Cronaca

Calunnia, condannata una commerciante di Porto Azzurro

L'indagine partita dopo la denuncia di smarrimento di un assegno

Con una sentenza emessa ieri dal Tribunale di Livorno il giudice Tiziana Pasquali ha condannato per calunnia M. M., titolare di due attività commerciali poste a Porto Azzurro e a Sestriere. Alla donna è stata comminata la pena di due anni di reclusione (pena sospesa per l'applicazione dei benefici di legge in quanto l'imputata risultava incensurata) e il risarcimento dei danni in favore di R.V., imprenditore.

I fatti contestati risalgono al 2007 quando dal conto della società di proprietà di M.M. veniva emesso un assegno per il pagamento della fornitura di alcuni beni da utilizzarsi per l'attività commerciale. Avvisati i committenti che il materiale era pronto, R.V. versava l'assegno sul proprio conto bancario.

Solo in seguito di ciò M.M. avrebbe denunciato ai Carabinieri di Portoferraio la perdita dell'assegno. Da qui il processo per calunnia, poiché, qualora fosse risultata vera la versione dei fatti come esposta dalla negoziante, l'impreditore (e fornitore della stessa) sarebbe stato necessariamente risultato responsabile dell'indebita sottrazione dell'assegno. Nel corso del processo il giudice ha accertato invece, che nessuno smarrimento si era verificato. Da qui l'esito del processo e la sentenza di condanna.