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Attualità giovedì 12 ottobre 2017 ore 10:00

Albergatori: estate col segno più, ma non basta

Una spiaggia elbana in ottobre

La relazione del presidente dell'associazione elbana Massimo De Ferrari: "Ci aiutano gli stranieri, ridotta la permanenza media". Il testo integrale



PORTOFERRAIO —  E' in programma nella mattinata di giovedì 12 ottobre presso la sala convegni dell'Hotel Hermitage l'assemblea annuale dell'Associazione Albergatori dell'Isola d'Elba. Un momento di confronto fra tutti gli attori del turismo locale, come da tradizione, ma anche di analisi dei numeri e delle tendenze del nostro turismo, ancora una volta - l'ennesima negli ultimi anni -  in chiaroscuro. 

Di seguito vi proponiamo il testo integrale della relazione fatta all'assemblea dal presidente uscente degli albergatori Massimo De Ferrari, che fra l'altro dovrà affrontare nel pomeriggio, a porte chiuse, il confronto con i suoi associati, chiamati ad eleggere il suo successore o -  se le norme statutarie lo consentono - a proporne la riconferma.

"Prima di discutere della politica turistica per gli anni a venire, permettetemi di fare una breve valutazione sulla stagione turistica appena trascorsa. Ciò ci permetterà di affrontare i vari argomenti con una maggiore cognizione di causa e conoscenza dei fatti.

La stagione appena trascorsa conferma la ripresa del comparto turistico alberghiero e ricettivo dell’Isola, iniziata nel 2013. Per il 2017 stimiamo infatti un incremento complessivo delle presenze tra l’1 ed il 2% e del 2 % negli arrivi, con un incremento di fatturato del 2%.

Benché si sia ancora lontani dai livelli raggiunti nel 2001, rispetto al quale mancano tuttora circa 300.000 presenze, l’Elba ha e sta recuperando competitività sul mercato turistico europeo.

Le presenze estere sono aumentate soprattutto grazie al mercato tedesco, francese e svizzero. La componente italiana ha anch’essa mantenuto il trend positivo degli ultimi tre anni, anche se la propensione alla spesa degli italiani permane debole. Queste valutazioni derivano da una indagine svolta presso i nostri soci che ha coinvolto oltre il 50% dei posti letto delle aziende del ricettivo.

Dobbiamo però rilevare che le aspettative sulla stagione 2017, almeno all’inizio, erano ben superiori. Le presenze di aprile, infatti, sono state soddisfacenti, come buoni sono stati i mesi di giugno e luglio, sotto tono come con largo anticipo previsto, è stato invece il mese di maggio. Ma è stato soprattutto agosto che ha compromesso il buon esito della stagione. Si è ridotta la permanenza media. Ed anche i ricavi del mese hanno registrato una flessione rispetto all’anno precedente.

Permettetemi un inciso molto importante sulle statistiche “ufficiali”. Mi preme infatti rimarcare come queste siano oggi poco significative in quanto, talvolta, non vengono conteggiati i dati (presenze ed arrivi) della totalità delle strutture ricettive. Il grafico sottoriportato, come quello precedente, infatti evidenzia per il 2016 un calo consistente di presenze proprio dovuto a questo aspetto (grafico in galleria fotografica sotto articolo).

Che il sistema dell’analisi statistica del comparto produttivo dovesse essere riorganizzato fu dalla nostra associazione più volte sostenuto, anche in occasione dell’ultima modifica del testo unico del turismo. Disporre di dati certi ed immediati è essenziale: si pensi cosa significa poter valutare una campagna promozionale potendo disporre della risposta, in tempo reale, del mercato. E ciò sarebbe facilmente raggiungibile da parte della Regione: sarebbe sufficiente elaborare in modo computerizzato i dati che provengono giornalmente dalle strutture ricettive e private alle Questure Toscane.

Di seguito riportiamo un grafico che evidenzia l’andamento delle presenze per settore ricettivo che, tra l’altro, dimostra l’equilibrio raggiunto tra ricettività alberghiera ed extralberghiera (In galleria fotografica).

Altra caratteristica di questi ultimi anni è il maggiore incremento della componente estera rispetto a quella italiana: nel 2001 la componente italiana rappresentava il 75% delle presenze, ma già nel 2015 si scende al 70%. Di contro la componente estera è passata dal 25% al 30% in solo quattro anni.

Non solo le presenze sono aumentate nella stagione 2017, ma lo stesso fatturato aziendale ha riportato significativi incrementi.

Abbiamo, infatti, ripetuto l’indagine svolta già nel 2016 su un campione di oltre 50 aziende, rappresentanti circa 6.000 posti letto. Dall’analisi è emerso che oltre il 62% degli intervistati ha dichiarato un incremento del fatturato, a fronte di un 24% che invece ha subito un decremento del volume di affari sul 2016.
Esaminando nel dettaglio i dati, merita osservare che quasi il 25% delle risposte si riferiscono ad incrementi di fatturato superiore al 5%, rispetto alla stagione 2016.

Incrementato anche il tasso di occupazione delle camere su base annua, passato al 26,47%.

Anche sotto il profilo dei flussi passeggeri ed auto dal porto di Piombino verso l’Elba, la statistica dell’Autorità Portuale conferma la tendenza: + 2,83% passeggeri tra aprile e agosto + 1,72% auto trasportate.

L’aumento complessivo di circa il 2,8% non ha interessato tutti i mesi. Abbiamo assistito infatti ad un buon incremento in aprile (anche se i valori in assoluto sono minimi in questo mese) con un decremento di oltre il 10% nel maggio ed un forte aumento a giugno. Confermato un luglio discreto accompagnato però da una flessione in agosto, soprattutto dovuta ad un consistente calo di flussi ad inizio agosto.

Un ulteriore ed interessante dato che vogliamo riportare è quello che, in un certo senso misura il grado della stagionalità, (distribuzione mensile delle presenze) di una località turistica. Questo proprio per sfatare la convinzione che l’Elba o meglio i suoi imprenditori, contrariamente a quelli di altre località turistiche, siano incapaci di “allungare” la stagione e produrre maggior lavoro e benessere per il comprensorio.

Il grafico che riportiamo (in galleria fotografica) evidenzia come l’Elba ha una concentrazione molto meno marcata rispetto a quella della Puglia, Calabria e persino della Sardegna, località quest’ultima presa, molto frequentemente, ad esempio anche da un giornale locale per dimostrare le carenze dell’imprenditoria elbana. Questo grafico conferma l’esatto opposto: è l’Elba, con i suoi imprenditori, che dovrebbe essere presa ad esempio da altre località turistiche italiane!

La nostra analisi sulla stagione 2017 trova conforto anche con i dati forniti dalla grande distribuzione: +3% di scontrini e un +2% di fatturato. Il noleggio biancheria ha registrato un + 2%.

Come lo scorso anno, nel tenere conto dei discreti risultati del 2017, bisogna ricordare che proseguono i fattori positivi :

● Le condizioni meteo stabili da giugno in poi;
● l’uscita dal mercato turistico dei Paesi del nord Africa;
● la percezione di tranquillità e serenità in Italia e all’Elba in particolare per l’assenza di attentati;
● la campagna promozionale condotta dalla nostra associazione sui mercati esteri.

La serie storica rappresentata da questo grafico mette in evidenza la maturità raggiunta dal nostro prodotto, che si è stabilizzato da oltre 20 anni tra i 2,5 milioni di presenze e i 3,00 milioni (In galleria fotografica).
Ovviamente presenta delle oscillazioni nel breve periodo, come abbiamo visto precedentemente, e non riesce a rilanciarsi stabilmente. Crediamo con convinzione che non riusciremo a rilanciarci se non allarghiamo la nostra offerta, in modo sistematico, al turismo sportivo, culturale, naturalistico ed enogastronomico.

Tenuto conto dalla analisi dei dati esposti vogliamo tracciare le linee per il prossimo sviluppo del turismo all’Elba.
Solo il mare non basta più. Il Turismo è cambiato. Siamo di fronte ad uno scenario mondiale che prevede per i prossimi dieci anni un ulteriore sviluppo dei turismi (Dato WTO) e noi dobbiamo inserirci prepotentemente in questo scenario.
Le nostre aziende hanno superato la crisi, il sistema Elba ha tenuto tanto che non si sono verificate numerose cessazioni di attività (solo un paio di casi).
Ma ora occorre INVESTIRE.
Occorre investire in infrastrutture ed allargare la gamma dei servizi offerti.
Occorre presentarci in Europa con una veste nuova, più dinamica ed attenta alle nuove richieste ed esigenze del turista. Di azioni necessarie ne potremmo proporre a centinaia. E’ bene invece concentrarsi su quelle prioritarie per non disperdersi in una moltitudine di idee che, inevitabilmente, porterebbero al nulla. E’ però altrettanto essenziale e fondamentale che tutti gli attori del turismo, tutti coloro che hanno una ingerenza nell’economia del turismo (Stato, Regione, Comuni, Associazioni Imprenditoriali, imprese pubbliche e private direttamente o indirettamente coinvolte in questo settore) collaborino per un obiettivo comune che è quello di sviluppare il comparto produttivo nell’interesse dell’intera collettività.
Oggi noi vogliamo dare degli input. Vogliamo affrontare e discutere degli argomenti per giungere ad un obiettivo comune su cui lavorare tutti assieme, già da domani.

SISTEMA TRASPORTI
È l’argomento fondamentale in quanto consente di colmare il gap che purtroppo abbiamo rispetto ad altre destinazioni nostre concorrenti. Le presenze che mancano all’economia turistica elbana risiedono per lo più nel Nord Europa, nell’Est Europeo ed anche in alcuni paesi extraeuropei interessati ai circuiti delle città d’arte.
Dobbiamo riuscire a portare questi potenziali clienti nella nostra isola gioiello utilizzando il nostro aeroporto o, in alternativa, un rapido collegamento stradale o ferroviario via Pisa/Firenze/Roma. Ovviamente garantendo un costo traghetto più che concorrenziale. Entriamo nel dettaglio.

AEROPORTO
L’Associazione ha investito molto sull’argomento perché ritiene l’infrastruttura imprescindibile per assicurare collegamenti rapidi con i paesi europei.
Diamo atto alla Regione Toscana di avere mantenuto fino ad oggi gli impegni presi sia sul contributo annuale per il ripianamento delle perdite gestionali, che per il reperimento dei fondi comunitari e regionali finalizzati all’allungamento della pista. Lavori che cominceranno ad ottobre in mezzo a grandissime difficoltà burocratiche: si pensi ai soli accordi con i proprietari di piccolissime particelle di terreno. Al riguardo la nostra Associazione è intervenuta con un contributo di 10.000 Euro per potere concludere le trattative con i confinanti, per trovare quell’accordo che altrimenti avrebbe fatto saltare tutta l’operazione per l’attesa dei tempi degli espropri.
Quest’anno abbiamo assistito all’abbandono di Intersky che garantiva un transito di circa 6.000 persone da Zurigo, Monaco e San Gallo. Sky Work invece lascerà l’Elba nel 2018 in quanto, volando con Saab, non può atterrare nel nostro aeroporto causa i mancati lavori di allungamento pista! La nostra associazione si è fatta garante del volo Zurigo Elba del sabato con un contributo di circa 35.000 Euro senza il quale Sky Work non avrebbe fatto il volo stesso, perdendo clienti storici e tutto l’avviamento di questi anni.
Purtroppo l’abbandono da parte dei vettori si sta avverando, come avevamo annunciato lo scorso anno. Non è normale che il progetto di riqualificazione dell’aeroporto, struttura di proprietà regionale, abbia trovato ostacoli e resistenze negli stessi uffici del Comune e della Regione stessa. Nel recente passato, tutti si sono espressi favorevolmente sull’importanza dell’aeroporto ma, evidentemente, solo a parole e non nei fatti!
La Giunta di Campo nell’Elba è caduta anche per la resistenza di piccoli interessi personali nati a seguito degli espropri necessari all’allungamento della pista.
L’Associazione Albergatori, come sempre, ha fatto la sua parte anche se devo rilevare che ci troviamo quasi sempre da soli ad affrontare tali situazioni. Non bastano le dichiarazioni, se a queste non seguono i fatti!
Grazie ad un gruppo di imprenditori e all’Associazione stessa (riuniti sotto la sigla Volare Elba), è stata rilevata la società Silver Air, la quale sta assolvendo bene al proprio compito consolidando e migliorando i collegamenti su Pisa, Firenze, Milano, Lugano.

Nonostante le perdite di circa 100.000 Euro l’anno Volare Elba ha deciso di proseguire il proprio compito contattando una compagnia più grande, che potrebbe stanziare all’Elba e permettere quel salto di qualità che tutti ci aspettiamo, mettendo a disposizione un velivolo Dash 8.
Non siamo sicuri che la compagnia aerea MEDAVIA sia disponibile ad accettare il numero di ore che l’Elba può garantire loro per posizionare l’aereo (450 per i collegamenti in contiguità territoriale + i 200 circa con Svizzera e Germania a garanzia associazione albergatori).
Anche la gestione Associata si è mostrata sensibile garantendo la copertura delle spese di pubblicità a sostegno della linea stessa. Non vi è certezza perché, nonostante l’interessamento del viceministro ai trasporti Nencini, i tempi tecnici della pubblicazione del bando arrivano a ridosso del mese di maggio e mancano ancora circa 200 ore volo per arrivare al minimo richiesto da MEDAVIA.
Stiamo percorrendo altre strade insieme a Volare Elba, ma come potete capire, al di là dei tecnicismi, non è facile; e in ogni caso, ci tengo a sottolineare che la “firma assicurativa”, senza la quale non si poteva accedere ai contributi ministeriali, è stata una sola. La nostra!
Ora occorre che da questa assemblea, nella quale abbiamo fortemente voluto la presenza dell’assessore regionale Ceccarelli, venga registrata la volontà di tutti i sindaci, oltre che ovviamente della Regione Toscana proprietaria della struttura aeroportuale, di concorrere, ognuno per la sua parte, al superamento delle difficoltà sia per il completamento della struttura della Pila, sia per mantenere ed anzi incrementare i collegamenti aerei dall’Elba. Siamo vicini alla soluzione, manca un po’ di iter burocratico, volontà e ovviamente qualche soldo.
Il sistema pubblico/privato, pur lentamente, per ora ha funzionato.
Non vorremmo che si bloccasse ora, che siamo vicini alla meta, o perché in Regione cambia il Presidente ed il partito di governo, o perché alcuni sindaci nuovi non conoscono il problema, o perché non viene fatto il possibile per reperire i pochi fondi europei o governativi per completare la messa in sicurezza idrogeologica della zona della Pila.
Se malauguratamente si perdesse questa opportunità la nostra Associazione dovrà denunciare all’opinione pubblica le responsabilità di chi ha creato un danno all’industria ricettiva e commerciale elbana, cui seguirà la probabile ed inevitabile recessione del turismo all’Isola d’Elba.
Spero che ciò non accada e che, come sempre, all’ultimo momento si superino le attuali difficoltà e si inizino i lavori.
Solo con un aeroporto efficiente potremmo presentarci competitivi e concorrenziali sui mercati turistici del nord Europa. Offrendo un trasporto di qualità ad un prezzo equo.
È necessario che questa importante infrastruttura venga inserita nel sistema degli aeroporti Toscani proprio ora unificati e passati sotto il controllo di un fondo d’investimento.
La compagnia Sky Work non volerà più sull’Elba e stiamo facendo il possibile per mantenere con altro aereo il volo su Berna, Zurigo, Lugano, Monaco (tra l’altro in parte coperto da agenzie svizzere che entro metà ottobre devono definire i propri programmi pena la cancellazione della destinazione Elba verso più facili mete in Croazia o Sardegna).
Una volta perso l’avviamento per risalire la china ci vogliono anni e grandi investimenti.
Sarebbe un Peccato!
Per consolidare e sviluppare ancor più questo mercato, unitamente alla Gestione Associata, lanceremo un’azione promozionale sul bacino coperto dal collegamento aereo su Zurigo, San Gallo, Lugano, partecipando alle tre fiere di settore nelle suddette città, invitando anche giornalisti e tour operator.

SISTEMA PORTUALE
Purtroppo dobbiamo ripeterci: occorre difendere la libera concorrenza sui porti.
Non dimentichiamo che grazie all’ingresso di Blu Navy e di Corsica Ferries in questi ultimi anni i prezzi dei biglietti sono diminuiti, mentre sono cresciute le frequenze delle corse; si è elevata la qualità dei traghetti (oggi quasi tutti ristrutturati) e contemporaneamente sono risaliti i flussi di turisti verso l’isola.
E’ quindi necessario che sia la Regione che la Port Authority non disattendano la prescrizione del Garante della Concorrenza con la quale si garantisce a Moby & Toremar non più del 60% delle corse, e in ottemperanza di questo si autorizzi il secondo traghetto a Blu Navy.
Non dimentichiamoci che questa compagnia si è impegnata a garantire corse per tutto l’anno, con indubbi benefici per noi elbani oltre che per i turisti.
La domanda presentata da Blu Navy è stata bloccata lo scorso anno per cavillosi problemi di sicurezza. Quest’anno è stata ripresentata. Ci auguriamo che abbia un esito diverso, visto che è venuto meno il commissariamento della Port Autority di Piombino che ha bloccato, incomprensibilmente, l’assegnazione degli slot per i prossimi quattro anni!
Ci auguriamo che il nuovo Presidente e Segretario della Port Autorithy Livorno e Piombino, ed il nuovo Direttore Marittimo e del Comandante della Capitaneria di Portoferraio, assicurino ed assumano quel ruolo di “garanzia” e di tutela della concorrenza sui porti che ultimamente, dopo lo slancio iniziale e solo a seguito dell’intervento del Garante, si è di nuovo appannato.
Lancio l’ennesimo appello a non dissipare risorse economiche per il mantenimento delle barriere verso l’Elba. Queste sono assolutamente superflue, non previste dalla legge oltre ad essere causa di code mostruose come nei giorni individuati come “bollino rosso”! Ogni risorsa economica deve invece essere indirizzata alla promozione ed all’installazione di cartelli informativi con i prezzi delle corse, prima dell’entrata nel porto.
Ci sembra indispensabile che le tariffe praticate dalle varie compagnie vengano rese note sui tabelloni elettronici.
In questo modo l’utenza viene prontamente informata sulle tariffe praticate dalle compagnie, permettendo loro di scegliere coscientemente se anticipare o posticipare il passaggio sulla base del costo del traghettamento pubblicizzato.
Purtroppo sull’argomento sembra persistere un tacito accordo tra le tre compagnie per evitare la pubblicizzazione dei propri prezzi, e per sfuggire così ad una possibile corsa al ribasso. Sostanzialmente meglio il silenzio a scapito della trasparenza!
Ma questa estate è emerso un nuovo grave problema. Sul contratto di assegnazione Toremar a Moby non si è fatto alcun richiamo al trasporto delle merci pericolose: gas, bombole, carburante, ossigeno per l’ospedale, alcol e altro ancora.
Evidentemente alla stesura del contratto l’Elba non è stata coinvolta e, l’armatore, comprensibilmente si è ben guardato dal ricordare che una nave della Compagnia Toremar era stata adibita allo scopo, così come una della Compagnia Moby.
Oggi l’Elba dipende esclusivamente da un privato il quale sembra trasportare le merci “pericolose” con le stesse navi su cui viaggiano i passeggeri, a sua discrezione.
Se la nave si guasta, come è successo, o se il mare è agitato per più giorni, considerato che la nave utilizzata è piccola e porta solo due autobotti, l’Elba e l’ospedale non vengono riforniti bloccandoli di fatto nei servizi essenziali. Penso sia necessario rivedere sia il contratto di servizio che predisporre un apposito bando per le merci infiammabili!

SISTEMA STRADALE E FERROVIARIO
La bretella 398 Aurelia/Porto è stata promessa più volte e, nonostante sia un’infrastruttura indispensabile per avvicinarci all’aeroporto di Pisa e superare l’attraversamento di Piombino, è stata depennata da Regione e Governo.
Ora leggiamo di una nuova soluzione concordata tra Regione Toscana, Piombino e Ministero dei Trasporti riguardante solo un lotto e la sua progettazione. Si deve comprendere che l’infrastruttura è indispensabile per arrivare a Piombino comodamente e poter traghettare velocemente e che questa rappresenta il collegamento dell’Elba agli aeroporti ed alle città d’arte toscane!
Dobbiamo d’altronde prendere atto che un numero sempre crescente di turisti si avvale del treno per arrivare all’Elba, anche se noi disponiamo solo di Frecce Bianche (ben diverse dalle Rosse!) e di mezzi per la tratta Campiglia ‐ Piombino che sono obsoleti e veramente impresentabili nel 2017!
La soluzione immediata è il servizio multitaxi ad un costo concordato o un servizio di bus navetta in coincidenza, con partenze anche dalla stazione di Firenze dove arrivano i treni ad alta velocità.
Esiste una proposta di un privato per l’attivazione di un servizio bus Piombino‐Firenze, proposta che ci risulta bloccata per mere procedure burocratiche.
Potrebbe essere un servizio alternativo al treno, certamente più oneroso, ma sicuramente più efficiente e che può rappresentare una soluzione immediata.
L’attivazione del collegamento è quindi solo una questione di buona volontà da parte dell’amministrazione pubblica. I dirigenti delle amministrazioni devono comprendere che se il servizio venisse approvato appagherebbe i bisogni dei turisti, degli elbani e dei piombinesi contemporaneamente.
Analogo discorso vale per il completamento del tratto autostradale, più volte promesso, Civitavecchia/Rosignano. Questo è indispensabile per avvicinarci al grande bacino turistico di Roma e all’aeroporto di Fiumicino (ciò permetterebbe il lancio di “pacchetti turistici” Roma/Isola d’Elba, di alto valore, considerata l’ampiezza del mercato e le potenzialità economiche).
La Regione Lazio, da tempo, ha terminato i lavori nel suo territorio. Oggi si arriva a Tarquinia in autostrada! Evidentemente il problema è solo toscano. Il nostro Governatore è ostaggio di Sindaci ed associazioni locali che con le loro azioni, indecisioni e proposte alternative bloccano lo sviluppo di un intero territorio.
Leggo, oggi, di una nuova soluzione, l’ennesima!
Aldilà del tracciato o del fatto che il transito sia gratis o a pagamento, si deve prendere atto che il tempo di non decidere è scaduto!
La Regione si assuma le sue responsabilità di Ente di governo del territorio e ponga fine alla questione.
PIT (Piano di Indirizzo Territoriale) ED URBANISTICA
Esattamente tre anni addietro, in occasione della nostra assemblea annuale, lanciammo l’allarme sull’allora proposta di adozione da parte della Regione del Piano di Indirizzo Territoriale (PIT). Un Piano estremamente disconnesso dalla nostra realtà, scritto da teorici che hanno ritenuto di inserire l’Elba nel sistema delle Colline Metallifere!
Si è ignorato che l’Isola fa parte di un Arcipelago, che è fortemente e totalmente legata al mare e all’ambiente, tanto è vero che è parte integrante dell’unico Parco Nazionale della Regione.
L’allora Governo Regionale uscente approvò ‐ con un atto di forza‐ il PIT, assicurandoci che le nostre analisi e osservazioni sarebbero state valutate ed accolte.
La nuova norma che interessa le strutture turistiche nella fascia dei 300 metri dal mare, sostanzialmente blocca gli adeguamenti strutturali delle imprese, necessari per soddisfare le mutate necessità del mercato e delle aziende. Se il PIT rimarrà invariato prevediamo una lenta morte del turismo all’Elba.
Spiego meglio.
Che il turismo sia pressoché l’unica industria all’Elba è ormai opinione comune: 200 alberghi, 30 villaggi turistici, 3.000.000 presenze ufficiali, 300 milioni il fatturato delle imprese ufficiali e 3.000 gli addetti.
Conteggiando il sommerso le presenze ed il fatturato si duplicano.
Per recuperare la perdita delle 300.000 presenze dal 2006 al 2015 occorre elevare la qualità della nostra offerta ed allungare la stagionalità.
Dobbiamo mettere a disposizione del cliente strutture all’altezza dei tempi, che possano rendersi concorrenziali con quegli elementi distintivi (sale comuni, camere nuove, centri benessere e congressuali, ristoranti, attrezzature sportive...) già assicurati dai nostri colleghi italiani ed esteri. Abbiamo già descritto nella prima parte della relazione come le nostre aziende, finita la crisi, ora abbiano necessità di potersi ristrutturare, ampliare, devono poter investire!
Ci siamo sempre battuti contro nuovi insediamenti, se non indispensabili e concertati, ma impedire gli adeguamenti funzionali e gestionali delle aziende esistenti è una mostruosità.
Abbiamo condotto presso i nostri soci un’indagine che riporta le necessità delle aziende alberghiere e turistiche
Ribadiamo che le nostre imprese sono per lo più di piccole dimensioni, di proprietà di famiglie elbane che ne curano la gestione: non esistono grandi investitori o speculatori.
Appare evidente che ogni azienda ha le sue problematiche, ogni impresa ha necessità di sviluppo personalizzato. C’è chi ha bisogno di realizzare un centro benessere, chi un ristorante, chi una sala congressi, chi ancora qualche camera per raggiungere l’equilibrio gestionale, chi contrariamente non deve o può fare nulla perché l’edificio non consente ampliamenti di sorta.
Questo era lo spirito della norma presentata e condivisa con il Governo Regionale: no a nuove strutture, ma un’apposita retinatura con possibilità di prevedere ristrutturazioni ed investimenti, in una sorta di programmazione concertata.
Ed invece è stata istituita una fascia di 300 metri dalla costa (su cui insistono la maggior parte degli immobili turistici) in cui è previsto soltanto un incremento di superficie del 5% o 10% in rapporto al terreno su cui è realizzato l’immobile.
Questo significa che un albergo medio di 50 camere di circa 1500 mq su tre piani, può ampliare massimo 25 o 50 mq per realizzare servizi quali un ristorante da 10 coperti, una SPA con due bagni (da notare che le camere non sono ammesse...)!
Come noto siamo stati costretti a ricorrere al TAR, ove giacciono oltre al nostro altri 80 ricorsi. E’ passato un po’ di tempo, ma finalmente l’udienza è stata fissata per fine dicembre 2017 e contiamo sulla cancellazione dell’articolo riguardante le imprese turistiche e l’Elba.
Non è una questione di sopravvivenza solo per le nostre aziende e per il turismo all’Elba.
Il PIT blocca anche iniziative pubbliche come lo sfruttamento a Rio Marina della sorgente termale.
Ci rivolgiamo ai nostri Sindaci e alle forze politiche perché si attivino, assieme a noi, per far abolire questo mostro.
Il PIT va abolito anche perché non è necessario: il territorio dell’Isola è già sottoposto alla ferrea disciplina di ben 19 vincoli urbanistici oltre alle norme di salvaguardia del Parco Nazionale. Non si sente proprio la necessità di ulteriori imposizioni che limiterebbero ancor più di adesso la gestione del territorio alle Amministrazioni Comunali, le uniche che conoscono la realtà e che, con il PIT, sono state di fatto estromesse nelle loro competenze.
Ad ogni buon conto, poiché siamo sempre stati per le giuste regole, ci siamo impegnati a presentare alla Regione, ma anche ai Comuni e al Parco, cioè agli Enti demandati al governo del territorio, il Piano delle necessità aziendali, aggiornato al 2016 e in forma organica, di cui lo scorso anno presentammo il primo stralcio.
Appare da questa analisi che le necessità urbanistiche per l’adeguamento delle strutture alberghiere sono assolutamente minimali. Su una consistenza totale di circa 7.000 camere ne vengono chieste ulteriori 1.400 per rendere gli alberghi economicamente stabili ed atti ad affrontare il mercato: è noto che le aziende dell’Elba sono quasi tutte a carattere familiare e con un numero di camere medio veramente esiguo (media di 31 camere).
La dimensione delle camere inoltre sono per lo più conformi ai minimi previsti dalla legge. Solo nel 10% delle camere si riscontrano superfici superiori ai limiti fissati da legge, mentre il 5% è tuttora sotto il minimo. Tra l’altro con la nuova classificazione, ma soprattutto con la mutata richiesta del mercato è previsto un aumento della superficie minima delle camere e dei bagni affinché l’Italia rimanga, sotto l’aspetto qualitativo, competitiva sul mercato.
Faccio un esempio: occorre almeno 18 mq per un tre stelle, 25/30 per 4 stelle, 35/50 mq per i 5 stelle. E così per i bagni che da 4 mq arrivano a 6 ed a 9 se con doccia (bagno separato e doccia .. come piccole spa).
Gli incrementi richiesti su una superficie sviluppata coperta totale stimata a 400.000 metri sono del 10% circa per la ricettività e servizi, mentre per la superficie dedicata alle attrezzature esterne, stimata in 350.000 mq, viene richiesto un ampliamento del 10%. La superficie di terreno su cui insistono invece le aziende alberghiere è stimata in 100.000 mq, senza attrezzature esterne.
Chiediamo quindi che venga ripristinato l’articolo della normativa come a suo tempo convenuto, consentendo ad ogni singola azienda l’opportunità di ampliarsi entro il 10% della superficie complessiva.
Appare assurdo, poi, che venga vietata la possibilità di destinare il 5 o 10% della superficie permessa all’incremento del numero delle camere. Ricordiamo che la maggior parte degli alberghi all’Elba sono piccoli e sottodimensionati e che tutti gli esperti del settore e gli economisti invitano le aziende italiane ad ampliarsi e ad associarsi per riuscire ad affrontare il mercato turistico anche a livello europeo.
Voglio poi dare una ulteriore lettura allo strumento urbanistico:
gli alberghi elbani sono regolati da otto differenti strumenti urbanistici (uno per ogni comune), diversi tra loro, qualcuno vecchio e nessuno adeguato al PIT.
Grazie alla legge Regionale 65/2014 è possibile che l’Associazione Albergatori (visto che racchiude quasi il 90% delle strutture alberghiere turistiche) rediga insieme alle amministrazioni comunali un PIANO DI SETTORE, con valenza urbanistica, che fornisca un quadro conoscitivo completo, aggiornato, coerente degli alberghi elbani e proponga una disciplina urbanistica di settore unitaria, semplice e uniformata al nuovo PIT.
Meglio ancora sarebbe, invece, fare un accordo di programma che coinvolga soggetti pubblici e privati che impegni a realizzare in tempi definiti condividendo obiettivi, processi, tempi, modi e risorse, che concerni quattro temi:
• Piano degli Alberghi (stato attuale, definizione di standard di categoria possibilità di ampliamento della ricettività per l’equilibrio costi/ricavi);
• Piano della accessibilità (Porti, aeroporti, rete stradale);
• Piano dell’ecosostenibilità (energetica idrica, rifiuti);
• Infrastrutture complementari di servizio al turista (golf, impianti sportivi, parchi, terme percorsi naturalistici ecc.).

Il piano energetico ambientale fornirebbe agli associati ed operatori del settore un servizio di consulenza in materia di interventi per rendere più efficienti energeticamente le singole strutture. L’associato che vuole investire avrà miglioramenti energetici certi, misurabili e certificabili con apposito logo di qualità (esempio una stella marina), oltre un ritorno economico collegato al valore dei certificati bianchi ottenuti.
I certificati bianchi sono titoli negoziabili che certificano il risparmio energetico grazie ad interventi di efficienza energetica.
I distributori di corrente elettrica devono raggiungere ogni anno per legge certi obiettivi di risparmio, ad esempio acquistando certificati bianchi sul mercato; questi possono essere emessi anche da imprese purché abbiano un efficiency manager in conformità ad iso 500001, insomma potremmo anche migliorare le aziende spendendo poco…
MUSEI NAPOLEONICI
Troppo spesso questi sono stati oggetto di attenzione da parte di “Trip Advisor” e di servizi su TV e non solo per lo stato generale di abbandono (vedi i giardini), ma anche per le chiusure in giorni festivi e per gli orari di apertura al pubblico. Invece di costituire un elemento di fortissimo richiamo turistico e di valore aggiunto alla nostra offerta, sono stati additati quale esempio di inefficienza tipicamente italiana.
Abbiamo persino dovuto attingere ai nostri fondi economici per dare una sistemata ai giardini della Villa dei Mulini, per renderli quanto meno presentabili in occasione della visita del sultano del Quatar e del Principe Alberto di Monaco.
Siamo convinti della necessità che i Beni Culturali affidino la gestione dei musei ad un ente del territorio, per questo abbiamo apprezzato e apprezziamo il percorso avviato dall’assessorato alla cultura e turismo del Comune di Portoferraio. Percorso di confronto e concertazione con il MIBACT e con la Regione, finalizzato, sulla base anche di altre esperienze territoriali a definire sistemi integrati di gestione dei beni culturali, per la bigliettazione, come per la gestione quotidiana delle strutture e speriamo anche oltre, ovvero per definire progetti integrati di valorizzazione e arricchimento delle esposizioni.
Al riguardo abbiamo avuto qualche incontro col responsabile dei musei della Regione Toscana. Ma al di là della modifica degli orari di apertura sembra non si possa andare oltre, a causa della rigidità del contratto del personale. Un contratto statale specifico dei musei di città, che non prevede la flessibilità stagionale. Gli incassi dei biglietti vanno a Roma e qualsiasi programmazione deve essere finanziata attraverso la procedura pubblica, cioè mai!
Vorremmo far notare però che il problema è stato risolto per gli Uffizi, con la creazione di un Ente apposito di gestione.
Ci si domanda perché non sia possibile risolvere il problema anche per i nostri musei, che sono, per numero di visitatori, terzi in Toscana?
Per l’Elba, per la nostra offerta turistica è veramente importante presentare al meglio i nostri musei. Devono essere piacevoli da visitare, attrezzati con pc touch screen interattivi e guide multimediali, con bookshop, giardini curati e dotati di validi arredi (oggi vi è il deserto), negozi e servizi lungo le vie di accesso, diversi dalle solite ed attuali baracche.
La cultura è elemento indispensabile per incentivare i flussi turistici.
Abbiamo avuto incontri con la responsabile D’Aniello e Casciu, con il sindaco di Firenze Nardella, il quale ha dato la disponibilità dai musei fiorentini alla creazione di una sorta di biglietto unico di accesso.
L’idea è fantastica perché oltre a promuovere l’Elba ed i suoi musei nella città di Firenze (vetrina formidabile), ciò rappresenterebbe il primo passo verso quell’integrazione città d’arte/isola d’Elba, il cui anello di congiunzione è il trasporto aereo Firenze/Pisa/Elba. L’unico risultato ottenuto è stato l’inserimento delle case napoleoniche nel Mibact, cioè in quelle opere pubbliche cui possono rivolgere finanziamenti le grandi imprese per ottenere sconti fiscali in cambio di immagine.
Noi stessi abbiamo proposto di essere in grado di procedere al recupero della serra della Villa di San Martino abbandonata da tempo, facendo convergere un progetto privato e fondi privati, ma nulla si è smosso.
Riassumo le proposte a costo zero già fatte lo scorso anno e rimaste lettera morta.
a) Gli orari dovrebbero articolarsi su tre livelli:
• Invernale ridotto dalle 9,30 ‐17,00 e chiusura un giorno e mezzo a settimana;
• Primavera apertura dalle 9,00 alle 19,00 tutti giorni escluso domenica pomeriggio;
• Luglio ed agosto con apertura dalle 9,00 alle 23,00 tutti giorni escluso domenica pomeriggio. Già oggi il personale nel lunedì e martedì non è di riposo, il museo è solo chiuso per lavori interni!

b) Possibilità di organizzare la sera piccoli concerti, serate in costume, animazione, tipo son e lumiere!
c) Eliminare le macchinette di distribuzione automatica bevande, sostituendole con caffetteria e bookshop in concessione.
d) Organizzare la sistemazione e manutenzione dei giardini fruendo di finanziamenti privati attivabili in cambio dell’istallazione di cartelli promozionali, targhette da parte delle aziende private.
e) Vendita biglietti on line, acquistabili anche con carte di credito. (Oggi non è consentito!)

LA PROMOZIONE E LA LEGGE REGIONALE SUL TURISMO
L’OMT (l’Organizzazione Mondiale per il Turismo) ha previsto un incremento del turismo mondiale fino a tutto il 2030.
Se dobbiamo intercettare questa crescita, il Turismo deve essere portato al centro delle politiche regionali ed ovviamente elbane.
Si devono evitare azioni spontanee, disarticolate, da parte di enti sia pubblici che privati, proprio per ottimizzare le risorse disponibili e rendere più incisive le azioni di ciascun attore.
La Gestione Associata ha iniziato a svolgere questo ruolo gestendo i fondi della tassa di sbarco, purtroppo aumentando il tributo a € 3.50, accettabile se viene ben speso. Purtroppo dei circa 2.500.000 euro circa incassati per il 2017 solo 600.000 euro sono stati destinati alla promozione. Il resto è stato distribuito ai singoli Comuni senza che si sappia ove verranno investiti.
Gli investimenti promozionali finanziati dalla tassa di sbarco e all’attività della Gestione Associata hanno prodotto eventi di intrattenimento anche di qualità, anche se vi siano manifestazioni da riconsiderare.
Secondo noi i Comuni e la Gestione Associata dovrebbero destinare le risorse della tassa di sbarco ad interventi di interesse turistico generale: sostenere l’aeroporto e la sua promozione perché questo è il futuro; devono essere sostenute le manifestazioni sportive e culturali che portano atleti e turisti in bassa media/stagione.
Non si vede la necessità di finanziare concerti in Luglio/Agosto che potrebbero essere organizzati diversamente e solo se inseriti in un piano organico e comprensoriale e promosse con largo anticipo altrimenti non hanno alcuna valenza promozionale.
Positiva comunque l’individuazione di una univoca immagine dell’Elba.
E’ certamente premiante l’evento “Elba Active” che, elegantemente, ha proposto l’Isola abbinandola e collegandola all’ambiente, allo sport, alla tradizione del benessere, quale isola ideale per le famiglie, adatta per le vacanze con i bambini.
Molto utile il Buy Tuscany on the road organizzato all’Elba che ha portato quasi 50 operatori, che nella nostra Isola non sarebbero mai venuti, facendogli conoscere le nostre bellezze e mettendoli in contatto con i nostri operatori e quelli provenienti dalla costa toscana. Evento senz’altro da ripetere, ma noi elbani dovremmo collaborare maggiormente.
Ora occorre un cambio di marcia.
È infatti mancato un forte collegamento con l’Elba e le Associazioni di categoria, in particolare con la nostra, che da sola ha sostenuto, per anni, la promozione dell’isola. La Gestione Associata aveva promesso di agire di comune accordo sulla promozione, avevamo concordato i programmi.
Lo scorso anno abbiamo destinato 100.000 euro per la promozione realizzando eventi a Lugano, Varsavia, Monaco, Londra, Praga, Zurigo, Cannes, Vienna, Rimini, Montecatini, Firenze, Verona, Mosca, aprendo nuovi mercati o consolidando quelli dove abbiamo i collegamenti aerei.
Manifestazioni importanti che hanno fatto conoscere in modo approfondito il nostro territorio. Oltre ai nostri alberghi, residence e villaggi, hanno compartecipato anche imprese che rappresentano le eccellenze dell’Elba. Oggi, più che mai, è importante vendere il territorio, soprattutto se l’obiettivo è quello di aprire i mercati dell’Est.
Le Associazioni, come la nostra, sono in grado di realizzare i programmi integrativi e di supporto a quelli della Gestione Associata, con quella immediatezza e concretezza che non può disporre l’ente pubblico sovrastato dalla burocrazia, un fardello, questo, che spesso annulla anche le buone idee ed intenzioni del pubblico.
La dimostrazione è che il programma da noi a suo tempo presentato è quasi concluso. Siamo però ancora in attesa del promesso supporto economico da parte della Gestione Associata arrivato solo per 35.000 euro a fronte dei 60.000 promessi
Da diversi anni la Regione non sostiene gli investimenti promo-pubblicitari dei privati. Oggi confidiamo nel bando dell’internazionalizzazione e nella domanda che abbiamo formulato benché la stessa copra soltanto una parte dei costi che la nostra Organizzazione sostiene per divulgare l’immagine e l’offerta turistica dell’Elba in tutta Europa.
Riteniamo opportuno che si prosegua con l’unica immagine dell’Elba, “Elba Active”, che ben rappresenta i vari settori dell’isola; ma questa deve essere supportata da un Ufficio stampa più dinamico, che proponga gli eventi, ci consenta passaggi televisivi di vitale importanza, che abbia contatti con le principali testate giornalistiche.
Siamo certi di poter fornire alla Gestione Associata nominativi di agenzie che secondo noi potrebbero far fare un salto di qualità sui media.
I mercati di riferimento saranno oltre a quelli dell’Est, su cui dobbiamo lavorare un po’ più a lungo termine, quelli per i quali vi è un collegamento aereo diretto o di facile accesso (Svizzera, Germania...), lasciando perdere momentaneamente l’Inghilterra che è in difficoltà e puntando sulla Francia che si sta quasi spontaneamente affermando dopo gli Eventi su Napoleone, forse favoriti anche dalla vicinanza.
Questa comunicazione deve passare attraverso i vari canali della promozione come i workshop, il web marketing o gli educational di giornalisti e Tour Operators.
Un tema importante, particolarmente sentito dal turista, è quello della sicurezza.
Questa, talvolta, rappresenta una vera e propria discriminante nella scelta del luogo di vacanza, specialmente in questo periodo storico insanguinato dagli attacchi terroristici.
Su questo aspetto devo ringraziare, di cuore, le Forze dell’Ordine per il lavoro svolto.
Dai dati forniti l’Elba risulta, infatti, una delle destinazioni turistiche col più basso numero di reati ed un tasso di individuazione dei colpevoli del 70% contro il 17% nazionale, con l’assenza di rapine e un basso livello di furti. Tutto ciò è un messaggio molto gradito al pubblico estero che, come detto, spesso scarta talune destinazione per paura di essere oggetto di scippi e rapine.
Un altro argomento che preme alla nostra Associazione è la nuova Legge Regionale sul Turismo, come noto sospesa dal Governo nella parte che cercava, finalmente, di regolamentare, anche se frutto di compromessi, la giungla degli affitti delle seconde case.
Nella versione primaria, varata dalla Regione era stata tolta all’ultimo momento, dietro pressioni corporative agenzie di viaggio, senza tenere conto della liberalizzazione cee, la sezione che consentiva alle aziende ricettive di fornire al cliente, contestualmente al soggiorno, il biglietto aereo o del traghetto, così come quello per l’accesso ai musei o alle attività/strutture sportive, alla stessa stregua di quanto accade in altre Regioni Italiane.
Su questo argomento non possiamo transigere e pensiamo che sia doverosa reinserirla nella modifica necessaria dopo il blocco governativo.
Comprendiamo che questa esigenza nell’ambito toscano è solo dell’Isola d’Elba, ma è un aspetto legato anche alla contiguità territoriale. Essendo un’Isola è uno stato di necessità il dover coordinare oltre al soggiorno anche il passaggio tramite nave o aereo.
La Regione saprà certamente che entro dicembre lo stato italiano deve recepire le normative di liberalizzazione in merito ai pacchetti, di cui si sta occupando Federalberghi Nazionale.
Noi non chiediamo di permettere agli alberghi di fare e vendere pacchetti turistici, ma rivendichiamo il rimborso dei servizi procurati al cliente (nel nostro caso il biglietto nave o museo o il corso diving..).

LA CONCORRENZA SLEALE O TURISMO SOMMERSO
Anche le nostre aziende subiscono la concorrenza sleale di chi affitta appartamenti utilizzando i sistemi di prenotazione tipo AIRBNB, Trip Advisor, Booking.com. Riportiamo di seguito la situazione a livello elbano dei principali motori di ricerca.

Ricordiamo che dopo l’approvazione a luglio, da parte del Parlamento, della legge sulla concorrenza sono necessari alcuni obblighi per affittare una casa ad un turista.
La comunicazione alla Questura attraverso il Portale Alloggiati WEB delle persone ospitate. Operazione questa resasi necessaria per motivi di sicurezza. Sembra, infatti, essere molto più alta la probabilità che i terroristi alloggino in strutture non “ufficiali”.
Il pagamento della ritenuta alla fonte del 21% - così detta CEDOLARE SECCA (tra l’altro bassissima in rapporto alle nostre tassazioni) - che deve essere trattenuta dagli operatori web o pagata direttamente da chi loca un appartamento
Nel caso vengano forniti servizi al cliente (molto auspicabile per la qualità dell’offerta) scatta la necessità di dotarsi di apposita autorizzazione.
Ricordo che allo scopo di contrastare questa fin troppo nota evasione fiscale, il controllo delle forze dell’ordine si sta concentrando su tali tipologie ricettive. Il più recente di questi interventi si è verificato in Sardegna dove, attraverso controlli incrociati, i carabinieri hanno individuato (a Nuoro) ben trenta attività totalmente irregolari, sanzionandole con ammende fino a 12.000 euro.
All’Elba il sommerso rappresenta circa 6.000.000 di presenze contro le 3.000.000 di aziende ufficiali.
Si capisce quindi l’importanza di far emergere questo tipo di offerta che pur essendo complementare è ben superiore a quella degli alberghi, dei villaggi turistici, dei campeggi. Regolamentandola a livello nazionale con leggi, norme, diritti e doveri così come previsti per le strutture turistiche è quindi una priorità.


PARCO NAZIONALE – AMBIENTE ‐RIFIUTI
Grazie alla disponibilità ed all’apertura del Presidente del Parco, abbiamo instaurato un rapporto più che propositivo con l’Ente.
Lo sviluppo del progetto ECOHOTEL che vede come promotori, oltre alla nostra Associazione, il Parco Nazionale e Legambiente, rappresenta un successo di grande rilevanza. Vede coinvolte 23 nostre strutture ricettive impegnate nella divulgazione di un turismo ecosostenibile, attraverso il rispetto di un decalogo di impegni concreti. Il progetto ha un forte impatto sui mercati, specialmente su quello estero.
Ma dobbiamo ancora una volta denunciare che nessun passo avanti è stato fatto per far risorgere Pianosa. Un’isola che è un museo a cielo aperto, ma in decadenza per lo stato di totale abbandono degli immobili.
Non esiste tuttora un progetto fattibile per questa isola e in tutti questi anni, da quando è stato chiuso il carcere, non si è stati capaci di assumere una qualsiasi decisione.
Non sono adottate neanche quelle piccole correzioni che avevamo proposto lo scorso anno:
‐ il ripristino del depuratore, attualmente non collegato;
‐ il recupero degli olivi;
‐ un maggior sviluppo delle escursioni ambientali e di snorkeling (Cala Giovanna);
‐ una migliore regolamentazione delle visite a partire dalla Pasqua, autorizzando i picnic;
‐ una diversa gestione della mensa, con prodotti di qualità e/o autoprodotti;
‐ l’accettazione di carte di credito, oggi non ammesse;

Né è stata portata avanti la riperimetrazione del Parco che doveva rimediare i danni fatti da una perimetrazione eseguita sulla carta, senza tenere conto dello stato reale dei luoghi e delle aziende.
Così si assiste ad aziende divise in due dalla linea tracciata dalla matita romana, aziende vicine fra loro inserite in zone antropizzate, collocate una dentro ed una fuori dai perimetri del parco, aree che dovrebbero entrare nel perimetro parco ed altre che dovrebbero uscirne, pur mantenendo parità di superficie.
Insomma invece che puntare su ambiente, cultura e qualità, oggi, riscontriamo tanta inefficienza e decadenza.
Come noto l’Associazione Albergatori fece, nel 2002 una proposta per il recupero di Pianosa, proposta che è attuale ancora oggi.
La proposta prevedeva anche il recupero dei bellissimi palazzi decadenti, attraverso un progetto ben articolato. Pianosa deve essere un valore aggiunto per il turismo ambientale dell’Elba. Deve essere patrimonio dell’Elba e non di Ministeri romani per lo più disinteressati agli sviluppi positivi che l’Isola del Diavolo potrebbe portare alla collettività dell’intero Arcipelago.
Devo constatare inoltre che poco è stato fatto per ridurre il numero dei cinghiali e dei mufloni presenti all’Elba.
La popolazione di questi ungulati deve essere drasticamente ridotta perché oramai rappresenta un danno ed un pericolo anche all’ecosistema. Oltre a distruggere giardini e campi da golf, producono danni economici rilevanti e rappresentano un pericolo (vedi i gravi incidenti stradali causati) per la collettività. È quindi auspicabile che nel più breve tempo si possa giungere all’eradicazione di questi animali, considerando anche il fatto che sono specie non autoctone, né protette, né qualificanti per il nostro territorio.
Persiste ancora oggi l’annoso problema della depurazione. Questi impianti, importantissimi per garantire la salute del nostro mare, sono tutt’oggi assenti in troppe località elbane e, fatto ancora più grave, nessuno discute o affronta la questione né propone progetti, a parte Portoferraio, che sta completando il suo depuratore, lasciando tuttavia fuori tutta la zona di Bagnaia e Magazzini, senza parlare di Biodola e Viticcio.
Non è possibile aspettare oltre! La mancanza di depuratori è un’inadempienza inaccettabile.
Ci siamo impegnati molto con la raccolta differenziata dei rifiuti, raggiungendo un accordo (da rivedere) con Esa.
Abbiamo dotato le aziende di presse per comprimere i cartoni in modo da ridurne i volumi. È stato sufficiente questo accorgimento (ed investimento) per migliorare i risultati della differenziata. Tanto che l’isola è stata premiata, a fine settembre, dal Ministero dell’ambiente.
Potremmo dotare le aziende di macchine tritura vetro in gradi di trasformare, oltre che ridotte ad un decimo del volume, i residui in sabbia.
Siamo convinti che l’Elba deve essere il migliore laboratorio per l’energia pulita (vedi programma Elba Zero Emissioni, in cui stiamo collaborando per ripristinare il percorso con la barca tra Bagnaia e Portoferraio per evitare code al semaforo di San Giovanni) ed oggi presentiamo una proposta con una azienda Start Up che ha vinto un premio all’EXPO di Milano.
Se attuati, questi programmi di riciclaggio rifiuti ed energia pulita, possono diventare anche un grande volano di promozione per la nostra isola.
Devo però segnalare che a fronte degli sforzi compiuti dalle nostre aziende turistiche per aumentare la differenziata, ci sono ancora molte carenze sull’esosità delle tariffe.
Infatti non mi risulta vi siano agevolazioni per le imprese che effettuano la raccolta differenziata, malgrado questa rappresenti per esse uno sforzo organizzativo e gestionale, così come non è prevista alcuna agevolazione per le strutture con apertura stagionale nei regolamenti di diversi comuni elbani.
È inoltre completamente disatteso il principio espresso dalla Comunità Europea secondo il quale “chi più inquina più paga”. Tutto ciò ha comportato spesso il ricorso alle Commissioni Tributarie contro le delibere delle Amministrazioni Comunali che, fuori da qualsiasi ragionevolezza, non si conformano ai principi della normativa.
È assolutamente indispensabile premiare chi ben si comporta con la differenziata e stiamo trattando con Esa una diversa modularità nella tariffazione da proporre ai Comuni.
Dobbiamo però dire che, in assenza di una più equilibrata tariffazione, saremo costretti a provvedere da soli alla raccolta dei prodotti consentiti, chiedendo una riduzione delle tariffe, come previsto dalla legge.
Stiamo lavorando con la scuola alberghiera per il rilancio della stessa attraverso un progetto ambizioso, molto ben accolto dalla Regione Toscana, nonché da Federalberghi, per la creazione sull’isola di una Scuola Albergo.
Una struttura in cui i giovani si possano formare anche con il contatto diretto del cliente/turista, divenendo già forza produttiva. Individuato l’immobile nel Comune di Portoferraio (la struttura sopra la ex Caserma De Laugier).
E’ stato elaborato il progetto di massima dall’Arch. Pardi, è stato individuato il nucleo di imprenditori che potrebbero supportare la ristrutturazione di questa scuola albergo di circa 30 camere, siamo ora alla ricerca di contributi finanziari che rendano sostenibile il tutto. Già prevista la seconda fase della scuola che porterebbe altre 30 camere; le cucine didattiche ospiterebbero circa 50 giovani supportati da tutor.
Sappiamo che occorre superare delle difficoltà, quali per esempio le norme sull’orario e riposo dei giovani; a meno che non ci si rivolga a ragazzi sopra i diciotto anni, cosa probabile in questa prima fase.
Il progetto però è totalmente innovativo ed ha tutto il nostro supporto, anche perché costituirebbe un patrimonio per i nostri giovani e una fonte di risorse umane per il turismo dell’Elba.
Successivamente, se dovesse funzionare con successo, l’Elba potrebbe diventare sede, in un futuro non immediato, di formazione di giovani italiani provenienti anche da altre Regioni, oltre che di studenti stranieri.
Voglio chiudere con una considerazione.
L’Elba e le aziende alberghiere che rappresentiamo godono di un’alta considerazione tra le località turistiche italiane, come testimoniato dai risultati dalle statistiche di Trip Advisor ed altri siti web.
L’Elba figura tre le mete più cliccate e quindi più desiderate d’Italia, i prezzi sono assolutamente nella media italiana
Oggi finisce il mandato del Consiglio che ho avuto l’onore di guidare per questi anni e posso dire che la nostra stessa Associazione, con i suoi servizi, ha sempre rappresentato un esempio di innovazione e di avanguardia, con proposte che sono arrivate spesso sui tavoli del governo nazionale.
Ora è il momento che le aziende dispongano di normative urbanistiche e condizioni finanziarie tali da consentire gli investimenti perché, superata la crisi, dobbiamo avere alberghi efficienti ed al top dell’offerta alberghiera, in grado, di competere con le altre destinazioni turistiche europee.
Occorre efficienza energetica, arredi stimolanti, attrezzature per il benessere e per lo sport.
Gli albergatori faranno sicuramente la loro parte anche perché le nostre strutture sono gestite, nella quasi totalità, a livello familiare, da persone radicate sul territorio che amano il loro lavoro e soprattutto amano la propria isola.
Ma da soli non ce la possono fare: l’aeroporto, il campo da golf a 18 buche, le terme ristrutturate in spa, i parchi ricreativi, gli impianti sportivi, i porti turistici dipendono dal sistema Elba. Fortunatamente nel 2018 inizieranno i lavori del Parco Elba Land Golf, anche se ci risulta arrenato il progetto a 18 buche dell’Acquabona, una infrastruttura quest’ultima indispensabile per l’industria turistica.
Sappiamo che la collaborazione di chi oggi è presente a questo appuntamento è essenziale nella consapevolezza che ogni rapporto rappresenta un importante aiuto per il sistema turistico elbano.
Abbiamo evidenziato le infrastrutture supplementari che sono indispensabili a completare la nostra offerta. Infrastrutture che richiedono certamente investimenti in denaro, ma soprattutto occorre quella volontà politica necessaria che porti a condividere, in un dialogo aperto e franco, gli obiettivi ed a individuare le soluzioni.
Se da qui, oggi, nasce realmente la condivisione sull’aeroporto, sui trasporti, sulla nostra idea di sviluppo turistico, abbiamo già fatto metà percorso. Ho espressamente detto “realmente”, perché troppe volte, dopo aver condiviso un progetto, siamo dovuti ripartire da zero.
Mi sento di poter essere ottimista, gli imprenditori hanno voglia di fare e se, come sono certo, ci aiuterete, riusciremo a fare dell’Elba una del top destinations del prossimo decennio"


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