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Aeroporto, "pochi i voti in più per il no"

Stefano Martinenghi, portavoce del Comitato Elba in Comune, ripropone l'idea del referendum per il Comune unico dell'Elba

"Se il referendum del 23 aprile scorso aveva lo scopo di rafforzare la posizione ostativa dell'amministrazione Montauti all'ampliamento dell'aeroporto, con il mancato raggiungimento del quorum dei partecipanti è stato ottenuto il risultato opposto, sia sotto il profilo legale, che politico".

A commentare il risultato del referendum sull’ampliamento dell'aeroporto elbano è Stefano Martinenghi, portavoce del Comitato Elba in Comune per il Comune unico dell'Elba.

"Sotto il profilo legale il risultato del referendum non è infatti vincolante ai sensi dell'art. 67 dello statuto comunale che fissa il quorum dei partecipanti in: "più del 50% degli iscritti alle liste elettorali del Comune". - prosegue Martinenghi - Poichè il quorum dei partecipanti è stato del 36,65%, dunque l'esito del referendum non è vincolante per l'amministrazione comunale: è come se non si fosse svolto.
Sotto il profilo politico per l'amministrazione comunale è andata anche peggio. Lo scarto tra i NO e i SI è stato di soli 84 voti, nonostante i seggi fossero aperti nel solo municipio di Marina di Campo dove si concentrano quel centinaio di residenti nei pressi dell'aeroporto che ne avversano l'ampliamento per il comprensibile timore degli espropri e dell'aumento di rumorosità che comporterebbe l'atterraggio di velivoli più grossi degli attuali. E guarda caso sono proprio 84 i voti di scarto tra i SI e i NO". 

"Una differenza minima, - secondo Martinenghi - che fa comprendere che se il referendum non fosse stato indetto proprio nel mezzo del ponte del 25 aprile, quando i residenti erano impegnati ad accogliere i primi turisti e non avevano tempo per andare a votare; e se non fossero stati escluse dall'apertura dei seggi le popolose frazioni di San Piero, Sant'Ilario, Seccheto, Fetovaia (circa il 50% degli aventi diritto al voto) alle quali l'aeroporto arreca solo vantaggi, non solo il quorum sarebbe stato raggiunto con ogni probabilità, ma i SI avrebbero superato di gran lunga i NO".

"Dunque - aggiunge Martinenghi - la partita dell'aeroporto è ancora aperta è tutto può essere ancora deciso. E' il momento di sotterrare l'ascia di guerra e avviare una pausa di riflessione. A partire dall'individuazione di un progetto alternativo all'attuale che accontenti tutti o quasi. Ci riferiamo al progetto di rotazione della pista sul proprio asse di circa 15 gradi verso nord-est ipotizzato nel masterplan 2009 della Regione e poi misteriosamente abbandonato, del quale si è già scritto. Eviterebbe la quasi totalità degli espropri dei residenti e consentirebbe di allungare maggiormente la pista senza sconvolgimenti ambientali; inoltre l'adozione di esso porrebbe il Sindaco Montauti in una posizione migliore nei confronti dei propri elettori espropriati con l'attuale progetto".

"Alla luce delle considerazioni che precedono, ora non rimane che sperare che la Regione non "stacchi la spina" all'aeroporto e lo tenga aperto quel tanto che basta per consentire o l'individuazione di un progetto alternativo condiviso o lo svolgimento del vero referendum: quello per l'istituzione del Comune dell'Isola d'Elba, per il quale ci stiamo impegnando, questa volta con il sostegno delle associazioni di categoria. In caso di prevalenza dei SI, una volta costituito, il Comune dell'Isola d'Elba procederà all'immediato adeguamento dell'aeroporto nel modo più consono alle esigenze di tutte le parti in causa", conclude Martinenghi.