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Politica sabato 09 giugno 2018 ore 22:51

Renzo Galli: "Ecco che cosa ho lasciato a Rio"

Renzo Galli

Il sindaco uscente, a poche ore dal voto, rende noto un suo resoconto di fine mandato. "Il Piano si può bypassare, individuata l'area termale"



RIO MARINA — Caro Direttore,

nel momento in cui le liste contendenti, alle quali faccio i miei sinceri auguri di successo, concorrono all’amministrazione del nuovo Comune di Rio, sento il dovere di fare un breve resoconto delle cose fatte e di quelle da fare, per le quali sono completamente a disposizione per illustrare i relativi dossier.

Con il definitivo licenziamento del Regolamento Urbanistico, come atto finale dovuto da parte del Commissario, al quale va il mio ringraziamento per l’impegno profuso, e con l’inaugurazione della Casa della Salute, che ha permesso al Comune di Rio di riappropriarsi di alcuni locali illegittimamente regionalizzati dal SST, deve dirsi infatti concluso il lavoro della mia Amministrazione.

Vediamo pertanto sommariamente il percorso delle cose fatte e da fare, tema quest’ultimo non tanto frequente nelle relazioni di fine mandato delle amministrazioni uscenti, che privilegiano, per ovvi motivi, le cose fatte e non i lavori in corso.

Come prima importante questione che la mia Amministrazione ha dovuto affrontare è stata quella dei fenomeni di sinkhole, risalenti fin dal 2008, che hanno colpito il Piano di Rio, interrompendo la viabilità provinciale.

Il primo intervento è stato quello di favorire, con la collaborazione dei proprietari di fatto espropriati, che pubblicamente ringrazio per aver rinunciato a possibili opposizioni, una viabilità alternativa che ha evitato l’isolamento del versante, nonché lo studio del fenomeno che ha permesso la conoscenza approfondita del territorio sottostante, assolutamente necessario per ragioni di sicurezza delle infrastrutture.

Il secondo intervento in ordine di tempo è stata l’acquisizione di buona parte delle aree demaniali che, coraggiosamente, sono state apportate al patrimonio comunale e quindi ai cittadini, di cui ne erano stati espropriati.

Certo, per la situazione nella quale il Demanio dello Stato ne ha consentito il passaggio, è rimasto a carico del Comune tutto il lavoro di censimento, classificazione e di valorizzazione, ma rimane il fatto che la Comunità Riese si è resa proprietaria del più vasto patrimonio immobiliare dei comuni elbani.

Su questo è stata aperta una discussione col PNAT, nel cui perimetro quasi interamente ricade, che ha interessato vari tavoli (Regione Toscana e Miniambiente) portando alla conclusione la necessità di attuare il Piano integrato di sviluppo delle aree ex minerarie previsto dall’art.13.3 del piano del Parco, in ritardo di ben 8 anni come tutta la normativa secondaria e la stessa revisione del Piano, prevista dopo 5 anni. A questo proposito non si capisce come gli strumenti urbanistici comunali abbiano giustamente una validità di 5 anni, mentre il piano del Parco, strumento di governo sovra comunale, abbia praticamente una validità illimitata.

L’apertura dei tavoli, fortemente voluta dalla mia amministrazione, tendeva ad allentare la morsa sulla fungibilità delle aree, vincolate da norme provvisorie di salvaguardia divenute permanenti, allo scopo anche di una valorizzazione turistico ricettiva.

Rileggendo l’iter del Piano del Parco ho potuto verificare dall’esame delle osservazioni e delle controdeduzioni che, contrariamente allo stesso parere presentato dalla vecchia Amministrazione riese, non sono prevalse ragioni di carattere ambientale, bensì l’ interesse di alcuni osservanti, in primis degli Albergatori, a non aumentare l’offerta ricettiva sul nostro versante, già povero di strutture.

Tutto ciò si è riverberato anche sulla questione delle Terme, i cui possibili siti sono stati bocciati dal sopravvenuto PIT regionale e dalla normativa del PNAT, rendendo difficile la ricerca di un sito alternativo. Purtroppo su questa questione, di vitale interesse per l’economia locale, ha giocato la sostanziale assenza propulsiva, come secondo me dovevasi e attivata in altre circostanze, della Regione Toscana che, ripetutamente sollecitata, ha fatto valere solo le norme vincolistiche.

Altro intervento ha riguardato la discarica del Puppaio, trovata in una situazione allarmante di manutenzione, con sversamento di percolato, e ferma nella bonifica della parte industriale, nonostante i finanziamenti messi a disposizione.

C’è voluta una forte azione dell’Amministrazione, supportato anche da un faro aperto dalla Magistratura, presso la Regione Toscana, che l’aveva attivata con l’intervento di un commissario ad acta, per ottenere il necessario finanziamento e scongiurare anche la chiusura della spiaggia di Cala Seregola verso la quale si supponeva ruscellassero gli inquinanti.

Si è anche fatto un gran discutere dei “laghetti rossi” artificiali, bellissimi da vedere, ma fortemente inquinanti, la cui parziale colmatura, che lascia comunque quelli naturali, si è resa necessaria per evitare pericolose infiltrazioni a valle.

Altro impegno cruciale è stato quello della Variante al Regolamento Urbanistico, scaduto nel 2015, che ci ha fortemente impegnati per le procedure farraginose imposte dalla legge regionale.

Anche qui, sia pure in extremis, siamo riusciti a varare, sia pure con i limiti vincolistici presenti sul territorio, uno strumento chiaro, che disciplina con sufficiente elasticità gli interventi sul patrimonio edilizio esistente e dà attuazione a quelli proposti sul territorio urbano.

Non mi dilungo ovviamente su tutta l’attività svolta, oggetto della Relazione di fine mandato, ridondante da elencare in questa sede, ricordando solo il perfetto equilibrio dei conti.

Mi preme prima di finire evidenziare i dossier aperti che lascio alla nuova amministrazione e con l’augurio di affrontarli con successo: la riattivazione della viabilità provinciale che, dopo gli esiti degli studi condotti, risulta attivabile, sia pure in viadotto rilevato, e l’individuazione finale dell’area termale che va coniugata con i vincoli esistenti e con la necessità di realizzare una struttura di assoluto prestigio in prossimità del mare, cosi come consigliato dagli esperti FEDERTERME.

Da ultimo, come non citare il progetto di fusione realizzato fra i Comuni di Rio Marina e di Rio nell’Elba, da tanto tempo ipotizzato e oggi realizzato, che riunifica due Comunità contigue con gli stessi valori e cultura?

Oltre a rendere possibile la razionalizzazione anche in termini economici dei servizi sul territorio, giocano i quasi 7 milioni di euro di contributo statale e regionale, che già cominciano ad affluire alle casse comunali, che la vecchia Amministrazione lascia alla nuova, da gestire in piena autonomia e che con il patrimonio immobiliare acquisito rende in Comune di Rio il più ricco della nostra isola.

Dispiace che questo argomento, per la cui concretizzazione ringrazio l’ex Sindaco De Santi, non sia stato sufficientemente cavalcato dai contendenti in campo, forse per non alienarsi le simpatie degli scettici, ma che costituirà un formidabile viatico per la nuova consiliatura, alla quale formulo i migliori auguri.

RENZO GALLI

Rio Marina 9 giugno 2018


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