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Cronaca lunedì 12 settembre 2016 ore 18:59

Processo Porto, le motivazioni affossano l'accusa

Per i giudici livornesi il procedimento di assegnazione della gestione portuale è stato regolare e parla di abuso di intercettazioni telefoniche



MARCIANA MARINA — Regolare il procedimento di gara pubblica, nessuna collusione fra parte pubblica e privata, tesi dell'accusa quanto meno ardita. Il collegio giudicante del tribunale livornese che lo scorso 13 luglio ha assolto gli imputati di quello che è passato alla cronaca come il Processo Porto di Marciana Marina, ha smontato punto per punto l'impianto accusatorio portato avanti dai pubblici ministeri che si sono succeduti in udienza.

E' quanto emerge dalle motivazioni della sentenza di assoluzione, perchè il fatto non sussiste, del sindaco Andrea Ciumei, suo fratello Stefano, Bruno Grasso, Giulio Schenone e Giovanni Linari. Su di loro pendevano le accuse di turbativa d'asta e abuso d'ufficio.

Le posizioni di Luciano Gallo e Pasquale Cristiano, accusati di essere legali di fiducia di Schenone e di essere stati inseriti all'interno delle commissioni giudicanti il bando di gara per facilitare l'assegnazione alla società Gestione Eventi srl, era stata già stralciata dal Gup che li aveva assolti con formula piena.

L'accusa. La tesi portata avanti dal pm Coltellacci su alcuni punti base: l'indizione di una gara per la gestione dell'area portuale per circa 1 milione di euro l'anno, la nomina di Luciano Gallo e Pasquale Cristiano, ritenuti legali di fiducia di Schenone, in posizioni strategiche per l'espletamento della gara, una proroga dei termini per la presentazione delle offerte per permettere la partecipazione dell'Ati formata dal Circolo della Vela (di cui uno dei vice presidenti era Stefano Ciumei) e la Portofino Servizi Turistici srl (partecipata al 51% dalla Gestione Eventi srl di Schenone), Ati che si sarebbe così aggiudicata la gara danneggiando gli altri concorrenti.

Agli imputati veniva quindi contestata una turbativa di gara, un accordo fra per aggiustare su misura la gara di assegnazione dei servizi nel porto turistico realizzato tramite incontri, telefonate e mail antecedenti all'indizione della gara da parte del Comune.

Le indagini. Le attività investigative prendono avvio dall'esposto consegnato nel 2011 da Umberto Mazzantini, all'epoca dei fatti consigliere comunale d'opposizione, che verteva sulla mancanza di un piano regolatore del porto e che sollevava il dubbio di alcune irregolarità come, appunto, la proroga della gara e l'inserimento dell'avvocato Gallo nella commissione giudicante.

L'attenzione viene concentrata sui quattro pontili galleggianti che permettono l'attracco di imbarcazioni anche di trenta metri.

Da quell'esposto partono le indagini della Guardia di Finanza che, prima sente Mazzantini, e poi passa all'acquisizione degli atti in Comune e nelle sedi del Circolo della Vela, portando via faldoni, computer e documenti. Durante le perquisizioni spuntano fuori documenti che riguardano la Portofino srl e che fanno pensare agli inquirenti a un accordo fra i due precedente alla gara stessa. Dalle testimonianze risulta poi solo un viaggio di alcuni esponenti del Circolo a Portofino per valutare come veniva gestito il porto, le tariffe, i servizi, etc.

Le fiamme gialle indagano quindi in due direzioni: irregolarità presunte nel Piano regolatore portuale e nel piano regolatore comunale e irregolarità nella gestione della gara. 

Il giudizio. "Sotto il primo profilo - scrive il collegio giudicante - non si evidenziano irregolarità. Infatti i pontili galleggianti sono stati realizzati due anni prima quando il Comune ha messo in sicurezza l'area di ormeggio. Già nel 2009 la gestione dei servizi era stata assegnata a soggetti esterni (Cala de' Medici per tre pontili e Circolo della Vola per un pontile)".

L'indizione della gara per l'assegnazione dei servizi viene quindi ritenuta necessaria: "La sub concessione sarebbe cessata il 31/12/2010 quindi una gara negli ultimi mesi del 2010 era necessaria e risaputa, tanto che - scrive il giudice - nel piccolo paese di Marciana Marina ne parlavano tutti da mesi".

La prima bordata dei giudici all'accusa arriva esaminando le posizioni di Luciano Gallo e Pasquale Cristiano: "A livello di imputazione si confondono evidentemente le attività e le competenze della commissione di pre qualifica e della commissione di gara: la prima, a differenza della seconda non voluta le offerte ma i requisiti".

Secondo il collegio è infondata anche la tesi che la proroga al termine per la partecipazione della gara sia stata strumentale alla partecipazione dell'Ati che poi se l'è aggiudicata: "La proroga al 10 gennaio viene concessa il 15 dicembre su richiesta di vari soggetti che avevano manifestato l'intenzione di partecipare. Al momento della proroga erano state presentate due domande, alla scadenza del termine oltre all'Ati avevano partecipato anche la Cala de'Medici, Esaom Cesa, Tecnology Service Nautica, Elba Yacht Assistance".

E' sull'aggiudicazione, ritenuta regolare, che i giudici calcano la mano: "I capi d'imputazione non sono sostenuti da descrizioni dettagliate delle illegittimità in cui sarebbero incorsi gli imputati nè con risultanze probatorie acquisite in dibattimento" e anzi parla di "allegazioni fattuali clamorosamente smentite dalle prove raccolte".

La sentenza continua: "I requisiti per essere invitati alla gara e poi parteciparvi erano sostanzialmente quelli del 2009 e, in ogni caso, non è stato inserito alcun requisito particolare che gli altri imprenditori non avessero". Le comunicazioni successive fra il Circolo della Vela e Schenone sono poi giudicate normali: "Nè l'incontro nè lo scambio di mail sono elementi sufficienti neppure a ipotizzare una turbativa d'asta o un abuso: che la gara ci sarebbe stata era di comune dominio, che il Circolo della Vela cercasse un partner per partecipare era certamente legittimo e che discutessero della modalità di presentazione appare normale".

"La verità che emerge dall'istruttoria - conclude il giudice - è che il consorzio elbano genovese non ha vinto per aver posto in essere mezzi fraudolenti o perchè attraverso collusioni con l'amministrazione comunale sia stato favorito ma perchè ha fatto l'offerta economicamente più alta e la più conveniente per il Comune".

Intercettazioni. Il collegio puntualizza in chiusura anche un abuso nelle intercettazioni telefoniche disposte in fase d'indagine: "Pare legittimo domandarsi perchè siano state disposte a oltre un anno dai fatti tra febbraio e aprile 2012 e neppure in concomitanza con le perquisizioni e perchè sia stata trascritta una massa di conversazioni irrilevanti ai fini del processo". 

Luca Lunedì
© Riproduzione riservata


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