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Attualità venerdì 05 agosto 2016 ore 17:13

"Non mollo e mi rimetto in gioco"

Francesco Paladini parla della vicenda che ha coinvolto il suo hotel e confida: "Molti messaggi di solidarietà ma senza la mia famiglia non sarei qui"



PORTOFERRAIO — E' stata un'intervista molto difficile da fare. Non perchè Francesco Paladini, titolare dell'hotel Le Picchiaie balzato agli onori della cronaca elbana nei giorni scorsi per una vicenda giudiziaria, si sia sottratto, anzi. Ma il telefono non smetteva di squillare e le persone di arrivare e richiamare la sua attenzione. Ma è tutto comprensibile: c'è un albergo da rimettere in piedi e va fatto in fretta.

Sta passando così i suoi giorni Paladini da quando, lo scorso 1 agosto è rientrato legalmente in possesso della sua struttura e oggi ha deciso di raccontare il lato umano di tutta questa storia. Le sue idee, speranze e progetti, non solo per l'hotel.

Originario di Montecatini Val di Cecina, Paladini è un veterano del turismo elbano: "Sono cinquant'anni che lavoro in albergo, ho iniziato nel '66 quando, dopo le superiori, sono entrato in albergo a fare la stagione come ragazzo di portineria e me ne sono innamorato. Ho fatto esperienze all'estero in Mali e Inghilterra (parla quattro lingue, sua moglie è tedesca) e sono venuto all'Elba nel '73 approdando all'hotel Lacona".

Là è cominciata la sua avventura e ha cominciato ad organizzare i primi grandi eventi sportivi legati al turismo: "La Legend Cup che oggi si corre a Capoliveri è sul percorso della prova italiana della coppa del mondo che ho organizzato io per primo nel '94 insieme a Marco Migli e Fabrizio Niccolai. Abbiamo poi ospitato i campionati italiani di mountain bike e quello mondiale di motocross. Avevamo capito che il turismo sportivo era la chiave per destagionalizzare l'Elba".

Alle Picchiaie ci arriva nell'89: "Era reduce da un periodo di scuola alberghiera e aveva bisogno di una ristrutturazione. Ci abbiamo messo mano e lo abbiamo fatto crescere anche sotto il profilo della comunicazione. Ci sono voluti degli anni ma ce l'avevamo fatta. Cercavo fin da subito di fare una stagione molto lunga, arrivavamo anche a otto mesi, e d'inverno di concentravamo sui banchetti e le grandi feste dell'ultimo dell'anno".

"Sulle Picchiaie ci ho investito una vita e soprattutto il mio nome, ora lo rimetto in gioco".

Cos'è cambiato in vent'anni?

"E' facile dire che è cambiato tutto. Trent'anni fa la maggior parte del tempo lo passavamo a respingere i clienti perchè per i mesi centrali eravamo sempre pieni. Ora tutti prenotano all'ultimo momento per risparmiare ma in questo modo è più difficile programmare, per farlo devi avere esperienza e saper fare fronte agli episodi negativi. Poi si è allargato il mercato e ora devi stare dentro l'offerta del mondo"

E l'Elba ci sta?

"Il mercato di riferimento è sempre quello tedesco anche se sono stati gli inglesi a scoprire turisticamente l'Elba. Diciamo che il problema principale rimane l'aeroporto: oggi siamo rimasti ai tempi in cui c'era la pista in erba, quando c'era il servizio navetta con poche persone e la situazione non è cambiata molto. Certo non possiamo avere aerei da centinaia di posti anche perchè l'Elba stessa non riuscirebbe a contenerli"

Cosa manca?

"Le infrastrutture sicuramente. Dovremmo decidere quale turismo vogliamo avere"

Questo è un discorso che sentiamo da anni

"E lo sentiremo ancora a lungo se non decidiamo di investire per attirare il turismo d'elite. Anche allora le problematiche c'erano ma ora serve un confronto con le amministrazioni. Sarebbe più facile avere un interlocutore solo e parlo del comune unico"

Ma il settore ricettivo è cresciuto per poter ospitare quel turismo d'elite?

"Sì, le strutture sono cresciute, nonostante quello che scrivono alcuni. Certo ci sono delle differenze ma abbiamo complessivamente una buona offerta. La qualità in più serve a compensare anche la tassa d'entrata costituita dai traghetti ma questo ha dei costi per noi che sono importanti"

Ma allora il problema è la promozione?

"Anche quella. Ma ci metterei anche i servizi che chi paga si aspetta di trovare fuori dall'albergo: trasporti, stato delle strade, della vegetazione, dei monumenti. Con gli introiti della tassa di sbarco non si sono visti grandi miglioramenti in giro"

Chiudiamo con la cronaca, ce la farà ad aprire?

"Sì. Non so quando ma è una questione di giorni. Purtroppo ci sono dei tempi per la riorganizzazione ma ce la faccio. Il problema sono le prenotazioni che sono state cancellate ma voglio aprire per dare un segnale di continuità. Lo voglio fare anche per il personale che cerco di assumere per quanto posso sperando di poterne prendere di più dopo. Lo faccio pur sapendo che quest'anno lo farò in perdita"

Cosa le resta da questa storia?

"Io ho dato tutto me stesso a questa struttura e nella disgrazia sono stato fortunato a rientrarne in possesso. Ho ricevuto molti messaggi e telefonate di incoraggiamento e devo ringraziare tutti perchè mi hanno dato una grande forza ma il grazie più grande lo devo dire alla mia famiglia che mi ha sostenuto fino ad oggi"

Luca Lunedì
© Riproduzione riservata


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