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Attualità mercoledì 29 novembre 2017 ore 18:32

Azienda interessata al progetto "cinghiale DOP"

Sergio Bicecci: "C'è una manifestazione di interesse per un prodotto tipicamente elbano. A suo tempo Sammuri approvò, la sua riconferma può aiutare"



PORTOFERRAIO — Una azienda specializzata nella lavorazione della carne suina e nella  produzione di suoi derivati è disponibile a lavorare sul progetto di valorizzazione della carne di cinghiale elbano, fino alla realizzazione di un marchio Elba DOP, così come a suo tempo avrebbe voluto fare la stessa Regione Toscana. A rivelarlo è Sergio Bicecci, attento osservatore delle vicende elbane e nostro lettore, che ci ha inviato questa nota.

"Due notizie degli ultimi giorni - ci scrive Bicecci -  mi offrono l’opportunità di rispolverare un vecchio argomento a me caro. Le notizie, ambedue importanti interessano l’intera Isola e sono:

- La riconferma del dott. Giampiero Sammuri alla Presidenza del Parco.

- L’ennesima ripetuta invasione dei cinghiali in un luogo pubblico e urbanizzato (rotonda Albereto).

Perciò vorrei ricordare quanto scrissi in proposito il 31 luglio del corrente anno. Al contrario di quanto altri proponevano, cioè la completa eradicazione della specie perché non autoctona, affermai, e ne sono tutt’ora convinto, che i cinghiali avrebbero potuto rappresentare una vera ricchezza piuttosto che una disgrazia, con riferimento ai veri danni causati alle coltivazioni e ai numerosi incidenti stradali, uno dei quali accaduto successivamente anche al Sindaco Ferrari. Sapendo che questi non soltanto vengono catturati ed esportati oltre canale con un costo della comunità, viene da domandarsi come siano successivamente utilizzati. Se fosse per la commercializzazione dovremmo aggiungere al danno subito dai molti elbani anche la beffa. Siccome repetita iuvant ricordo che la ricchezza sopra accennata deriverebbe dall’utilizzo di un prodotto senza alcun costo di allevamento, dalla lavorazione, dal consumo e dalla vendita all’Elba delle carni, al fine anche di iniziare il percorso per ottenere prodotti DOP come salsicce, salami, prosciutti e quant’altro. Creeremmo posti di lavoro e aggiungeremmo ricchezza generata non soltanto dalla commercializzazione ma anche dalla promozione del Territorio. Aggiungo anche -  salvo fake news -  che i nostri cinghiali (sono nostri perchè crescono nel nostro Giardino) sarebbero anche indenni da patologie, al contrario di  altri del continente, quindi con maggiori qualità organolettiche. A seguito di questa riflessione sul “Telegrafo” del 5 agosto successivo apparvero in una intervista i pareri favorevoli del sindaco Ferrari e del Presidente del PNAT dott. Giampiero Sammuri. “Niente da obbiettare” dichiarò quest’ultimo di fronte ad una iniziativa locale con questo intendimento. Bene! Incoraggiato, dopo non poche vane ricerche, trovai una grande azienda interessata, tanto scrissi in un articolo del 17 settembre scorso. Fu così che la Aliprandi spa, grande azienda operante nel settore delle carni suine dal 1940, manifestò interesse e ufficialmente si propose per esaminare con gli Enti preposti la fattibilità di un siffatto progetto. Ecco perché accolgo con piacere la riconferma del dottor Sammuri alla presidenza del Parco - conclude Sergio Bicecci -  auspico che voglia finalmente considerare e prendere debita nota della pratica che penso giaccia ancora su qualche scrivania degli uffici dell'Enfola".


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