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Attualità sabato 21 maggio 2016 ore 18:32

Zona Elba, costi e benefici della rivoluzione

Cosa cambia sotto il profilo economico con l'introduzione della Zona distretto Elba all'interno della macro area Asl Nord Ovest



PORTOFERRAIO — Della Zona Elba si è finora e sempre parlato sotto due profili: medico e politico. Grande attenzione è stata data ai contenuti, alle prestazioni ospedaliere quindi, e giustamente perchè sono la parte che più concerne la vita dell'utente. Molto pure si è discusso sul piano politico, cioè quanto pesa l'Elba (e chi la rappresenta, e come) sui certi tavoli. 

Meno si è detto sulla parte economica. Insomma: la Zona Elba ci conviene o ci costa di più? Rispondere a questa domanda non è semplice, i bilanci degli ospedali sono materia complicata, idem per i documenti di programmazione economica e finanziaria delle Asl.

Ma alcuni dati da cui partire ci sono. Il budget dell'ospedale di Portoferraio si aggira intorno ai 52 milioni di euro. Con l'introduzione della Zona Elba una parte di questi, circa 29 milioni di euro, possono essere gestiti autonomamente da Portoferraio, in questa categoria rientrano le attività delle "non ospedaliere", il restante rientra grosso modo nelle linee guida regionali e nella programmazione aziendale della macro area quindi tutto ciò che concerne gli stipendi del personale, le attrezzature, gli investimenti strutturali.

L'obiezione che è stata più volte sollevata è che, con la Zona Elba, gli specialisti che vengono a Portoferraio (es. urologo) rappresenterebbero un costo ulteriore che, a cascata, andrebbe a ricadere sui ticket sanitari. E' vero solo in parte: gli specialisti ambulatoriali dipartimentali sono sì fuori dal budget Elba, pesando su quello dell'ospedale di provenienza (es. Piombino), ma sono un costo sostenuto dall'azienda che si impegna a contribuire all'attività del presidio elbano. E' questo un caso in cui si può parlare di rete ma anzichè essere una rete che comprende le quattro zone di Livorno, ora nel comprende 12 e arriva fino alla provincia di Massa.

In sostanza quasi tutta l'attività poliambulatoriale è sostenuta dalla rete che si è creata con la macro area Nord-Ovest e, sotto il profilo qualitativo, si può pescare in un mare più grande per quello che riguarda gli specialisti.

Quei 29 milioni di euro che sono invece gestiti in autonomia servono a coprire le spese per le attività prettamente territoriali: cure primarie e intermedie, assistenza domiciliare integrata, percorsi complessi, salute mentale, consultorio, Sert, riabilitazione territoriale e integrazione socio-sanitaria.

Quello che pesa sulle casse dell'ospedale, e dei cittadini, sono invece gli oltre 2,5 milioni di euro all'anno che se ne vanno in mobilità passiva, l'esigenza cioè di andare a curarsi in altri ospedali per patologie o interventi che invece sarebbero affrontabili sull'isola. Se alla perdita di 2,5 milioni per le casse ospedaliere sommiamo il costo che grava per pernottamenti e trasporto la somma arriva a raddoppiare.

Sotto questo aspetto è importante la previsione, emersa nei giorni scorsi, della Struttura Semplice di Ortopedia, un'organizzazione del reparto che prevede tre medici di cui due sempre presenti. Il tentativo è quello di fermare l'emorragia di utenti verso altri presidi cercando di fornire più servizi sull'isola e da questo punto di vista la strada è ancora lunga.

Luca Lunedì
© Riproduzione riservata


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