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Attualità giovedì 07 luglio 2016 ore 11:36

Settimana corta e classi ingestibili

La lettera di una madre che espone le ragioni del no al nuovo orario e dipinge una difficoltà diffusa nello svolgere le lezioni



PORTOFERRAIO — "Carissima Professoressa Licia Baldi,

approfitto della lettera che lei ha inviato alla stampa locale, per raccontare il difficile anno scolastico di mio figlio Giacomo , dei suoi compagni e di noi genitori di ragazzini di soli 13 anni che hanno frequentato la seconda media. Penso che questa pubblica riflessione sia fondamentale per motivare ulteriormente il mio no e quello di chi la pensa come me in merito all’orario 8-14. 

Con la nuova riforma scolastica i professori di ruolo definitivi sono stati designati con continuità solo a dicembre e per una classe come la nostra, in cui i problemi di disciplina sono all’ordine del minuto e il rispetto verso le buone regole di educazione di base pressoché inesistente, l’intero anno scolastico è stato all’insegna di richiami, punizioni, rapporti e sospensioni. 

I professori, più volte, hanno sottolineato la loro difficoltà a contenere i comportamenti degli alunni, lamentando la quasi impossibilità a svolgere le lezioni, la mancanza di armi per arginare fenomeni al limite del bullismo: tra i ragazzi, continui litigi, cattivi umori e poco rispetto gli uni verso gli altri. 

Cinque ora di scuola, in cui spesso, noi genitori, eravamo costretti a chiederci se all’uscita avremmo ritrovato i ragazzi incolumi, nel fisico e nel morale. Vogliamo aumentare a sei ore questa agonia? Solo pochi professori sono riusciti a svolgere con regolarità il programma e le lacune che i ragazzi si portano dalla prima media stanno diventando incolmabili: spesso gli stessi professori ci hanno riferito che, già da dopo la ricreazione, la classe diventa incontenibile, molti alunni girano continuamente nei corridoi, cominciano le offese tra ragazzi, i lanci degli oggetti. 

Come è possibile pensare ad un’ora di buon italiano, o di francese o di matematica o di arte dalle 13 alle 14? Quali risultati potrebbe ottenere, se non sbadigli e ancor peggio baruffe? Forse dovremmo, secondo la scuola, dedicare il sabato mattina alle ripetizioni? Se la scuola risparmierà, chiudendo il sabato, saranno i genitori a spendere di tasca propria per dare quelle basi necessarie per affrontare una qualsiasi scuola superiore: che formazione vogliono fornire ai nostri ragazzi ma soprattutto perché? 

Non capisco, se non attribuendolo ad un motivo economico, le ragioni del consiglio di istituto ma ancora meno capisco i genitori cosi favorevoli ad avere il sabato mattina libero: per partire (ogni settimana?), per lo sport (ogni settimana), per dormire qualche ora in più (esiste la domenica), per recuperare una fatica che invece è quotidiana e costante? E chi ha problemi di alimentazione? Chi abita lontano? 

Spesso mi sono sentita dire "In città lo fanno tutte le scuole". Ma noi viviamo all’Elba e il valore più grande che questa terra ci regala è avere la possibilità di godere di un tempo migliore, più lento, più a misura per un animo sereno e un corpo più sano. Perché costringere a correre bambini di 10/11 anni o ragazzini di 13/14 quando invece potrebbero e dovrebbero avere il tempo di crescere, di assaporare anche un sano tempo libero che non sia soltanto di sabato mattina? 

Questo è ciò che scriveremo anche al Provveditorato, con la certezza che il pensiero degli adulti mai avrà conseguenze su quello dei nostri figli. Essere genitori è molto difficile, nessuno possiede una verità assoluta, ma questa scelta scolastica è studiata con superficialità e approssimazione: un anno di prova, come viene asserito, è fatto di molti giorni, molte ore e troppi minuti: no, non sulla pelle dei ragazzi". 


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