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"Bulgaresi lo accetti, la zecca non c'era"

L'associazione Ilva-Isola d’Elba replica a stretto giro al documento prodotto dal sindaco Anna Bulgaresi e si riaccende lo scontro sull'ipogeo

"La lettera inviata al Prefetto dalla Direzione Generale Archeologia di Roma, resa pubblica dalla sindaca Bulgaresi, non contiene alcuna novità sull’ipogeo di Marciana, contrariamente a quanto vorrebbe far credere la stessa Bulgaresi. 

La suddetta Direzione non ha effettuato ulteriori indagini, ma ha solo preso atto di un parere che la Soprintendenza archeologica di Firenze aveva già espresso nell’ottobre 2014, allorché la funzionaria Alderighi aveva affermato che nella struttura sotterranea si può riconoscere una neviera o una cisterna. Tali supposizioni sono state ritenute poco credibili prima dalla Soprintendenza ai Beni architettonici di Pisa (dicembre 2014) e poi, pochi giorni fa, dai numerosi specialisti di discipline diverse riuniti a convegno a Marciana Marina per analizzare i beni culturali elbani.

Niente di nuovo, quindi, né sotto il sole né sotto la terra di Marciana. Per dirla tutta, nessuno, neppure l’Alderighi, se la sente di fare propria la congettura di Zecca degli Appiani tanto cara alla Bulgaresi. Ipotesi che è stata scartata addirittura nel giugno 1979 dal compianto prof. Amleto Torroni, direttore proprio del Museo archeologico di Marciana, con le seguenti parole: 

“La località, come risulta dalle carte catastali, in cui si trova questo complesso sotterraneo, è denominata La Tomba. I locali sotterranei descritti sono denominati da una tradizione popolare “zecca degli Appiani” presentano caratteristiche non certo comuni ad una zecca o deposito di monete coniate”.

Illustre sindaco Bulgaresi, faccia pure coniare monetine di rame della zecca nel 2015, nel 2016 e negli anni a venire (come sa, non si conoscono monete ‘vere’ della zecca di Marciana), ma poi se ne faccia una ragione: nell’ipogeo una zecca non c’è mai stata. E nemmeno una neviera o una cisterna".