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Attualità venerdì 03 novembre 2017 ore 09:21

Volontariato in carcere, un convegno 50 anni dopo

La platea del convegno

Il tema, ancor oggi come cinquanta anni fa, è stato è la condivisione: operare insieme a favore del pianeta carcere. Il racconto dei due giorni



PORTOFERRAIO — A cinquant’anni dalla sua fondazione e dal suo primo convegno, che si tenne a Portoferraio nel settembre 1967 per iniziativa di uomini e donne di Azione Cattolica, il SEAC (che si definisce COORDINAMENTO di ENTI e ASSOCIAZIONI di VOLONTARIATO PENITENZIARIO) ha chiamato a raccolta i volontari che operano in carcere e per il carcere proprio nell’isola dove nacque, per due giornate di confronto, di riflessione, di testimonianze.

Così il 27 e28 ottobre numerosi volontari, giunti da Verona, da Roma, da Pisa e, naturalmente, elbani, si sono riuniti all’Elba, in amicizia, guidati da fra’ Beppe Prioli, frate francescano, fondatore, nel 1968, della Comunità “La Fraternità di Verona”, il quale del SEAC e del volontariato carcerario in genere è anima e generoso ispiratore.

Secondo programma, il primo incontro si è tenuto a Portoferraio, nella sala convegni del Centro ”De Laugier”, gentilmente concesso dal Comune, rappresentato con simpatico e caloroso saluto dal vicesindaco Roberto Marini.

Il tema è la condivisione, operare insieme a favore del pianeta carcere.

Numerosi gli interventi, fra i quali quello della presidente nazionale, Laura Marignetti, che traccia la storia del SEAC ed auspica un sempre maggior impegno all’esterno del carcere, mentre il Garante dei detenuti di PortoAzzurro, Nunzio Marotti, rappresenta efficacemente la situazione attuale della Casa di Reclusione longonese, con i suoi decisi passi in avanti, ma anche con le sue criticità.

Silvia Buoncristiani, coordinatrice SEAC per la Toscana e volontaria dell’Associazione pisana “Controluce”, tra l’altro mette al centro del suo intervento ancora come prioritario il valore dell’accoglienza. Sull’importanza dell’accoglienza, dell’ascolto e del confronto si soffermano i volontari della “Fraternità” e della locale Associazione “Dialogo”, la quale, insieme con le educatrici Giuseppina Canu e Barbara Radice e con il cappellano don Francesco Guarguaglini, ha contribuito all’organizzazione dell’iniziativa.

Dopo il termine del dibattito, concluso da fra’ Beppe con il suo schietto parlare e con il suo indubbio carisma, è seguita la cena presso la mensa Caritas di San Giuseppe a Carpani in Portoferraio.

Sabato 28, dopo la Messa concelebrata da don Francesco e da frate Davide nella chiesa parrocchiale di Porto Azzurro, il convegno si è trasferito nel Belvedere presso la Casa di Reclusione longonese, dove, in una splendida mattina di sole, accoglie i partecipanti il cordiale e ospitale benvenuto del Direttore Francesco D’Anselmo, che parla delle condizioni attuali dell’Istituto da lui diretto e dei progetti per renderle progressivamente migliori, coniugando rispetto della legalità e senso di umanità.

Si susseguono poi vari interventi, specie di detenuti e di familiari (due mamme nello specifico), che portano le loro testimonianze di sofferenza, di solitudine, ma anche di speranza, che si alimenta della vicinanza solidale, che supera steccati e pregiudizi.

Dalle parole di chi il carcere lo vive è stata sottolineata la fondamentale importanza dei legami familiari, ma anche della vicinanza di persone che sappiano ascoltare e accogliere.

Quali strumenti necessari alla riabilitazione sono stati dichiarati la cultura e il lavoro, dentro e fuori dal carcere. IL LAVORO: ne parlano anche rappresentanti di cooperative e associazioni presso le quali lavorano alcuni detenuti. E diffusamente ne parla Paolo Mascellani, che sostiene che è l’ora di cambiare mentalità e di considerare il detenuto che esce dal carcere una risorsa e non un problema.

E appunto sul FINE PENA si sofferma l’analisi del convegno,per ribadire l’assoluta necessità di creare condizioni adeguate per un fattivo e onesto reinserimento di chi, finalmente libero, si trova ad affrontare una realtà non facile, che altrimenti rischia di schiacciarlo di nuovo e di riaprirgli, come spesso succede, le porte del carcere.

Arricchisce il dibattito Claudio Messina, che porta il suo apprezzato bagaglio di esperienza in quella assistenza ai carcerati, di cui la San Vincenzo de’ Paoli è a tutti antica maestra.

Un appello forte e accorato lancia infine fra’ Beppe a favore dell’abrogazione dell’ergastolo, pena disumana e anticostituzionale, che egli definisce un “peccato” per le nostre coscienze.

Espressioni chiare ed equilibrate e di umana sensibilità pronuncia Giuliana Perrini, la Commissaria comandante della Polizia penitenziaria, di cui mette in luce il lavoro indispensabile e delicato, perché è grazie alla sicurezza e alla disciplina interna che si possono svolgere attività e progetti. La comandante denuncia anche lo stato di povertà di molti detenuti e apprezza l’aiuto e il sostegno della Associazione

“Dialogo” ai più bisognosi.

Suggella la bella mattinata un semplice aperitivo offerto dal locale volontariato, mentre la musica dello ”SUGAR BOYS GROUP” e della “PICCOLA ORCHESTRA ANTANI” regala con simpatia un gradito contributo all’evento con un concerto che unisce i partecipanti in un giorno di festa.


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