Politica

"Io non ci stò". Semeraro risponde a Rossi sull'ospedale

PORTOFERRAIO - "Io non ci stò". E' titolato così il messaggio di Francesco Semeraro dei Comitati elbani riuniti, dopo la manifestazione a Firenze contro i tagli ai piccoli ospedali. "Il nostro governatore Enrico Rossi" scrive Semeraro "confida nella saggezza del ministro Lorenzin affinché salvi i 18 ospedali Toscani inseriti nella lista governativa dei 175 piccoli nosocomi da chiudere poiché sono sotto i 120 posti letto e fra questi vi è anche quello Elbano.
"Ha ribadito - scrive Semeraro - che se decidessero di chiuderli, prima devono passare sul suo corpo perché LUI NON CI STA. Ma non è lui che dal 2008 ha ordinato il taglio trasversale dei servizi del nostro ospedale che contava circa 117 posti letto che forse oggi l’avrebbero escluso da quella lista ministeriale? Ma non è lui e il suo assessore alla salute Marroni - continua incalzante Semeraro - che hanno imposto lo sciagurato 1,35 posti letto per 1000 abitanti mentre per il Governo nel 2012 era 4,2 e 3,7 per il 2013 riducendo a 75 posti letto il nostro ospedale? (chirurgia generale 14, medicina generale 36, ortopedia 8, ostetricia-ginecologia 7, pediatria 5, nido culle 5).
E’ logico - prosegue Semeraro - che quando un ministero intravede delle irregolarità come il buco di 400 milioni circa di euro di Massa e il debito di 800 milioni di euro che l’ESTAV (centro di servizi centralizzati per le ASL e territorio) ha verso i fornitori (da “LA NUOVA SANITA’ TOSCANA”) a fronte di 370 milioni di fatturato (dati 2013), non può fare a meno di prendere dei provvedimenti, solo che questi accorgimenti – sottolinea il rappresentante dei Comitati elbani riuniti - penalizzano sempre e comunque la popolazione che in questo caso è la parte più fragile della cittadinanza lasciando sempre al loro posto i politici e i burocrati che sistematicamente provocano questo disastri economici e sociali.
Signor Presidente – conclude Francesco Semeraro - siamo NOI Elbani che NON ci stiamo e le assicuro che alzeremo barricate a difesa del nostro ospedale e se sarà necessario lo proteggeremo con forza e lotta dura che, se paragonata a quella dei “forconi”, quest’ultima sembrerà una raccolta di margherite. La cura e la salute sono diritti e noi li pretendiamo costi quel che costi. Francesco Semeraro".