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Attualità sabato 06 dicembre 2014 ore 11:26

Legambiente accusa: "Sarà sempre peggio"

L'associazione ambientalista interviene dopo il violento nubifragio e punta il dito contro la gestione del territorio da parte delle amministrazioni



PORTOFERRAIO — "Ancora una volta il bollettino del maltempo ha i nomi delle località che Legambiente da anni indica ad come ad alto rischio: Marina di Campo, Procchio e soprattutto la piana di San Giovanni e la caotica e cementificata periferia di Portoferraio che arriva fino al Porto e quasi a ridosso del centro storico"

Così comincia il comunicato che Legambiente ha diffuso nella serata di ieri in risposta agli allagamenti che hanno interessato tutto l'isola, da un versante all'altro dell'Elba.

"A Portoferraio basterebbe leggere quanto scritto da Legambiente nelle sue osservazioni agli strumenti urbanistici per ritrovarci gli stessi nomi dei luoghi oggi finiti nuovamente sott’acqua, le stesse località dove si vuole ancora innalzare “grattacieli”, dove si sta costruendo e si è già costruito nonostante sia chiaro da anni che si tratta di un territorio fragile, in crisi e dove il reticolo idraulico e fognario non è più da tempo in grado di reggere la “nuova normalità climatica”, che ha trasformato episodi che una volta erano eccezionali in pericoli quotidiani ogni volta che il cielo si rannuvola.

Una nuova “normalità” nella quale non basterà la manutenzione e la cura di un territorio già fin troppo sfruttato, ma nella quale bisognerà mettere mano all’unica vera grande opera pubblica tanto necessaria quanto ignorata e poco finanziata: il recupero e la messa in sicurezza del territorio.

E’ altamente simbolico che il nubifragio abbia colpito Portoferraio e l’Isola alla vigilia di due convegni - uno dei quali, quello con le scuole, saltato per “allagamenti” (sic!) - sul Piano Paesaggistico co-organizzati da un Comune che contro quel Piano ha fatto ricorso al Tar, facendosi portavoce delle categorie e delle associazioni che credono che il futuro e lo sviluppo di questa nostra isola ferita possano ancora essere fatti di cemento, mentre la “nuova normalità” vista all’opera in questo autunno piovoso ci dice e ci impone di prenderci cura del territorio, di rinunciare alle cementificazioni previste, di mettere in sicurezza non per costruire ancora e di più accanto ai fossi, ma per rinaturalizzare, ridare ai corsi d’acqua lo spazio e lo sfogo che è stato loro tolto, restituire sicurezza ai cittadini che ormai tremano ad ogni scroscio d’acqua e ad ogni fulmine che annuncia un tuono.

Non basta il duro e splendido lavoro di Protezione Civile e Vigili del Fuoco, che ringraziamo ancora una volta, la classe dirigente elbana deve smetterla di rintanarsi nel suo provincialismo".


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