di quando si è arrivati;
- Limitare attraverso apposite ordinanze le emissioni luminose e rumorose in orario notturno;
- Collaborare con i referenti territoriali del Progetto LIFE TURTLENEST per la tutela dei siti di nidificazione della tartaruga marina censiti sul proprio litorale;
- Informare e sensibilizzare i gestori degli stabilimenti balneari sul valore e i vantaggi di adottare adeguate misure per una gestione consapevole delle spiagge e segnatamente:
- Posizionamento di lettini o ombrelloni. Attrezzare la spiaggia con porta ombrelloni fissi che possano essere lasciati in loco e utilizzati per l’intera durata della stagione riproduttiva per evitare danni accidentali al nido. Ridurre al minimo l’ingombro delle attrezzature mobili quali sedie a sdraio, lettini o equivalenti impilandole con il lato più corto rivolto verso il mare, preferibilmente in appositi punti di stoccaggio opportunamente posizionati nella parte alta della spiaggia.
- Presenza di altri ostacoli. Collocare le attrezzature sportive (canotti, SUP, tavole da surf, ecc.) e altri oggetti in appositi spazi preventivamente individuati e opportunamente posizionati per evitare che diventino un ostacolo per la risalita delle tartarughe marine.
Riduzione dell’illuminazione artificiale notturna diretta o visibile dalla spiaggia (da “Linee Guida per la riduzione dell’inquinamento luminoso a tutela delle tartarughe marine” Progetto LIFE TurtleNest – Rete Natura 2000):
Amministrazioni comunali e riduzione dell’inquinamento luminoso. I comuni costieri hanno un ruolo chiave nella tutela delle tartarughe marine, poiché gestiscono le spiagge su cui queste nidificano e hanno la responsabilità fondamentale di salvaguardarle attraverso interventi concreti volti a ridurre i rischi derivanti dall’attività umana. Una migliore illuminazione garantisce maggiore comfort e sicurezza, valorizzando il patrimonio urbano e gli spazi pubblici, consentendo al contempo di ridurre l’inquinamento luminoso. La luce non deve oltrepassare la sede stradale o il marciapiede. } Mantenere il livello minimo di normativa (non sovra-illuminare). } Posizionare i pali in modo che la luce non sia visibile dalla spiaggia. } I corpi illuminanti devono avere una temperatura di colore pari o inferiore a 3000K. } L’illuminazione deve essere ridotta negli orari di minore traffico. } Utilizzare controlli adattivi ove possibile (es. sensori di movimento).
Percorsi pedonali in assenza di veicoli motorizzati
La luce non deve andare dietro (solo verso la sede stradale/pedonale). Posizionare i pali in modo che non siano visibili dalla spiaggia, o comunque in modo che rechino meno disturbo possibile}. Utilizzare pali bassi con distribuzione ellittica della luce (ottica ciclopedonale). } Mantenere il livello minimo di normativa (non sovra-illuminare). I corpi illuminanti devono avere una temperatura di colore pari o inferiore a 2700K. L’illuminazione deve essere ridotta negli orari di minore traffico.} Utilizzare controlli adattivi ove possibile (es. sensori di movimento).
Le seguenti indicazioni possono essere integrate nel PUA e nei piani di regolamentazione urbanistica. Gli stessi criteri possono essere utilizzati per il rinnovo delle concessioni demaniali marittime:
Utilizzare l’illuminazione solo quando, dove e come necessario, in particolare illuminando solo le superfici utili, senza superare i valori minimi di norma; } Evitare qualsiasi forma di illuminazione dal basso verso l’alto; Evitare l’illuminazione diretta o indiretta dell’acqua e di elementi del paesaggio di origine naturale; Ridurre al minimo la dispersione dell’illuminazione pubblica verso la spiaggia; } Incentivare la schermatura delle luci visibili dalla spiaggia con protezioni che orientino il fascio luminoso verso il basso, riducendo la dispersione della luce verso la spiaggia; Qualora non sia possibile schermare completamente (es. a causa di dislivelli) un’illuminazione ritenuta indispensabile per motivi di pubblica sicurezza, ad esempio l’illuminazione stradale in prossimità di svincoli, incroci, attraversamenti pedonali, etc. si istituisca un orario limite per ridurre l’illuminazione; Incentivare l’uso di luci con una temperatura di colore pari a 2700K o inferiore, e conseguentemente ridurre l’uso di lunghezze d’onda blu, viola e ultraviolette; Utilizzare dispositivi per la riduzione della quantità di luce (dimmer), spegnimenti automatizzati (ad es. controllo orario) e sensori di movimento per l’illuminazione pubblica e privata in esterni; Evitare che le strutture turistico-ricettive, che insistono sulla spiaggia, illuminino l’arenile; Vietare l’uso di fasci di luce, roteanti o fissi, la proiezione di immagini o messaggi luminosi nel cielo sovrastante la spiaggia o sulla superfice dell’acqua e l’utilizzo di edifici e di altri soggetti architettonici o naturali per fini pubblicitari o di richiamo, anche se temporanei; Indicare per tutti gli interventi di illuminazione pubblica e privata l’applicazione delle Linee guida CMS per un’illuminazione responsabile.


Stabilimenti balneari e riduzione dell’inquinamento luminoso: Gli stabilimenti balneari rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo economico delle comunità rivierasche e hanno un interesse diretto nella gestione e nella conservazione della bellezza naturalistica del litorale. È fondamentale che queste attività operino in coerenza con principi di sostenibilità andando a mitigare gli impatti negativi sull’ecosistema costiero, incluso quello derivante dall’illuminazione artificiale notturna della struttura, bilanciando le necessità di sicurezza e comfort dei visitatori con la tutela delle tartarughe marine.


Aree ricreative al coperto: Limitare al massImo l’impatto della luce sulle aree circostanti. I corpi illuminanti devono avere una temperatura di colore pari o inferiore a 2700K R Per info sulla temperatura di colore, Kelvin (K). L’illuminazione deve essere regolabile (con dispositivi di riduzione del flusso luminoso, dimmer) in modo che la quantità di luce possa essere diminuita a seconda di attività e orari. Utilizzare l’illuminazione con uno scopo o lavoro preciso, non per motivi estetici; soprattutto si eviti di illuminare l’acqua o elementi del paesaggio di origine naturale, inclusa la spiaggia.
Aree esterne funzionali (es. parcheggi, aree sosta camper)
L’illuminazione deve essere progettata e installata per limitare al massimo l’impatto dell’illuminazione sulle aree circostanti. I corpi illuminanti devono essere completamente schermati se superano i 600lm. L’illuminazione deve essere ridotta negli orari di minore traffico nelle ore di minore attività. I corpi illuminanti devono avere una temperatura di colore pari o inferiore a 3000K. Utilizzare controlli adattivi ove possibile (sensori di movimento).
Aree ricreative all’aperto:
L’illuminazione deve essere progettata e installata per limitare al massimo l’impatto dell’illuminazione sulle aree circostanti. I corpi illuminanti devono essere utilizzati per illuminare la superficie destinata alle attività ricreative e le tribune - non per altre applicazioni, come l’illuminazione di un parcheggio nelle vicinanze.  Schermare i corpi illuminanti se superano i 600lm R Lumen (lm): misura la quantità di luce visibile emessa da una sorgente. I corpi illuminanti devono avere una temperatura di colore pari o inferiore a 3000K. L’illuminazione deve essere spenta entro le 23:00 o entro 30 minuti dalla fine dell’attività.


Facciate e ingressi di abitazioni e strutture ricettive: La luce deve essere orientata verso il basso. La luce non deve fuoriuscire dal perimetro dell’oggetto da illuminare (es. superficie del balcone, soglia dell’ingresso). Utilizzare corpi illuminanti con una temperatura di colore di 2700K o inferiore (luce calda) sia in interni che in esterni. Posizionare le fonti di illuminazione in modo che non siano visibili dalla spiaggia (es. posizionati nel lato più esterno della parte alta della pensilina guardando verso l’interno). Si incoraggia l’uso di tende per ridurre la visibilità dalla spiaggia delle luci interne. Spegnere le insegne e l’illuminazione interna (vetrine di negozi, uffici, scale) di attività che hanno terminato il proprio orario lavorativo.


Camping e aree di parcheggio private: L’illuminazione deve essere progettata e installata per limitare al massimo l’impatto dell’illuminazione sulle aree circostanti. r L’illuminazione non deve essere visibile dalle spiagge circostanti. r I corpi illuminanti devono essere completamente schermati se superano i 600lm. Schermare le luci visibili dalla spiaggia con protezioni che orientino il fascio luminoso verso il basso, riducendone la dispersione. 

L’illuminazione deve essere regolabile (con dispositivi di riduzione del flusso luminoso, dimmer) in modo che la quantità di luce possa essere diminuita nelle ore di minore attività. i corpi illuminanti devono avere una temperatura di colore pari o inferiore a 2700K (luce calda).
Illuminazione della spiaggia e sicurezza percepita:
L’illuminazione delle spiagge non dovrebbe essere utilizzata come deterrente contro atti di vandalismo o criminalità. Diversi studi, infatti, dimostrano che tali fenomeni si verificano indipendentemente dalla presenza di luce artificiale.

Inoltre, l’illuminazione delle spiagge, spesso intensa e così diffusa da illuminare il mare, genera un considerevole spreco energetico ed economico. Qualora necessario, si consiglia l’adozione di misure alternative di sicurezza, come l’impiego di vigilanza notturna o sistemi di monitoraggio che non richiedano illuminazione artificiale diretta. Le recenti videocamere di sorveglianza, infatti, non necessitano di ulteriore luce artificiale per funzionare correttamente. In caso di sorveglianza notturna, si raccomanda di dotare il personale di torce a luce rossa; questo colore della luce, infatti, riduce al minimo l’impatto sulla retina, garantendo una migliore transizione tra luce e buio. È importante che le torce siano utilizzate solo se necessario e solo per monitorare aree critiche, evitando qualsiasi forma di illuminazione intensa o intermittente che possa disturbare la fauna".