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Cronaca domenica 19 gennaio 2014 ore 18:51

Monte Orello, l'Enpa dice la sua sul caso

Un'analisi su quanto accaduto durante la battuta di caccia dei giorni scorsi



ISOLA D'ELBA — L'Enpa interviene sul caso di Monte Orello. Il racconto di chi ha vissuto quell'evento e la posizione dell'associazione animalista. "Erano le 10.30 circa, quando la mia piccola cagnolina ha cominciato a correre e ad abbaiare all'impazzata avvisandomi che qualcosa di serio stava succedendo nella mia proprietà. E' stata un'esperienza terribile, che non auguro a nessuno…". Inizia così il racconto di F. T ai volontari dell'ENPA elbana. Una muta di 20 cani ha letteralmente invaso la proprietà dando la caccia ai gatti accuditi dalla proprietaria. "Correvo dietro ai cani che sembravano impazziti, assistendo terrorizzata a quanto succedeva ai miei poveri animali. Uno è stato letteralmente smembrato. In tutto questo ho cercato di mettere in sicurezza i gatti e di recuperare i cani invocando aiuto nella speranza - purtroppo vana - che i cacciatori proprietari della muta si degnassero di venirmi in soccorso. Nulla di nulla. A quel punto ho chiamato le forze dell'ordine per porre fine allo scempio cui stavo assistendo". Con l'arrivo della Forestale e dei Carabinieri del Comando di Capoliveri, F.T è crollata ed è stata chiamata l'ambulanza per prestargli i necessari soccorsi. I referti clinici del Pronto Soccorso richiedevano il ricovero per lo stato di grave shock emotivo e per conseguenze biologiche che sono tuttora al vaglio dei medici. "Si sottolinea la responsabilità dei cacciatori nella dinamica dell'evento e il tentativo di minimizzare gli effetti conseguenti. Se non vi è presumibilmente dolo per quel che riguarda la perdita di controllo della muta e il loro ingresso oltre la recinzione della proprietà e per il fatto che i cani abbiano risposto a un naturale istinto predatorio, dubbi vi sono - invece - per le fasi successive dell'episodio. Resta poi da sottolineare come situazioni di pericolo, determinate da battute di caccia svolte in prossimità di case e di terreni privati, si siano già verificate in passato nella stessa zona, costringendo i residenti a temere per la propria incolumità" sottolineano i responsabili ENPA elbani. Senza entrare nel merito del conflitto annoso tra cacciatori e residenti, si ricorda come la caccia sia vietata a una distanza di 100 metri da case, fabbriche ed edifici destinati a lavoro. Vi sarà da verificare se vi sia stata omessa custodia dei cani da parte dei cacciatori, e altre violazioni che al momento sono al vaglio delle Autorità e del Legale che seguirà la vicenda per conto della parte lesa. Resta implicito che agli aspetti strettamente riconducibili alle possibili violazioni normative si aggiungeranno anche quelli derivanti dall'esposizione emotiva della residente.


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